Scoppia la crisi economica,e l’azienda in cui lavori annuncia che,allo scadere del contratto,lascerà a casa tutti i lavoratori interinali.Da delegato sindacale,proponi un’ora di sciopero,per solidarietà nei confronti dei colleghi licenziati e per dare un segnale alla direzione.La maggioranza degli altri membri di rsu ti stoppa subito:l’azienda è nel suo pieno diritto,non è questo il momento di alimentare tensioni blablabla.Inizia poi una cassa integrazione che si protrarrà per due anni;la tua proposta di presidiare i cancelli viene accolta con indignato scandalo.L’azienda è nel suo pieno diritto,non è il momento di alimentare tensioni blablabla.La messa in cigo coatta e continuativa di alcuni lavoratori a scapito di altri,che lavorano come se niente fosse, la dismissione e trasferimento all’estero di alcune linee produttive,un piano aziendale che prevede una drastica riduzione dell’attuale forza lavoro:per ciascuna di queste situazioni chiedi agli altri sindacalisti di dare un segnale forte, fosse pure un sussulto galvanico,e puntualmente i paladini delle maestranze allargano le braccia facendo spallucce:non è il momento, non bisogna alimentare tensioni blablabla.Poi,mercoledì scorso,entri in reparto e trovi nelle bacheche la proclamazione di un’ora di sciopero per il giorno dopo.Motivo:a fronte di una significativa ripresa del lavoro,l’azienda a chiesto il ripristino di una forma d’orario che permette di sfruttare a pieno gli impianti anche durante la pausa mensa.Peccato che,pur avendo incassato il nulla osta dei lavoratori interessati,si sia dimenticata di supplicare il sindacato.Che,sentitosi scavalcato,reagisce come il celebre biNbominKia portandosi a casa il pallone.Ora:tu decidi di non aderire a questo sciopero,viste tutte le cose ben più gravi che sono state liquidate con una scrollata di spalle.Nè ti lasci intimidire quando i delegati,con aria minacciosa,perlustrano i reparti per costringere chi non ha aderito ad uscire.Perché,non dimentichiamolo,il sindacato è democratico.Rispetta talmente l’opinione di tutti da incitare gli scioperanti a tornare a casa,per protesta contro di noi e contro l’azienda,rea di non averci costretto ad adeguarci alla massa.Non solo il gregge,belando indignato,salta in macchina tornando ciascuno alla propria stalla,ma il giorno dopo,tra uno sguardo ostile e l’altro,ti accusa pure di avergli fatto perdere la giornata di lavoro,di aver minato l’unità tra i lavoratori,di essere uno schiavo del padrone blablabla.Come se già non fosse stato abbastanza mortificante ricevere i ringraziamenti della direzione per non aver abbandonato il posto di lavoro (ringraziamenti prontamente rispediti al mittente),ti tocca pure condividere aria e spazio vitale per quaranta ore settimanali con dementi di tal fatta.I quali sgranano gli occhioni allorchè gli fai notare tutte le altre faccende passate sotto silenzio,aggiungendo che,se proprio non volevi tornare a casa,allo scadere dell’ora programmata potevi anche tornare in reparto;il segnale l’avevi comunque dato.Quando ti senti rispondere,con voce incerta e stizzita,”ho fatto come ha detto il sindacato”,cominci a capire molte cose.Quelle che mancano,diventano chiare quando il penultimo baluardo della rivoluzione d’ottobre mormora a denti stretti: “e poi,non condividevo nemmeno io lo sciopero,ma ieri non avevo propria voglia di lavorare,e poi l’han fatto tutti…”.Quindi uso il comodo paravento della difesa dei miei diritti (che spesso ignoro anche più dei miei doveri,ma dei quali mi riempio la bocca) e della massa per rincasare giusto in tempo per vedere il galà dell’isola dei famosi. Prendendomela poi con Bobby e gli altri,colpevoli di aver usato la propria testa,a prescindere che fossero giuste o meno le motivazioni.Ma è così difficile,ragionare da soli. Difficile e rischioso,perché implica una successiva assunzione di responsabilità.Molto più comodo e facile obbedire ciecamente,sperare che vada tutto per il meglio,e se non è così…eh,ma io ho fatto come mi han detto.Non è colpa mia,ma di chi ha dato l’ordine. O,meglio ancora,di chi non l’ha eseguito, spezzando il nostro glorioso fronte.Non siamo tutti nella stessa barca,in fin dei conti?
Certo che sì.
Ed io e te non siamo forse uguali?
Capisco che ce l'hai con me,ma adesso stai esagerando.
-La notizia della settimana: berlusconi promette di liberare Napoli dalla spazzatura (ancora), mandando la russa ed i militari a raccoglierla (ancora),e così facendo aumentandola di fatto (ancora).
-La frase della settimana: “Sai perché ho perso una giornata di lavoro,ieri?” “Perché sei un cretino.” (scambio di battute tra un “lavoratore” e Bobby S. Pedersen )
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