venerdì 19 aprile 2013

Adottare un Coccodentista


Chi vuole dimostrarsi indulgente attribuisce tutto alla sensibilità.
I più maliziosi ad un eccessivo sentimentalismo. Io? Non mi schiero. Mi vanno bene entrambe le definizioni.
Anche se il soggetto sono io.
Ci sono due cose che mi mettono una tristezza indicibile, da qualche anno a questa parte.
La prima è incappare in luoghi di ritrovo abbandonati.
Una saracinesca abbassata, un'insegna coperta, una nuova attività aperta e chiusa nel giro di una manciata di mesi mi deprimono più di quanto non si possa dire.
Mentre tutti gridano contro la crisi, la politica, i cinesi e via indicando, io mi ritrovo solidale con quei locali bui e freddi, smarriti, in impotente attesa che qualcuno restituisca loro lo scopo per cui sono stati creati.
Mentre tutti compiangono il negoziante che si da fuoco dopo essere stato costretto a chiudere, io sento crescere un groppo in gola per quelle pareti improvvisamente orfane. Mi trovo a rimpiangere di non essere uno di quegli eccentrici milionari che possono permettersi di buttar via soldi a palate in imprese fallimentari solo perchè ne hanno talmente tanti da non sapere come spenderli.
Fantastico su cosa farei con quei negozi e quelle case se fossero miei. Ritrovandomi a pensare che, probabilmente, li stiperei di giocattoli adottati. Sì, avete letto bene. Adottati.
E siamo arrivati alla seconda cosa che mi rattrista indicibilmente.
Che mi piaccia acquistare, quando li trovo ad un prezzo ragionevole, vecchi giocattoli più o meno legati alla mia infanzia non è una cosa nuova. Nuova è invece la fitta al cuore che provo vedendo, nei mercatini o su Internet, questi variopinti e buffi affarini di plastica buttati in malo modo dentro qualche cesta, ignorati da tutti, maltrattati solo da un esuberante bambino che se li rigira in mano per qualche minuto, cacciando urla di entusiasmo, prima di ributtarlo con malagrazia dove capita e dedicarsi ad altro.
Sarò sensibile. Sarò sentimentale. Sarò visionario, anche.
Ma da un po' è forte in me la sensazione di tristezza di quei poveri balocchi, sfruttati e abbandonati perchè non più interessanti, perchè i loro proprietari sono diventati "grandi" (espressione che non capirò mai), perchè non c'è più posto in casa per loro.
E restano lì, sorridenti e fiduciosi, ingenuamente convinti che presto o tardi troveranno ancora qualcuno disposto a volergli un po' di bene disinteressato, come loro ne hanno voluto a chi li ha comprati, cercando di intrattenerli, divertirli e tenergli compagnia come, quanto e al meglio dei loro limiti meccanici.
Immagino suoni piuttosto ridicolo affermare che, ogni volta che mi si presenta l'occasione, cerco di essere quel qualcuno disposto a concedere loro una seconda possibilità. Invece è così.
E' accaduto anche col Coccodentista là sopra. Per mesi l'ho visto vagare da una mensola all'altra di un mercatino dell'usato, e nei suoi occhi dipinti leggevo un'accusa.
"Li ho fatti divertire, ero sempre a loro disposizione, non mi sono mai lamentato, neanche quando mi facevano cadere per terra. Perchè mi hanno lasciato qui? Perchè non tornano? Cosa ho fatto di male?"
Domande a cui è difficile rispondere quando le pone un individuo in carne ed ossa, figuriamoci uno in plastica e metallo. Che ti guarda con quegli occhioni pieni di risentimento e sfiducia. Occhi che cerchi di non incontrare mai. Anche se finisci col pensarci sempre più spesso.
Finchè, un paio di settimane fa, ho provato a mettermi in quella plastica, quelle molle, quei denti.
E mi sono detto che no, non meritava assolutamente di finire i suoi giorni nell'indifferenza e nella polvere.
Così... Eccolo qua. Su una mensola di casa mia, insieme ad altri trovatelli sottratti a cumuli di rottami e cestoni, alcuni ancora con la loro casetta ("confezione", per chi è meno sensibile/ sentimentale di me).
E, credeteci o no, ho la sensazione che qualcosa nel suo sguardo sia cambiato, che adesso dica:
"Visto? Lo sapevo. Dopotutto, non ero proprio da buttare!".
Decisamente no.
Ma, purtroppo, non tutti sono così sensibili da indulgere nel sentimentalismo.

PS: per molti, i giocattoli sono solo oggetti da acquistare e rivendere per lucrarci sopra. Ammetto che, a volte, il pensiero ha sfiorato anche me. Non ci sono mai riuscito, però.
Se compro, è sempre e solo tenermeli. E sono sempre felice di trovare qualcuno che, in termini di compravendita, la pensa come me.
In questo senso, vorrei ringraziare il signor F.B., grazie al quale ho potuto ampliare la mia collezione di GX con un Garada K7 in perfette condizioni. Che, come vedete, s'è già tolto qualche soddisfazione:


Ok, è solo un Energer Z (e manco l'originale). Ma è pur sempre il prototipo del più celebre Mazinger Z, contro cui Garada combattè già dal primo episodio della serie animata (finendo letteralmente cancellato dal rodovetro). E Mazinger Z si trova solo due modellini più in là. Sulla stessa mensola.
Perciò continua ad allenarti, Garada, l'ora della riscossa è vicina!

2 commenti:

  1. Bellissimo pezzo, signor Fawkes!
    Un saluto affettuoso dal Conte Orientalista.

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  2. Un saluto affettuoso a lei, caro Conte! Spero vada tutto bene, e di potermi aggiornare prossimamente con vossia... Non necessariamente via Web ;-)

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