lunedì 5 luglio 2010

W. I. P.- i mezzi ed il fine

Ma sono chiaro quando mi esprimo? L’alternativa è che io dica cose che la gente, semplicemente, non vuole capire, perché la costringerebbe a rimettere in discussione la sua squallida vita di servo sempre prono ai desiderata del padrone di turno. Costoro, di norma, sono quelli che poi si vantano di non averne, di padroni, di non scendere a compromessi. Sono quelli che, appena ottieni un riconoscimento per il tuo impegno, ti danno del lecchino, del servo ed insinuano che più del merito potè il regalino. Che c’entra tutto questo col Work In Progress settimanale? Adesso ci arrivo. I fatti: in questi giorni, come molti di voi sanno, ho ricevuto una comunicazione che mi ha riempito di incredula soddisfazione. Non la rendo ancora pubblica (ed invito chi ne è a conoscenza a tenerselo per sé ancora per un po’), ma ne ho approfittato per qualche piccolo festeggiamento. Per la prima volta in oltre quindici anni, preso dall’enfasi del momento e dall’anticiclone africano, ho addirittura offerto ai miei colleghi qualche bicchierino di acqua sporca erogato dai nostri distributori automatici aziendali e considerato, in mancanza di più appropriata definizione, “caffè”. Stranamente, stava andando tutto bene, chiacchiere e risate, ed avrei dovuto immaginare che non sarebbe durata. Infatti qualcuno prouncia quelle maledette parole, e l’incanto si rompe. televisione. mediaset. striscia- la- notizia. Tutti ottimi trampolini di lancio per farsi ulteriore pubblicità. Nell’improvviso silenzio generale, domando cortesemente se il tizio in questione si ricorda che sta parlando con uno che odia berlusconi e tutto ciò che lo riguarda, annessi e connessi. Certo che se lo ricorda. Ma cosa me ne frega? Pur di raggiungere un risultato bisogna scendere a compromessi. E comunque, “striscia la notizia è la miglior trasmissione d’inchiesta che c’è al momento in Italia, l’unica che ha parlato male di bertolaso”. Alla faccia di chi dice che berlusconi manipola l’informazione. Cosa sia successo nei cinque minuti successivi a questa… questa… sto cercando un altro termine più gentile per definirlo, ma non c’è. Cosa sia successo nei cinque minuti successivi a questa stronzata ve lo lascio immaginare. Sicchè mi becco la solita accusa di essere schiavo di un’ideologia ed inutilmente intransigente. Quel che conta è il risultato, sdottoreggia il collega, poi non importa come lo raggiungi. Oh, caro. Per me, i mezzi sono importanti quanto il fine. Anzi, di più, perché ho piacere che quando mi guardo allo specchio al mattino la mia immagine riflessa non mi sputi in un occhio. E se “l’ideologia” di cui sono schiavo è la coerenza, allora sì, ne sono schiavo, prigioniero ed amante. Ragion per cui non intendo mettermi in mostra sui mezzi di comunicazione di un uomo che ha fondato un impero falsificando bilanci societari ed intrattenendo rapporti con la criminalità organizzata, un uomo che ha corrotto giudici e politici. Non voglio dover dire “grazie” a chi ha distrutto e continua a fare strame dell’unità sociale e culturale di un paese. Non voglio immischiarmi con un individuo che considera gli italiani “bambini di nove anni neanche troppo svegli” (campagana elettorale del 1994) e contribuisce ad istupidirli ulteriormente con ogni suo gesto, con ottimi risultati come s’è visto. Non ho intenzione di pubblicare libri con una casa editrice rubata al suo legittimo proprietario da una sentenza comprata, che già vanta tra le fila dei suoi autori personalità come minimo contraddittorie come massimo d’alema (che vabbhè, è “il nostro uomo a sinistra” e detto questo detto tutto) e roberto saviano, e questa è cosa che non capirò mai. Non ho nessuna intenzione di portare me stesso all’attenzione del grande pubblico utilizzando le risorse di un egomaniaco capace di far apparire mussolini un moderato, se si riesce a grattare via la patina superficiale di apparente libertà. E qui l’ultimo degli ingenui dirà: vabbhè, ma questa è la vita privata di un uomo, forse che tu non hai i tuoi scheletri nell’armadio? Certo. Ma io non sono presidente del consiglio, non ho una tessera della loggia massonico- eversiva P2 (1816, per chi tiene i numeri), non ho fatto riscrivere metà del codice penale dai miei avvocati subito nominati legislatori per sfuggire ai processi, non ho tenuto per un anno uno stalliere mafioso in casa, non ho rubato una villa nel cuore della brianza ad un’orfana (prove generali per il futuro furto della mondadori), non mi sono impossessato fraudolentemente di tutti i media nazionali piazzandoci i miei uomini, non sono oggetto del biasimo internazionale per le mie sparate, e non nomino ministri e sottosegretari sulla base di come mi ciucciano il cazzo o mi leccano il culo. Domanda: voi vorreste mai avere a che fare con una persona del genere? Se sì, constato che non siete né schiavi di ideologie ed avete la bocca assai buona. Il che mi porta a compiangervi, capire molte cose e risponde alla mia domanda d’apertura, mentre resto nel mio pantano ideologico, forse solo ma di certo non male accompagnato.

