sabato 13 febbraio 2010

Paranormal Activity: una recensione

Ieri sera, in compagnia di Stefano, sono andato a vedere il "caso cinematografico" dell' anno, quel "Paranormal Activity" che tanti scompensi ha provocato in giovincelli più spaventati dagli scricchiolii che da psicotici dediti ad uccidere il prossimo (ed anche quello dopo) a colpi di machete. Sulla qual cosa ci sarebbe da spendere una riflessione o due. Comunque; parliamo del film di Oren Peli, e diciamo subito che è stato piacevole vedere un' ora e mezza circa di spettacolo onesto, coinvolgente e con un finale che colpisce, anche se i difetti non mancano. A cominciare dalla coppia protagonista, la cui quotidianità ci viene mostrata come in una sorta di Grande Fratello dalle telecamere che Micha ha disseminato per casa, allo scopo di documentare ed analizzare gli inquietanti fenomeni che si verificano nottetempo, il cui responsabile pare essere un' entità che perseguita la sua amata Kathye fin da quando era bambina. E qui sta la pecca maggiore, almeno per quanto mi riguarda; questa rivelazione è infatti fin troppo telefonata per chi ha nozioni basilari di parapsicologia, e rovina gran parte della suspense successiva, portando lo spettatore a chiedersi per quale motivo l' esperto che i due contattano si lanci subito sui livelli "alti" della sfera paranormale anzichè ipotizzare che l' origine del fenomeno sia molto più banale, come in effetti è. Senza contare che dopo i primi duetti tra i protagonisti non si può non tifare per l' invisibile cattivo, auspicando che faccia loro quanto di peggio si possa immaginare. Tracotante bamboccione perso nell' adorazione dei suoi giocattoli tecnologici e di sè stesso Micha, nevrotica intollerante Kathie, una personalità fragile che andrà progressivamente in pezzi insieme al loro rapporto man mano che l' intensità e la frequenza dei fenomeni paranormali passerà dai sospiri e scricchiolii a ben più violente manifestazioni. Fino all' epilogo, una scena che rimanda a quello del ben più glorioso "The Blair Witch Project" e forse, per impatto visivo ed emotivo, riesce persino a superare; pochi minuti che compensano ampiamente la ridondanza di "oh-mio-dio-cosa-è-stato-cosa-possiamo-fare" che annacqua quasi tutta la prima parte della pellicola (da lì il sospetto, condiviso da Stefano, che più della catatonia potè il sonno sulla mente della sua malgrado celebre adolescente napoletana) nella quale non ci viene risparmiata nemmeno l' esibizione di un volume di demonologia imbarazzante per chiunque mastichi i rudimenti della materia, tant' è la somiglianza con un albo di figurine Panini. In definitiva, "Paranormal Activity" non è nè un capolavoro nè un film che passerà alla storia del cinema (semmai rimarrà in quella della cronaca desolante del nostro già desolato paese), ma pur con tutte le sue pecche gode di un' onestà di fondo che lo rende piacevole e regala diversi momenti di inquietudine, insieme ad una riflessione non automatica nè immediata ma che risulta poi essere la chiave di lettura dell' intero film... almeno per chi sa coglierla. Cosa che a quanto pare non sono riusciti a fare la maggior parte dei pochi spettatori presenti in sala con noi, che sono usciti sghignazzando, forse delusi dal non aver assistito a bagni di sangue, sgozzamenti e fanciulle urlanti dagli abiti laceri quanto basta per esporne le grazie. Cioè quelli che, qui da noi, sono considerati gli ingredienti base di un buon film horror. Con buona pace della tensione e dell' atmosfera. Ma tant' è; in un paese dove il ministro della cultura risponde al nome di sandro bondi, non ci si può aspettare altro.

-La frase del giorno: "Non è necessario credere nell' esistenza di un male soprannaturale: si sono già gli uomini, capaci di ogni nefandezza." (J. Conrad)

2 commenti:

  1. Si onestamente senza infamia e senza lode se non in qualche sprazzo. Forse un po voyeuristico molto in tema con quanto piace nei nostri palinsesti televisivi. Tenendo presente il rapporto fra costi del film e ricavi ottimo affare, non riesco a capire il panico e l'orrore provato da molti, ma probabilmente io avrò una soglia di sensibilita pari a quella di un poltegeist, ergo non mi ha particolarmente emozionato. Vivido è però il rimpianto degli Argento vecchio stampo che sò un bel Profondo rosso! Ridateci Dario (ovviamente non Franceschini questo si paranormal)!
    Bene buonanotte!
    Boyofthetime

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  2. Credo dipenda dal fatto che Paranormal Activity metta in scena un tipo di orrore che, oltre a toccare le corde delle emozioni ataviche, non può essere affrontato o sconfitto con le uniche armi che gli odierni virgulti sanno usare così bene, cioè cazzotti, testate ed insulti (lo stesso Mika è un perfetto rappresentante di questa nuova generazione di poveri di spirito). Da qui il senso di impotenza, quindi il terrore. Anche se poi ci sarebbe da spendere due parole sul perchè la violenza esibita di un Michael Myers o simili sarebbe più innocua rispetto a questa. Per conto mio, ieri sera ho dovuto mio malgrado assistere ad una puntata di "amici", e quella sì che mi ha provocato un discreto raccapriccio...

    PS: se rimpiangi(giustamente)l'Argento vecchia maniera, potrei consigliarti la visione dei film di Lorenzo Bianchini, un giovane e talentuoso regista friulano che mi ha favorevolmente impressionato con le sue pellicole. Sempre che tu già non lo conosca....

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