martedì 23 marzo 2010

La solitudine dei numeri

Forse per deformazione professionale, credo esista qualche astrusa teoria a riguardo, il mio amore per la letteratura mi ha sempre reso indigesta la matematica. Di più: incomprensibile. Ricordo epiche discussioni col mio prof delle medie al quale cercavo di estorcere una spiegazione al teorema di Pitagora che suonasse più convincente di un esasperato "è così e basta". Mi hanno sempre accusato di non applicarmi sulla materia, ma non è vero. E' che con tutta la buona volontà che ci posso mettere, e vi assicuro che ce ne metto parecchia, io semplicemente non capisco la matematica in quanto tale e meno che mai la cosiddetta poesia e perfezione che dovrebbe permearla ( sarà per questo che il mio testo base sull'argomento è "Tre per Zero", una celeberrima storia di Dylan Dog scritta dal Sommo Tiziano Sclavi). Questo preambolo per dire che, di conseguenza, anche i numeri mi impressionano poco, a meno che non siano quelli del conto corrente, dai quali spero sempre di non essere colpito negativamente. Quel che mi spaventa, a parte la logica astrusa per la quale la somma delle aree dei due quadrati costruiti sui cateti è equivalente all'area del quadrato costruito sull'ipotenusa (PERCHE'??? Non perdete tempo a spiegarmelo, non lo capirei comunque), è ancora una volta l'uso che dei numeri si fa, brandendoli come mazze o pretesto per legittimare i propri interessi. Come se la loro forza , o debolezza, fosse l'architrave principale sulla quale fondare le proprie azioni successive in spregio a qualunque altro criterio. Non fraintendetemi: non dico che i numeri siano inutili, o che non debbano essere tenuti nella debita considerazione(ohUzala, sulle equazioni qualcosa di simile da dire ce l'avrei anche...). Ma quando dietro queste cifre c'è altro, credo che l'algida logica matematica debba andare a quel paese e lasciare spazio ad altri criteri, buonsenso in primis. Non si può ridurre a mero dato statistico il rendimento di una fabbrica e sbandierarlo come pretesto per chiuderla, anzi delocalizzarla, con tanti applausi al capitano coraggioso (coi soldi degli altri) responsabile del tracollo. Nè mi interessa se in una piazza ci sono dieci, cento, mille o un milione di persone. Men che meno mi tange sapere che sto facendo un affare perchè il televisore costa meno di 100 euro, cioè di solito 99,95. Questi numeri sono prese in giro quando va bene, affronti quando va male. Perchè in un caso presuppongono che tu sia talmente idiota da non renderti conto del vero valore di una cifra, cosa che accade troppo spesso. Mentre nell'altro, nell'affronto, si manifesta il più odioso dei crimini: la negazione dell'individualità, la riduzione a qualcosa di intangibile, la spersonalizzazione dell'individuo in favore dello scopo che si prefigge chi intrappola il prossimo in un dato statistico. Come diceva qualcuno, diventa tutto più semplice quando sottrai l'elemento umano. Ancora meglio se è parte di un'umanità decadente e decaduta, persa nel proprio egoistico autocompiacimento, che pretende di identificarti non tramite un nome ed un cognome ma attraverso un numero di matricola. Ormai è un ritornello che sento spesso: "siamo solo dei numeri". In attesa di essere sommati, moltiplicati, spesso divisi, regolarmente sottratti da qualcuno, simboli sempre più inerti sullo stinto foglio della vita, ma incapaci di farlo da noi. Siamo numeri, sì. Numeri molto soli in balia di folli matematici... ammesso che ne esistano di sani.

-La notizia del giorno: berlusconi sconfiggerà il cancro in tre anni. Altra promessa da marinaio; lo dice sapendo che tanto il mondo finirà nel 2012....

-La frase del giorno: I numeri dicono, di frequente, quanto si vuole che essi dicano. (P. G. Guzzo)

1 commento:

  1. Accantoniamo il fatto che la musica sia una quaestione matematica, dimentichiamoci che il numero aureo sta alla base della costruzione delle cattedrali, insomma che la matematica sia ,più o meno, parte di ogni cosa, amch'io devo ammettere il mio scarso amore per lei.
    L'ho sempre studiata come un dovere, sarà per questo che non l'apprezzo, al contrario delle materie letterarie ed umanistiche che mi davano molte più emozioni. Forse si è trattato di un rifiuto psicologico per qualcosa che ritenevo arido in definitiva io e madamigella matematica non ci siamo mai capiti.
    Avendo poi fatto scelto di fare Economia all'Università ancora non mi spiego come tra noi non sia mai partita una storia d'amore, ma si sa spesso non dividi il "letto" con chi ami veramente, direi che siamo due separati in casa.
    Quello che mi da fastidio è come "l'odiosa" cerchi sempre di azzittirti, con la sua aria da maestrina, in ogni discussione tira in ballo la precisione l'inoppugnabilità dei suoi numeri.
    Che voglia di spiegarle tutte le volte che dietro i numeri spesso ci sono persone, emozioni, sentimenti, la poveretta non capisce.
    Equazioni, teoremi, logaritmi si agita per dimostrarti che ha ragione, che Lei non è un'opinione! Che palle!
    Lei non ha opinioni, questo è il suo problema ed il problema di molti che credono di riempire le piazze coi numeri dimenticando che si è "Uno, nessuno e centomila".
    Buonagiornata ovviamente statisticamente parlando!
    Boyofthetime

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