-La notizia del giorno: per di pietro è ora di tornare alle urne e scegliere un nuovo governo berlusconi.

-La frase del giorno: “Chi se ne sta appeso ai cordoni della borsa non guarda chi la porta, ma quanto questa sia allentata e lui in prossimità del flusso.” (A. Salieri)

7 commenti:

  1. Essere (schiavi dell'ideologia) o non essere (schiavi dell'ideologia, e quindi liberi di mettersi a 90° e farsi inc.....da silviuccio nostro da Arcore)? Questo è il problema, Bobby.....A me silviuccio nostro dà fastidio anche solo a nominarlo, quindi non sono la persona adatta a rispondere a questa tua domanda....anche io sono uno schiavo dell'ideologia, ancora non so di quale, ma a poca importanza, sarà la famosa ideologia ughesca.
    Fuori tema dealla discussione: se ti sei stufato di roberto giacobbo e voyager vari vai a dare un'occhiata su www.queryonline.it, dove si parla in maniera razionale di misteri vari
    Ugo

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  2. Ho scritto "a", come voce del verbo avere, senza h! La Baggina avanza a grandi falcate
    Ugo

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  3. Ma sai, a me quello che fa incazzare a morte è che questi qui poi sono gli stessi che dicono peste e corna dei berlusconiani, accusandoli di essere servi, venduti, stupidi eccetera. Ma per carità di Uzala: almeno il berlusconiano, quelle poche idee che si è fatto ficcare in testa, le ha chiare. Ed è sicuramente preferibile a questi omini piccoli piccoli che abbaiano coi cani aspirando a mangiare coi lupi. Questo è davvero insopportabile.

    PS: grazie per la dritta sui misteri, ma per me il mistero più grande rimane come possa la gente seguire voyager, mistero e compagnia ùrenda...
    -_-

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  4. Non mi parlare di colleghi di lavoro, Bobby, sono nera, nerissimaaaaaaaa! >.< Poi ti racconto tutto per mail. Comunque sono assolutamente d'accordo, nemmeno io vorrei avere a che fare con certe persone! Purtroppo al giorno d'oggi molta gente non si guarda nemmeno allo specchio, non perché riceverebbe uno sputo dall'immagine riflessa, ma perché, se si guardasse con un briciolo di coscienza, ne rimarrebbe terrorizzato. Tutti morti d'infarto sul posto. Annientati in pochi secondi.

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  5. Mah... c'è sempre un collega in azienda che fa girare le scatole. Ho anche io una persona un po' così dove lavoro. Il modo per non arrabbiarsi, bobby, lo conosci già e sai come la penso. Ignorare... anche se alle volte è impossibile, sopratutto nei momenti in cui ti senti partecipe di qualcosa e la persona in questione ti viene a rovinare la giornata con certe uscite. lo so che è pesante e brutto. ma che ci vuoi fare??

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  6. Quoto in pieno il consiglio di Daniele. E poi, Bobby, mi avevi scritto proprio tu su skype la tua prima regola di vita: "Non ti curar di loro, ma guarda e passa"... forse è anche il caso di metterla in pratica ;-)

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  7. -_- ragazzi, qui non è un problema di colleghi o meno: è un problema di paraculismo nazionale. Perchè il collega in questione (che è solo l'ultimo in ordine di tempo che mi ha fatto questo discorso, già espostomi da altri conoscenti ed amici) parlava come se lo strano fossi io che non voglio dare via il culo ad un delinquente pur di consolidare il mio quarto d'ora di celebrità. Non è che mi stesse provocando: era in assoluta buonafede. Davvero, lui come altri, non capisce come sia possibile lasciarsi sfuggire una simile occasione solo per una questione morale. Come diceva qualcuno: "gli italiani sono sempre pronti ad accorrere in aiuto del vincitore". Ma qui ormai siamo a livelli di prostituzione, e tanto per parafrasare Luttazzi, "l'unica differenza tra una prostituta e certa gente è che una prostituta determinate cose non le fa".

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