E così, alla fine, ci sono arrivati.
Habemus Papam.
Ed io, dopo aver ingannato l’attesa rievocando l’omonimo film di Nanni Moretti (profetico sotto molti punti di vista) ed aver temuto che, dopo un inusitato ritardo, comparisse un fantoccio sorridente con una benda sull’occhio, ho avuto anche la conferma di alcune mie supposizioni.
O meglio, qualcosa che sembra esserlo.
Fin dall’annuncio delle dimissioni di Benedetto VXI, ho avuto la sensazione che dietro tale gesto non ci fossero tanto, o soprattutto, motivi di salute o di età.
Che, sia chiaro, certamente hanno pesato nella decisione di sostituirlo in qualità di testimonial.
Già, testimonial. Perché avevo allora, ed ho un’ulteriore conferma oggi, che questa sia stata una ben congegnata operazione di marketing.
La Chiesa Cattolica, sotto il pontificato di Ratzinger, non se l’è certo passata bene.
Soprattutto perchè non è stata in grado di adeguarsi all’evoluzione dei media di comunicazione di massa, come invece Wojtila seppe fare a suo tempo con la televisione.
In un momento storico in cui qualsiasi notizia,degna o meno di nota,fondata o no(anzi,meglio se no) rimbalza su migliaia di siti Internet a tempo di record,diventa piuttosto difficile mettere a tacere scandali, scandaletti e scandaloni.
Specie se legati a temi molto sensibili,dalla pedofilia alle frodi bancarie,e se la tua posizione sul palcoscenico internazionale tende ad indebolirsi di fronte al naturale evolversi dell’umanità.
Diciamolo:sparare a zero sui gay(arrivando perfino a ritenerli responsabili di sciagure umane e non come tsunami ed atti terroristici),attaccare la scienza in quanto tale,strepitare sulla sacralità della famiglia fondata sul matrimonio tra uomo e donna,riprendersi in casa i lefevebriani senza alcun imbarazzo o quasi e predicare la povertà mentre si piange sui mancati incassi dell’otto per mille non è esattamente un atteggiamento vincente.
Al di fuori dei confini di quel paese dove l’elettorato cattolico è ancora considerato,malgrado ogni evidenza,fondamentale per vincere le elezioni, intendo.
Se poi sei incapace di bilanciare queste evidenti storture con una qualche dichiarazione ad hoc su temi ugualmente sensibili,non vai da nessuna parte.
Wojtila,che aveva il fisico del ruolo e conoscenza dello stesso grazie ai trascorsi di attore teatrale, quindi sapeva che, ad una accusa di coprire i preti pedofili, bastava reagire con una dichiarazione accorata contro la mafia. O la fame nel mondo. O altro argomento a scelta.
Ma, appunto, Giovanni Paolo II era un uomo di spettacolo.
Ratzy d’altri tempi. Medioevo o giù di lì.
E, alle accuse ed agli scandali, ha reagito con lo stile dell’epoca ed il suo spirito teutonico.
Rimastoci male scoprendo che i roghi non erano più fattibili e che della scomunica frega più niente a nessuno,s’è buttato sulla promozione.
Ma nominare una valanga di nuovi santi e cardinali è un’offerta che non attira le masse dei fedeli, sempre meno disposti ad ascoltare chi condanna l’attaccamento al denaro con addosso abiti griffati Prada ed una collezione di monili d’oro da far invidia a P.E. Baracus.
Specie se a propalarti certi principi è uno che somiglia in maniera preoccupante all’Imperatore di Guerre Stellari. Ed è a sua volta indagato per pedofilia.
Ovviamente, la colpa non è e non può essere data solo a Ratzinger.
Che, anzi, ha il merito di essersi sfilato da giochi di potere che minacciavano di stritolarlo.
Giochi di potere resi evidenti, se mai ce ne fosse bisogno, dalla gaffe della CEI,complimentatasi con Angelo Scola per l’elezione al soglio di Pietro con una tempistica sospetta,se non fosse stata imbarazzante.
In ogni caso e speculazioni a parte,i giochi ora sono fatti, ed il cambio di passo evidente.
Un papa argentino,che ha scelto il celeberrimo poverello di Assisi come “nom de guerre”, legato ad alcuni saldi principi morali ma apparentemente più aperto di vedute e forte di un certo retroterra culturale (mi riferisco ai suoi trascorsi di uomo di scienza),riuscirà a rendere nuovamente appetibile e credibile il prodotto-Chiesa, donandole nuovo smalto ed impenendone la disgregazione?
I più scommettono di sì.
Ma devono vedersela coi duri & puri.
Di cui,però,vi parlo altrove:
http://movimentocaproni.altervista.org/blog/il-pelo-nelluomo/
PS: comunque spero che, al prossimo conclave, l'Australia faccia meglio.
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