domenica 23 maggio 2010

Don't Forget


La morte di una qualsiasi altra persona sarebbe apparsa scontata davanti ai nostri occhi, saremmo rimasti quasi impassibili davanti a quel fenomeno naturale che è la morte del giudice Falcone, per chi aveva riposto in lui fiducia, speranza, la speranza di un mondo nuovo, pulito, onesto, era un esempio di grandissimo coraggio, un esempio da seguire. Con lui è morta l'immagine dell'uomo che combatteva con armi lecite contro chi ti colpisce alle spalle, ti pugnala e ne è fiero. Mi chiedo per quanto tempo ancora si parlerà della sua morte, forse un mese, un anno, ma in tutto questo tempo solo pochi avranno la forza di continuare a lottare. Giudici, magistrati, collaboratori della giustizia, pentiti di mafia, oggi più che mai hanno paura, perché sentono dentro di essi che nessuno potrà proteggerli, nessuno se parlano troppo potrà salvarli da qualcosa che chiamano mafia.
Ma in verità dovranno proteggersi unicamente dai loro amici: onorevoli, avvocati, magistrati, uomini e donne che agli occhi altrui hanno un'immagine di alto prestigio sociale e che mai nessuno riuscirà a smascherare. Ascoltiamo, vediamo, facciamo ciò che ci comandano, alcuni per soldi, altri per paura, magari perché tuo padre volgarmente parlando è un boss e tu come lui sarai il capo di una grande organizzazione, il capo di uomini che basterà che tu schiocchi un dito e faranno ciò che vorrai.
Ti serviranno, ti aiuteranno a fare soldi senza tener conto di nulla e di niente, non esiste in loro cuore, e tanto meno anima. La loro vera madre è la mafia, un modo di essere comprensibile a pochi.
Ecco, con la morte di Falcone quegli uomini ci hanno voluto dire che loro vinceranno sempre, che sono i più forti, che hanno il potere di uccidere chiunque. Un segnale che è arrivato frastornante e pauroso. I primi effetti si stanno facendo vedere immediatamente, i primi pentiti ritireranno le loro dichiarazioni, c'e chi ha paura come Contorno, che accusa la giustizia di dargli poca protezione. Ma cosa possono fare ministri, polizia, carabinieri? Se domandi protezione, te la danno, ma ti accorgi che non hanno mezzi per rassicurare la tua incolumità, manca personale, mancano macchine blindate, mancano le leggi che ti assicurino che nessuno scoprirà dove sei. Non possono darti un'altra identità, scappi dalla mafia che ha tutto ciò che vuole, per rifugiarti nella giustizia che non ha le armi per lottare.
L'unica speranza è non arrendersi mai. Finché giudici come Falcone, Paolo Borsellino e tanti come loro vivranno, non bisogna arrendersi mai, e la giustizia e la verità vivrà contro tutto e tutti. L'unico sistema per eliminare tale piaga è rendere coscienti i ragazzi che vivono tra la mafia che al di fuori c'è un altro mondo fatto di cose semplici, ma belle, di purezza, un mondo dove sei trattato per ciò che sei, non perché sei figlio di questa o di quella persona, o perché hai pagato un pizzo per farti fare quel favore. Forse un mondo onesto non esisterà mai, ma chi ci impedisce di sognare. Forse se ognuno di noi prova a cambiare, forse ce la faremo.

(Dal tema per l'esame di maturità di Rita Atria; http://www.ritaatria.it/IlDiario.aspx )

5 commenti:

  1. Hai affrontato un tema che mi tocca molto da vicino. Un caro amico di famiglia (ora purtroppo scomparso per gravi problemi di salute) era siciliano. Per mio padre era come un fratello. A Palermo era un avvocato, suo padre era magistrato. E' dovuto scappare perché rischiava la vita. E' riuscito ad arrivare a Cremona. La mafia ha lasciato perdere perché ha capito che non sarebbe più tornato nella sua città. Oltretutto abbandonava dei terreni giù a Palermo. A Cremona ha dedicato la sua vita ai malati mentali di Villa Salus, insegnando loro a dipingere (era anche un pittore).
    Quand'ero nella vecchia compagnia, c'era un ragazzo che parlava sempre male dei meridionali (è un leghista)... sapessi come mi incazzavo!!

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  2. P.s. @ Bobby: quando hai tempo, passa, che il mio blog è tornato attivo. Ti aspetto ;-)

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  3. Beh,non l'ho affrontato a caso; oggi,come avrai visto dal filmato,ricorre l'anniversario della morte di Giovanni Falcone.Ucciso dalla mafia,e forse non solo da lei,se è vero che era arrivato molto vicino a scoprire i legami tra Cosa Nostra e la politica.Legami che risulteranno fatali,di qui a due mesi,anche a Borsellino.La cosa più deprimente?Pensare che in vita fu ostacolato,insultato,considerato un folle,mentre ora quelle stesse persone su cui cercava di fare chiarezza se ne spartiscono i resti.La cosa ancora più desolante?Vedere che i suoi sforzi non sono serviti a nulla.

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  4. Dopo l'assassinio del generale Carlo Alberto Dalla Chiesa e di sua moglie Emanuela Setti Carraro, trucidadi dalla mafia e dalle connivenze politiche apparve su di un muro nei pressi del luogo dell'attentato una scritta "Qui muore la speranza dei Palermitani onesti".
    Potremmo riscrivere le stesse parole per ogni omicidio, in qualsiasi città.
    La mafia non uccide le persone ma la Speranza!

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  5. Ed ormai lo fa senza uccidere direttamente,perchè ha capito che la creazione di martiri non giova alla causa...e perchè comunque con l'attuale classe politica- imprenditoriale non sono necessarie prova di forza per ottenere ciò che vuole.Una volta la mafia aveva bisogno di referenti in parlamento;oggi ci sta direttamente.

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