lunedì 22 marzo 2010

A volte ritornano- "Kingdom Come" ("Venga il tuo regno")

Correva l'anno 1996; il mondo del fumetto era stato rivoluzionato da due opere seminali, "Il Ritorno del Cavaliere Oscuro" di Frank Miller e "Watchmen" di Alan Moore, due storie che avevano riscritto alle fondamenta la figura del supereroe: non più (solo un) pagliaccio dal costume sgargiante che si barcamena tra la vita privata ed il ruolo di paladino della legge, ma figura complessa, piena di contraddizioni e rancori, spesso distinta dal supercriminale che combatte da un labile confine morale. Naturalmente, l'industria fumettistica (e parlo di "industria", non "il fumetto") si adeguò agli standard dettati da questi due campioni di vendite, incupendo senza grande attenzione trame e psicologie dei vari supereroi, cercando di raggiungere nuove vette di lirismo e sprofondando invece quasi sempre negli abissi del patetico come nel caso dell'Uomo Ragno del sopravvalutatissimo ed inutilmente logorroico j.m. de matteis. Il punto più basso di questi superdementi con superproblemi a rapportarsi col prossimo fu però raggiunto dall'allora neonata casa editrice fondata da alcuni disegnatori che avevano abbandonato la Marvel a causa della politica della casa editrice, ritenuta non del tutto a torto colpevole di non dare il giusto risalto ai disegnatori soprattutto dal punto di vista economico (capito perchè parlo di "industria"?). Il risultato fu la nascita della "Image Comics", editore che adottò una politica all'epoca rivoluzionaria e, nomen omen, si affidava soprattutto all'aspetto estetico piuttosto che allo spessore delle storie. Il risultato furono albi pieni di disadattati in calzamaglia colorata che si picchiavano tra loro, spesso senza apparente motivo e sicuramente incuranti di quei cittadini innocenti le cui vite avrebbero dovuto proteggere. E' in questo contesto che nasce "Kingdom Come", una saga della DC Comics (quelli di Batman e Superman, per capirci) ambientata in un ipotetico futuro dove gli Eroi sono stati soppiantati da una nuova generazione di ragazzini iperpotenti che pensano solo a pestarsi l'un l'altro, incuranti dei danni e delle morti che provocano e spalleggiati da autorità istituzionali corrotte quanto loro. Toccherà a Wonder Woman risvegliare la coscienza di Superman, ritiratosi a vita privata perchè convinto di essere moralmente responsabile della deriva negativa che il termine "supereroe" ha acquisito, e spingere il kriptnoniano più famoso del mondo a riunire tutta la vecchia guardia degli Eroi per restituire un senso a parole come Giustizia, Libertà, Coraggio e Sacrificio... anche se potrebbe essere ormai troppo tardi. Nobilitato dalle opere d'arte sfornate dai pennelli di Alex Ross (dovreste vederne qualcuno qui sotto), "Kingdom Come" è un pesante j'accuse nei confronti del modo di intendere il genere supereroistico che aveva completamente travisato i suggerimenti di Miller e Moore, scritto da un veterano come Mark Waid che non risparmia affondi diretti nei confronti dei colleghi disposti a tutto pur di avere un po' di denaro in più in tasca, anche a tradire quelli che dovrebbero essere i simboli di valori troppo spesso sbandierati a vanvera, nè lesina nel criticare una classe politica che specula sul dolore e la tragedia pur di mantenere il proprio potere. Perchè parlare di una storia vecchia di quasi quindici anni? Potrei rispondervi con un sacco di belle frasi fatte, compreso il fatto che è una splendida storia, ma la verità è molto più banale; "Kingdom Come" mi è ricapitato in mano qualche giorno fa, e mi sono ritrovato a sfogliarlo con un senso di inquietudine che non mi capitava da tempo. Perchè subito dopo ho sentito i proclami deliranti di un noto delinquente divenuto per acclamazione di un popolo addormentato presidente del consiglio. E li ho trovati pericolosamente simili a quelli di Magog, il simbolo di questa nuova casta deviata di supereroi.
Ieri speravo che qualcuno planasse dal cielo sul Circo Massimo di Roma per dare inizio alla riscossa. Non è successo. Ma continuo a sperare. Deve pur esserci ancora qualche Eroe, là fuori...

- La rettifica del giorno: nella "Tavola Rotonda" della scorsa settimana ho scritto un'inesattezza sui membri del pd. Non è vero che bisognerebbe aizzare dei cani contro di loro. Se anzi voi gli affidaste il vostro da portar giù, inizierebbero un estenuante conciliabolo tra loro per decidere l'itinerario del giretto. Intanto il cane vi ha cagato sul tappeto. Voi protestate, ma loro: "Beh, dai, è un successo, poteva anche pisciare, invece ha fatto solo la cacca". Dopodichè altra riunione per stabilire il perchè il cane l'abbia fatta sul tappeto piuttosto che vicino alla porta. Alche voi portate giù l'uggiolante bestiola bestemmiando come uno scaricatore di porto, e loro con aria contrita: "eh, ma così si fa vincere berlusconi". Che forse a 'sto punto lo merita.

-La frase del giorno: "Vox populi, amico. Via il vecchio, sotto col nuovo. Più sgargiante. Più veloce. Più spietato. Il nuovo modello per gli anni a venire. E' questo di cui la folla si nutre." (Magog a Superman, da "Kingdom Come")







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3 commenti:

  1. Qui mi inchino al maestro la tua competenza e conoscenza della materia supera di gran lunga la mia possibilità di discorrere con te con argomentazioni altrettanto approfondite.
    Quello che senz'altro posso dire che mai come in questo periodo tutti vorremmo credere nei supereroi od addirittura esserlo. Da bambini abbiamo seguito le gesta del nostro amato e viste le trasformazioni che l'evolversi sociale ha prodotto anche in lui.
    Personalmente dapprima ho seguito le gesta di Superman, muscoloso tontolone dal cuore tenero, per poi innamorarmi di Batman, più misterioso, ambiguo e sfuggente, e debbo dire non l'ho mai tradito.
    Anche io li avrei voluti insieme al Circo Massimo a far sfoggio dei loro superpoteri, ma c'era solo Joker, così ho avuto paura ed ho alzato gli occhi al cielo nella speranza di vederli arrivare, spero non mi deludano......
    Boyofthetime

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  2. Si alzi, si alzi, si dia un contegno, su! E pensi che io in realtà non ho mai amato troppo i supereroi della DC, cioè Batman, Superman, Flash e via dicendo, preferendo sempre quelli della Marvel, forse perchè più "credibili" ed umani. Ho sempre avuto l'impressione, infatti, che Peter Parker rimanga tale anche quando si mette i mutandoni da Uomo Ragno, mentre non ho mai colto questo dualismo in Batman, che rimane tale anche quando veste i panni di Bruce Wayne. Senza contare che a me la continuity della DC da'il mal di mare. Ci ho provato a leggerli, ma non mi appassionano proprio, salvo qualche storia autonoma come questa. Comunque se sei un fans dell'Uomo Pipistrello non puoi esimerti dal leggere "The Killing Joke", la storia che stabilisce il vero legame tra l'alter ego di Bruce Wayne e la sua ghignante nemesi...

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  3. Seguirò il suo consiglio "maestro"!
    Tra i supereroi made in DC ed in Marvel penso di aver sempre preferito i primi perchè, in fondo, sia il buon Clark che l'enigmatico Bruce potrebbero essere l'uomo della mia vita!!!!!!!!
    Boyofthetime

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