martedì 26 febbraio 2013
Democrazia, democrazia…
Non fosse bastato dover prendere atto che in questo paese il 60% della popolazione è composta da coglioni che corrono dietro al primo pagliaccio che sbraita “tutti a casa!!1!1!111!!, ma non ti sa rispondere alla domanda “e poi?”.O peggio ancora danno credito all’altro buffone (anche se ormai sembra più un pupazzo da ventriloquo) che è, incidentalmente, uno dei principali artefici del decadimento morale di questo disgraziato popolo, comunque già ben avviato di suo verso il baratro.
Non bastasse questo, oggi ho dovuto sentirmi dire che apostrofare come coglioni costoro significa non aver rispetto del popolo sovrano ed essere antidemocratici.
Per sicurezza, me lo sono fatto ripetere due volte.
Dopodichè ho ammesso, e non ho problemi a farlo anche qui in maniera più indelebile, che sì, con la democrazia è ora di darci un taglio. Almeno, con la democrazia come la intende l’italiano medio.
Ovvero non “forma di governo basata sull’uguaglianza e la libertà di tutti i cittadini, i quali esercitano il potere direttamente o per mezzo di rappresentanti eletti da loro stessi” (come recita il mio fidato dizionario), ma “diritto di dire tutte le stupidaggini che mi passano per la testa, con la pretesa che vengano accettate per valide senza che debba fornire prove o debba assumermene la responsabilità”.
No, non credo che possa funzionare.
Lo diceva già una persona non certo estremista come Enzo Biagi che la democrazia, a furia di piantarci sopra troppe bandierine, si sbriciola. Già questo potrebbe bastare a rispondere per le rime a chi se ne salta fuori con tesi strampalate, da “la mafia non ha mai ucciso nessuno” a “con la mafia bisogna convivere” (curioso notare poi come, a parità di cazzata, le reazioni della platea siano di condanna per la seconda e di contestualizzazione per la prima. Democrazia?).
Io, purtroppo, non sono né un moderato né una persona umile come Biagi.
E sentire gente che parla a vanvera mi manda in bestia.
Ragion per cui, da diverso tempo a questa parte, ho preso l’abitudine di rispondere colpo su colpo ogni volta che sento una stupidaggine, e di non mollare finchè l’interlocutore non abbandona.
Perché sono stufo.
Stufo di vedere e sentire gente menare vanto della propria ignoranza e pretendere il rispetto che si deve a chi, invece, si fa un mazzo per ampliare giorno per giorno il proprio bagaglio culturale e di esperienze.
Stufo di vedere e sentire gente che ripete a pappagallo dati e notizie prese a casaccio e si rifiuta di inserirli in un ragionamento articolato.
Stufo di questa gioco al ribasso, che ci vuole tutti uguali e meritevoli di rispetto come individui, se non per le nostre opinioni.
Essere tutti uguali significa appartenere ad una massa amorfa, dove la diversità (che a casa mia è sempre stata un valore) diventa un ostacolo, una tara, un tratto negativo da disincentivare. Solo perché disturba il prossimo o lo mette di fronte alla propria pochezza, quando non vigliaccheria. Si può, e si deve, concedere cortesia, questo sì. Anche aiuto, se è il caso.
Ma il rispetto come individui bisogna guadagnarselo. Non può, e non deve essere, un diritto acquisito. Specie in paese come questo, dove i diritti acquisiti diventano scudo dietro cui nascondersi e godersi la propria eterna, pigra adolescenza.
Mettendosi a strepitare come mocciosi se qualcuno intacca le nostre certezze, spezzando la nostra illusoria visione del mondo e costringendoci -orrore!- ad evolverci come individui.
Perché non aver rispetto delle idee altrui è contrario alla democrazia.
Per carità, può anche essere. Ma facciamo così: prima ditemi cosa pensate.
Poi perché la pensate così.
Infine, quali sono le conseguenze pratiche di questa linea di pensiero.
Può essere che condivida uno o più di questi punti e che ne nasca una discussione anche accesa, ma certamente avrete il mio rispetto, per quel che può valere.
Saltate anche uno solo di questi passaggi, e sappiate che non smetterò di stressarvi finchè non vi avrò messo in fuga o non vi avrò fatto rendere conto di quanto siete ignoranti, puerili e patetici.
Perché, credeteci o no, sono democratico e credo che ognuno sia libero di pensarla come vuole.
Purchè, appunto, dimostri di saper pensare.
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"la propria eterna, pigra adolescenza"...
RispondiEliminain effetti il maschio medio italiano mi sembra un eterno adolescente. Gli hanno insegnato da piccolo che ha tutta una serie di diritti, e che non deve faticare per ottenere nulla. Gli hanno insegnato che è lui ad avere ragione, non la maestra. Che ha diritto a studiare fino a 30 anni facendosi stirare le camicie dalla mamma. Che ha diritto a non avere alcun valore morale, perchè tanto tutto è uguale, ogni opinione è valida, siamo tutti sullo stesso piano.
eh no. non lo siamo.
Ogni voto ha il suo valore in democrazia. E purtroppo, aggiungo io, il voto degli stupidi vale quanto quello degli intelligenti.
Ma se mi capita uno stupido pieno zeppo di "diritti" a tiro, so bene che la sua opinione non ha lo stesso valore della mia.
perchè spesso non è nemmeno un'opinione. NOn sa da dove l'ha presa, come l'ha maturata, perchè la sostiene,e dove lo porterà. Insomma è una frasetta banale, una ridicola sentenza, ma non un'opinione. Quindi, come dici tu, non merita rispetto.
A volta è meglio stare zitti..
Ma anche no. Perchè per esperienza so che, a stare zitti o a lasciar perdere, gli individui di cui sopra si gonfiano ancora più come tacchini, convinti che "c'ho ragione io". Siccome mi rifiuto di lasciarglielo anche solo pensare, quando mi capita a tiro questa gente ho preso la buona abitudine di attaccarli a testa bassa finchè non scappano con la coda tra le gambe gridandomi "fascista". Che considero un piccolo prezzo da pagare all'amor proprio.
RispondiEliminaComunque il discorso, ti assicuro, non è limitato al maschio italiano; anche le fanciulle fanno il loro dovere, in questo senso (anzi, in alcuni casi giocando proprio sulla loro fragilità di donne, ma solo quando fa più comodo).