martedì 8 settembre 2009

Fanteria dello Spazio




Jeffry Sinclair; Susan Ivanova; Michael Garibaldi; John Sheridan; Marcus Cole; Stephen Franklin; Zack Allan; Delen; Lennier; G’ Kar; Londo Mollari; Vir Cotto; Morden; Talya Winters; Lyta Alexander. Bester ed il presidente Clarke. Gli addetti al ponte di comando, gli uomini della sicurezza, I comandanti delle astronavi terrestri; Drazzi, Packmara, Narn e Centauri. E, naturalmente, Kosh. E Kosh. E Kosh. Siamo tutti Kosh. E la guerra è alle porte. Da Z’ Ha Dum, le Ombre muovono contro l’ intera galassia. Bisognerà superare le divergenze che da sempre ci allontanano gli uni dagli altri per sconfiggerle; ma non ci sarà tempo di riposare. Un altro nemico è già pronto. Ed è il nostro stesso fratello. Una guerra civile chiederà un tributo di sangue e sofferenza, da cui poi nascerà qualcosa di nuovo, di diverso, una speranza luminosa per il futuro dell’ intero universo.Nel nome della speranza, della pace, di tutto ciò che da senso alla nostra esistenza. Nel nome di Valen, di Enthil Z’ Ha, l’ Unico; per Lui, uni e trino, i Ranger vivono e muoiono. Solo Marcus troverà qualcosa di più grande per cui immolarsi. Un sacrificio che non lascia indifferenti. Come non lascia indifferenti l’ epilogo della vicenda. Ci si può e ci si deve commuovere, di fronte alla naturale conclusione di vite degne di essere vissute. Era l’ alba della Terza era dell’ Umanità; il progetto Babylon era la nostra ultima speranza di pace. Ed è fallito. Ma è diventato qualcosa di più; la nostra ultima grande speranza di vittoria. Non solo. Una volta, alla domanda “Fantascienza ?”, avrei risposto Star Wars. Oggi non è più così. Oggi, alla domanda “Fantascienza ?”, la risposta non può che essere Babylon Five. Centodieci puntate senza perdere un colpo, senza un solo episodio riempitivo. Senza un solo dettaglio inutile. Niente è casuale; tutto è in funzione di ciò che accadrà. Centodieci puntate in cui, alla più classica epica spaziale, si amalgamano riflessioni sulla religione, la politica, la vita, l’ universo e tutto quanto. La risposta non è 42; ognuno deve cercarla dentro di sè, tra le sue aspirazioni e le sue meschinità. Dentro di sè ognuno deve trovare la forza di essere qualcosa di più di un mero spettatore degli eventi. Ed ognuno, a modo suo, la troverà. Babylon Five è tutto questo. L’ ho scoperta per caso, attirato dal nome del suo creatore, quello Staczynski che mi stava deliziando su Rising Star e che ha scritto 98 dei 110 episodi di cui è composta la serie, affidando gli altri ad autori non meno capaci (Peter David e Neil Gaiman, tanto per fare due nomi). Babylon Five è stata massacrata da una messa in onda scriteriata da parte di Raidue e da un doppiaggio che quasi mai si rivela all’ altezza dei personaggi e delle situazioni. Babylon Five è qualcosa che ormai non capita quasi più di vedere; un prodotto concepito per raccontare una storia, e non per intrattenere. Quindi, probabilmente in Italia sarebbe stato un flop anche senza il contributo del doppiaggio e della tv di stato. Poco male; le gesta dei protagonisti di questa saga non sono alla portata di tutti. Neanche della mia, probabilmente. Ma non di meno, mentre ancora un groppo mi ostruisce la gola e la vista è lievemente sfocata, sento di dover ringraziare tutti i membri dell’ ultima stazione Babylon, i loro alleati ed i loro avversari. Grazie di avermi regalato cinque anni della vostra vita, di avermi portato a bordo delle White Star e mostrato mondi lontani e credibili. Di aver combattuto contro le Ombre ed il presidente Clarke, di aver reso la Galassia un posto migliore. Grazie di avermi ricordato che “serie televisiva” non significa necessariamente “spegni il cervello”. Grazie, e buona fortuna. Ci rivedremo, prima o poi. E che Valen mi incenerisca se mi dimenticherò di voi.

-La notizia del giorno: Dopo mesi di coma, un bambino di nove anni si sveglia ascoltando una canzone di Marco Carta. Ma solo il tempo necessario a spegnere lo stereo.

-La frase del giorno:
”Se uscissi dalla mia tuta di supporto vitale, mi riconoscerebbero.”
“Chi la riconoscerebbe?”
“Tutti quanti.”
(L’ Ambasciatore Kosh dei Vorlon al comandante di Babylon Five John J. Sheridan)

2 commenti:

  1. Non sono d'accordo (quindi ho ragione io :P fregato!) LA RISPOSTA E' 42. Non si discute, vatti a cercare la domanda piuttosto

    RispondiElimina
  2. Cioè,ed io pure detto "maddai,un commento,bello,chissà chi è!". E poi eri tu...
    -_____-

    RispondiElimina

I più letti