mercoledì 4 novembre 2009

Il sette e l’ otto

Mi commuove sempre vedere i nostri politicanti mettere da parte divergenze ed incomprensioni e fare fronte compatto per una causa comune. Accade così anche oggi. La Corte Europea per i diritti dell’ uomo di Strasburgo decide che dalle aule scolastiche devono essere rimossi i crocifissi, essendo "una violazione della libertà dei genitori ad educare i figli secondo le loro convinzioni e della libertà di religione degli alunni". Non è che i supremi giudici si siano svegliati stamattina ed abbiano deciso così. Hanno semplicemente accolto il ricorso di una donna che aveva chiesto di togliere il crocifisso dall’ aula in cui studiavano i figli in nome della laicità. La donna in questione risiede in Italia da 20 anni ed è sposata con un italiano. Ed è di origine finlandese. Una vera sfortuna per le ministre delle troppe opportunità che denigrano la mercificazione della donna dall’ alto della catasta di calendari che le hanno immortalate, per quelli che si sposano con rito celtico e pretendono l’ inserimento delle radici cristiane nella Costituzione Europea, per quelli che inneggiano alla sacralità della famiglia tradizionale e ne hanno due, una di scorta. Fosse stata almeno musulmana, questa sfrontata femmina, si poteva rispolverare il solito armamentario di giaculatorie sugli islamici cattivi che avanzano al grido di “verrete assimilati, resistere è inutile.” Invece nisba. Così, visto che le sentenze dei giudici un po’ si rispettano ed un po’ no (ma perchè rispettare questa? Non ha portato al suicidio di una brigatista) tocca estendere a livello europeo le solite manfrine che di solito vengono riservate ai giudici di casa nostra. E meno male che non siamo in fase di conclave, sennò qualcuno avrebbe già parlato di “giustizia ad orologeria”. In compenso qualcunaltro ha ben pensato di tirare fuori un vecchio cavallo di battaglia, una di quelle frasi che pur passando gli anni fanno sempre centro: “il crocifisso fa parte della nostra cultura”. E’ singolare che dicano sempre “della nostra cultura”, e mai “della cultura italiana”. Forse perchè persino loro si rendono conto che, in uno stato dove la chiesa è sempre meno considerata e tollerata, un’ uscita del genere creerebbe qualche imabarazzo. Porterebbe magari qualcuno a commissionare sondaggi il cui esito, forse, farebbe scoppiare a piangere lorena bianchetti e costringerebbe la binetti a darsi un altro giro al cilicio. Quindi sì, il crocifisso fa parte della “loro” cultura. Di una classe politica ancora convinta che sia fondamentale l’ appoggio ed il consenso della mafia d’oltretevere. Quella che, in attesa delle motivazioni della sentenza, ricomincia a dolersi e lanciare stracci che somigliano tanto ad abiti infantili plaudendo a mary star gelmini, pronta nel fare ricorso contro la sentenza. Perchè il crocifisso fa parte della sua cultura, e quindi deve restare lì dov’è. Il ragionamento filerebbe anche, se non fosse che poi sono “loro” i primi a pretendere che le altre culture e religioni rinuncino ai loro simboli ed alle loro usanze. Che sono barbare, incivili, medioevali... Sia chiaro, in alcuni casi lo sono davvero. Ma sentire simili accuse da chi difende i valori di una chiesa che scomunica medici rei di aver aiutato una ragazzina di nove anni ad abortire dopo essere stata stuprata, fa abbastanza ridere. Ma si sa, gli italioti son fatti così: un po’ rispettano le sentenze dei giudici, un po’ no. Un po’ sono pronti a rimarcare i meriti, un po’ passano sopra agli aspetti più imbarazzanti. Mi viene in mente lo stringente ragionamento fattomi non tanto tempo fa da qualcuno che mi pronosticò le fiamme dell’ Inferno (dove peraltro ho già preso un monolocale sul Cocito, adorando io il freddo) per il mio atteggiamento nei confronti della religione e della chiesa: il vero laico dimostra il suo rispetto per la religione tacendo ed ascoltando il credente. Se lo critica o mette in discussione il suo credo, è un laicista da redimere,ignorare o maledire. In altre parole, ascolta e taci, e saremo amici. Non male, per chi crede in libri basati sulla tolleranza ed il rispetto reciproco. Del resto, anche questo fa parte della loro cultura... e questo ce lo insegna la Storia. A loro forse bisognerebbe leggere, almeno una volta al giorno, magari prima di coricarsi a mò di favoletta della buonanotte, gli articoli sette ed otto della Costituzione. Ai nostri politicanti, poi, bisognerebbe ricordare che a quella hanno giurato fedeltà, non alla bibbia. Ma poi si potrebbe cominciare anche a pretendere che lo Stato funzioni, che i politici facciano gli interessi del popolo e non il loro, che i colpevoli paghino...
Insomma, si dovrebbero scardinare le radici dell’ Italia, che sono loro tanto care.

-La frase del giorno:” Il successo del cristianesimo deriva anche da un fatto grafico. Se Cristo, per esempio, l’avessero impiccato, non avrebbe funzionato altrettanto. Pensa un po’ i fedeli, invece di farsi il segno croce, avrebbero dovuto farsi il segno della forca.” (R. Bertola)

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