La scorsa settimana l'aggiornamento del blog è saltato per permettermi di proseguire con l'aggiornamento della casa. Da un paio di mesi sono infatti impegnato,con Hayato e la mia dolce metà (che ringrazio entrambi del tempo,degli sforzi e soprattutto della pazienza) nel rinnovamento del mobilio di casa, da effettuarsi rigorosamente nei ritagli di tempo, week end compresi. Quindi sì,potrebbero esserci altri ritardi nelle prossime settimane;abbiate pazienza,ma il gioco vale la candela.La sostituzione delle librerie vecchie,acquistate qua e là senza alcuna logica,con una batteria di Billy dell'Ikea di varie misure ha provocato uno tsunami le cui onde d'urto hanno colpito anche la cantina ed il box,cambiando radicalmente il loro aspetto.C'è chi giura,me compreso,in meglio.E come ogni terremoto di vaste proporzioni,un sacco di roba data per dispersa o morta è riaffiorata alla superficie.Da elettrodomestici squisitamente anni '80 a libri e fumetti vari (archiviabili sotto la "C" di "C@xxo ho preso a fare 'sta roba?"),senza poter prescindere dall'immancabile mucchio di abiti smessi per raggiunti limiti di stazza.Ora:da diversi anni sono un assiduo frequentatore di mercatini dell'usato,dove mi rifornisco regolarmente di libri e,più raramente,di altro.Come fornitore di merce son sempre stato sporadico,se non addirittura latitante.Da buon nostalgico sentimentale quale sono,sviluppo quasi sempre un legame emotivo con gli oggetti,che mi impedisce di liberarmene a meno che non sia inevitabile. Come in questo caso.Ma,piuttosto che destinare alla discarica tutto quanto emerso da armadi e cantina,dopo una bella ripulita ho caricato tutto in macchina e mi sono avventurato nei famigliari luoghi dove all'usato viene data una seconda possibilità,anche per cercare di racimolare qualche soldino extra (obiettivo comunque secondario).Non senza sorpresa,disappunto ed una certa inquietudine ho scoperto che tutto ciò è più facile a dirsi che a farsi.Sorpresa e disappunto sono apparsi quando molti degli oggetti,soprattutto elettrodomestici certamente vissuti ma ancora funzionanti,sono stati scartati perchè non in perfette condizioni.Sa,la gente è esigente,li vuole puliti,funzionanti,e poi servono per far da mangiare,e i soprammobili ne abbiam già tanti e blablabla.Ok,obiezione accolta.E,impuntandomi quanto basta,son riuscito a piazzare anche un paio di pezzi sul punto di essere rispediti al mittente,cioè me.Prendo atto della cosa,ma qualche dubbio mi rimane.Trasformandosi in un grosso dubbio quando,proprio ieri,io e la mia metà approfittiamo del pomeriggioper dare una seconda possibilità anche agli abiti smessi.Che,dopo non troppo attenta analisi,vengono rifiutati in blocco,malgrado fossero lavati,piegati e stirati come da regolamento.Laconica motivazione:"non sono vendibili".E noi lì,perplessi ed irritati quanto basta,a cercare di interpretare le confuse e smozzicate spiegazioni della responsabile del ritiro merce mentre rimettiamo tutto in scatole e sacchi.Il mistero della non vendibilità si risolve quando,subito dopo di noi,una signora si vede respingere il proprio campionario con una più lapidaria condanna:"il giallo non è di moda,quest'anno,e son modelli troppo vecchi".Una spiegazione che,francamente,mi inquieta.Il fattore stagionale come condizione per il ritiro della merce lo capisco anche;il fattore moda,tendenze e teconolgie avanzate(non da altri),decisamente meno.Non fosse altro perchè non ricordo di aver mai visto schiere di modaioli aggirarsi tra grucce e scarpiere in cerca di abiti all'ultima moda,mentre ho ricordi vividi di schiere agguerrite che invadono gli outlet e le piccole boutique con prezzi popolari.Pericolosamente vicini a quelli praticati ultimamente dai mercatini dell'usato,con la differenza che ti porti via prodotti nuovi.Con uno scarto minima di euro non so quanti preferirebbero il vecchio al nuovo (accetto scommesse;io,per esempio,scelgo il nuovo,a meno che non sia qualcosa di introvabile). Risentimento da rifiuto?No,non proprio.Più che altro,preoccupazione.Timore che una malsana competizioni a fini di lucro porti al tracollo un'attività che,stando a quanto visto,sta perdendo di vista le proprie ragioni d'essere,cioè il recupero a prezzi contenuti di oggetti cronologicamente superati,ma ancora validi.Naturalmente i titolari di queste attività debbano pur campare e non possano permettersi di vendere (solo) ciarpame... Ma quanto si può andare avanti,pretendendo di tramutarsi in "Mercatini dello smesso recentemente",anzichè dell'usato?
-Com'è andata a finire: dopo un altro paio di tentativi infruttuosi di piazzare qualcosa (non fosse altro per giustificare la fatica di averli tirati a lucido,ma la moda non conosce pietà),i vestiti sono finiti alla P.A.L. di Legnano. Accolti a braccia aperte e con calorosi ringraziamenti,torneranno utili per i mercatini domenicali con cui i volontari recuperano fondi per la struttura. Se volete contribuire,a proposito,è disponibile il Calendario 2012:
Gli elettrodomestici,invece,compresa la gloriosa Pastamatic,sono finiti in discarica.Piangeva il cuore,davvero.Ma il sibillino "ci penso io" dell'operatore,al momento di prenderli in consegna,mi fa pensare che forse non vedranno mai il compattatore. Incrociamo le dita...
-La frase della settimana: "La moda: una prova suppletiva della notoria insicurezza dell'uomo occidentale in fatto di gusto." (B. Rudofsky)
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