giovedì 23 settembre 2010

W. I. P.- Il giorno delle verità (o quasi)

Che non è il titolo di un nuovo romanzo o racconto a cui sto lavorando, ma potrebbe essere quello adatto per questa giornata. Oggi infatti capitano un paio di occasioni di poca importanza per il mondo, ma potenzialmente decisive per il mio microcosmo personale. La prima: nell'Azienda dove lavoro, si vota per il rinnovo della RSU. E come saprete, se avete letto i post dei mesi scorsi, il sottoscritto è in lizza in quota fim- cisl. Non esattamente il sindacato migliore del mondo, anzi, ma trovarne uno decente in italia è praticamente impossibile. E poichè candidarsi come indipendente equivale a starsene a casa a dormire (sia mai che le sigle storiche, cgil in testa, permettano a qualche cane sciolto di rompere loro le uova nel paniere), tanto vale onorare la fiducia datami da un ex delegato uscente ormai quattro anni fa e fare del mio meglio, coadiuvato da una tessera che è più un peso che altro. Non a caso, sono stato più volte definito "il sindacalista più antisindacale che ci sia". Colpa di quella mia brutta abitudine di ragionar con la mia testa, anzichè per schemi, logiche politiche o partito preso. Comunque. Oggi si vota, ed io, a differenza di altri candidati, arrivo all'appuntamento senza aver fatto un solo minuto di campagna elettorale. Perchè insomma, che dovrei dire? Che garantirò un milione di posti di lavoro? Meno tasse per tutti? Libertè, egalitè, fraternitè? Sparare insomma una promessa roboante purchè sia, tirando alla pancia dei colleghi anzichè al cervello, ed una volta guadagnata la poltrona fare lo gnorri, dando la colpa quando le cose si mettono male all'amministrazione precedente (che incidentalmente sono sempre io), all'Azienda, alla congiuntura economica alle cavallette al terremoto non è stata colpa mia? Ma andiamo. I colleghi di lavoro mi conoscono da sei anni, per tre mi hanno visto agire in qualità di loro rappresentante; se non li ho convinti in questo lasso di tempo della mia validità, non ci riuscirò certo con qualche parola buttata al vento all'ultimo minuto, per quanto bravo possa essere ad usarle. Senza dimenticare che non ambisco alla carica di delegato al punto tale da gettare nel cesso il mio amor proprio. Sarà che ho già delle poltrone abbastanza comode a casa, sarà che ho già un computer di tutto rispetto dotato di ADSL, dunque non sento la necessità di utilizzare quelli in dotazione all'ufficio RSU. Sottraendo così tempo al lavoro per farmi gli affari miei (peraltro regolarmente pagato), piuttosto che quelli dei colleghi che dovrei rappresentare. Altro limite mio; son convinto che a lavoro ci si va per lavorare, e salvo emergenze, che comunque capitano costringendoti a mollare il tornio per risolverle, la rappresentanza sindacale si può fare anche nei ritagli di tempo. Anzi, si fa meglio. Ovvio, poi qualcuno considera le mie dimissioni alla scadenza del mandato precedente, insieme alle famose lettere aperte alla RSU, una "campagna elettorale preventiva". Mentre pare che farsi crescere la barba per somigliare di più ai delegati duri & puri di una volta (col richiamo a lenin, che non guasta mai) e volantinare istericamente tutto il volantinabile per dimostrare quanto una certa sigla sindacale sia più bellabuona&brava delle altre sia una sorta di dovere. Vabbhè, ognuno fa quel che può per tirare a campare; ma mi lusingo di pensare che un po' di questa agitazione, da tutti considerata anomala, sia colpa o merito anche mio, che ho rotto le scatole quanto basta da convincere qualcuno a mettere in campo tutti i suoi mezzi e poteri per non farmi rieleggere (ricordate?). Comunque, vediamo come va; forse in serata saprò già dirvelo.
L'altro appuntamento importante della giornata riguarda il mio futuro professionale. Caso vuole infatti che l'Azienda, nell'ottica del piano di riduzione del personale che sta attuando come molte altre aziende di tutti i settori, abbia messo a disposizione dei lavoratori una società che si occupa di valutazione e riqualificazione del personale. Tanto per capire se le mie aspirazioni hanno qualche possibilità di concretizzarsi o se al di là dal tornio, c'è solo il vuoto pneumatico nel mio avvenire, ho aderito al programma; vuoi per avere delle conferme su me stesso, vuoi perchè avere qualcuno che ti da' delle dritte non fa mai male, vuoi perchè quelle dritte sono gratis. Vuoi perchè non si sa mai, nella vita. Vuoi per tutto questo, nel pomeriggio avrò il secondo dei tre incontri previsti con la responsabile di questo progetto, con la quale preparerò un curriculum più mirato sulle mie aspirazioni autoriali e sul mio amore per la letteratura ed il cinema. Hai visto mai che mi si apre qualche porticina più consona. Tempo per mettere giù insieme il curriculum, comunque, ce n'è; almeno mezz'ora. Esattamente la durata delle votazioni per il rinnovo della RSU. Alle quali non parteciperò. Ci manca solo che, in caso di vittoria, qualcuno si metta a berciare che "se non avesse votato per sè...." (i numeri son così ristretti, infatti, che anche un solo voto può fare la differenza, e poi vai a spiegare che magari tu nemmeno hai votato per te; così elimino il problema alla radice, non presentandomi nemmeno alle urne). E poi, sinceramente, non vorrei che qualche collega rimanesse ferito. I ninja, dopotutto, son sempre in agguato.

-La notizia del giorno: ciao, Sandra. Scusa il ritardo.

-La frase del giorno: "L'uomo con la barba ed il volantino in mano è un uomo disperato." (Bobby S. Pedersen, a proposito dei sindacalisti che si scoprono tali solo in campagna elettorale)

4 commenti:

  1. Mi unisco al "Ciao Sandra"! Bobby, sai già il risultato delle votazioni? Comunque, in bocca al lupo sia per quelle che per la tua possibile carriera. Poi raccontami come va.

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  2. Beh,essendoci oggi, essendo oggi appena iniziato, e non avendo doti di chiaroveggenza....^^

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  3. In bocca al lupo anche da parte mia bobby!!! ^_^ vai e rompi i maroni alla direzione!!! XD

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  4. Veramente a me preme di più spezzare la logica presente in RSU, secondo cui i delegati sono padri- padroni dei lavoratori e devono decidere tutto indipendentemente dal parere di questi ultimi, storicamente (?) ignoranti e quindi tenuti a sapere le cose a fatto compiuto. "Non bisogna più pensare, pensa a tutto il marajà", insomma. E se un ragionamento del genere posso accettarlo dalla Direzione (di cui sono avversario, non nemico: almeno mi considero tale, e c'è una bella differenza tra le due cose) da chi parla di fare "l'interesse dell'operaio" ma in concreto fa solo i propri non lo accetto assolutamente. Non a caso nell'ultimo tempo ho attaccato più spesso e violentemente i colleghi di sindacato che la Direzione... dopotutto, io son quello che considera ragionevole l'accordo di Pomigliano (e non sto scherzando).

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