martedì 3 novembre 2009

Un tipo ridicolo

Di quelli che speri di non vedere mai più. Incontrato quasi per sbaglio sulla pista degli autoscontri una frizzante sera di aprile di quindici anni fa. Oh, il tipo in questione ridicolo lo era indubbiamente. Un po’ per celia, un po’ per non morir. E non si aspettava di certo che quella ragazza dai lunghi capelli ricci e corvini, un volto sorridente emerso dal frastuono della musica, delle urla e dei rumori notturni, sarebbe diventata col passare del tempo un imprescindibile punto di riferimento. Naturalmente non andò sempre tutto liscio. Malumori, incomprensioni, litigate... piccole grandi tragedie adolescenziali. Onde di marea di una vita che ti porta al largo, lontano, quasi alla deriva, prima di rigettarti all’ improvviso e con forza sulla battigia. Normalmente è la spiaggia di un’ isola deserta; tutto ciò che avevi l’ hai perso, o è stato trascinato via dai marosi. Devi ricominciare tutto da capo, da solo. Ma in quindici anni, in un modo o nell’ altro, lei era sempre lì, su quella spiaggia di ossidiana. Mi ha aiutato a rialzarmi, a rimettermi in carreggiata; spesso con la dolcezza, non di rado con determinazione. Una volta con uno schiaffo. Meritatissimo. Ma meno doloroso di quella che fu una più lunga separazione. Ingenuità, cocciutaggine. L’ orgoglio, il maledetto orgoglio. Di nuovo. Per fortuna (mia) una volta di più lei seppe capire. Rimettere tutto in prospettiva. Non servirono scuse, chiarimenti, interminabili recriminazioni. Una telefonata. Fai qualcosa stasera? No. Ci vediamo? Ok. Da allora, sono cresciuto parecchio. Invecchiato, direbbe qualcuno. Mi sono indurito ed ho generato molti spigoli per tenere alla larga la gente. Pochi hanno saputo orientarsi in quell’ intrico per raggiungere il mio io più vero. Lei ha sempre conosciuto la strada. Anche oggi, quindici anni dopo, è ancora lì sulla spiaggia della vita. Accanto a me. La sorella che avrei sempre voluto avere, l’ amica del cuore, un punto di riferimento indispensabile. La quotidianità ci ha allontanato; le porte scorrevoli dell’ esistenza si sono chiuse dopo che eravamo saliti su treni diversi, lanciati chissà dove. Quei treni però viaggiano si fermano spesso alle medesime stazioni. Lì c’ è il tempo per incontrarsi, parlarsi, scambiarsi impressioni, battute, timori, aspirazioni. E poi via, di nuovo. Lontani, ma mai divisi. Lontani, ma consapevoli che se e quando sarà necessario, ci troveremo alla prossima stazione. Per sfogarci, sostenerci, condividere i dispiaceri e raddoppiare le gioie. In fin dei conti, è da quindici anni che andiamo avanti così. In quindici anni lei c’ è sempre stata. Mi piacerebbe dire di essere riuscito a fare altrettanto, ma non sono sicuro che sia vero. So che ho fatto del mio meglio, e posso solo sperare sia stato abbastanza. So che oggi è il suo giorno. So che le devo molto, e probabilmente non riuscirò mai a pareggiare il conto. So che le voglio bene. E che, probabilmente, tra altri quindici anni sarò ancora qui a scrivere qualcosa del genere nel giorno del suo compleanno. Lo so con certezza, perchè qualunque cosa accada lei sarà ancora lì sulla spiagga, sulla banchina della stazione. So questo. Tutto quello che serve sapere per dirle: grazie ancora di tutto. E buon compleanno.

-La notizia del giorno: calderoli, ministro della semplificazione (e chi meglio di lui) propone un patto di legislatura tra i poteri dello stato per far partire la terza repubblica. La mafia ha già preparato la versione 2.0 del papello. Redattori: dell’ utri e cuffaro.

-La frase del giorno: “Spesso ci si trova col rimpianto di essersi passati accanto senza conoscersi.” (Enzo Biagi)

2 commenti:

  1. bè che dire, mi hai fatto quasi luccicare gli occhietti, grazie mille, per le belle parole tutte sincere,sentite e ricambiate. Grazie per gli auguri, grazie per essermi amico... Francesca

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  2. Beh,prego... ma mica parlavo di te!=P BWAHAHAHAHAHAHAHAHAHAHAH!!!!!!!!!!!!!!
    (cessato il momento poetico, Bobby tornò ad essere il solito pirla...-_-)

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