Di Sherlock Holmes, celeberrimo detective inventato dalla felice penna di Sir Arthur Conan Doyle, sappiamo praticamente tutto: è infallibile, pressochè inseparabile dalla sua pipa e dal fido amico/ biografo John Watson, professione medico, e senza il decisivo contributo dell’inquilino del 221 di Baker Street il povero ispettore Lestrade di Scotland Yard faticherebbe a chiudere dietro le sbarre numerosi criminali. Ci sono poi aspetti meno noti, oppure solo accennati, che gettano diverse ombre sulla figura dell’investigatore più amato ed imitato di tutti i tempi. La spiccata misoginia, ad esempio, l’indole caotica e confusionaria. E,soprattutto, la tossicodipendenza. Il buon Sherlock, infatti, nelle pause forzate tra un caso e l’altro è solito farsi di cocaina, diluita in una soluzione al sette per cento, allo scopo di mantenere il più attivo possibile il cervello,senza tuttavia rischiare di incorrere in allucinazioni o diventare dipendente a tutti gli effetti. Almeno, così sostiene lui, del tutto impassibile di fronte alla stizza del dottor Watson, giustamente preoccupato dagli effetti che la droga potrebbe provocare nel tempo. Il buon medico, ormai felicemente sposato, non accoglie dunque con eccessiva sorpresa la richiesta d’aiuto dell’ex padrona di casa: la signora Hudson, disperata, lo manda a chiamare perché l’aiuti a far rinsavire Holmes, asserragliato nella propria camera da letto. Il detective sente infatti la propria vita minacciata dal perfido professor Moriarty, “il Napoleone del crimine”, colui che, come ha scoperto dopo rischiosissime ed estenuanti indagini,tira le fila di tutta la criminalità londinese. Figurarsi la sorpresa del dottore quando, ricondotto l’amico ad una parvenza di ragione,torna a casa e trova ad aspettarlo proprio il bieco Moriarty,che si rivela essere un mite professore di matematica, esasperato dalle continue minacce e pressioni di Sherlock Holmes…del quale fu il precettore in gioventù.Resosi conto della gravità della situazione, Watson decide di tentare il tutto per tutto e,con uno stratagemma,attira a Vienna Holmes per farlo visitare,e possibilmente curare,da un collega i cui studi stanno facendo discutere la comunità scientifica di tutto il mondo.Un tale Siegmund Freud.Tra deliri onirici e dimostrazioni che,malgrado tutto,le facoltà deduttive non sono affatto deteriorate,dottori e paziente dovranno unire le forze per salvare una fanciulla vittima di un terribile complotto;l’indagine si dimostrerà molto più avventurosa del previsto, e farà emergere un episodio del passato di Holmes che risponderà,una volta per tutte,ad alcuni degli enigmi legati alla sua figura.Girato nel 1976 Herbert Ross per la Universal, “Sherlock Holmes: soluzione sett per cento” è uno di quei gioiellini che spiegano da soli perché non scambierei mai un film di oggi con uno dei bei tempi andati.Girato con brio,attento nella ricostruzione degli ambienti ed alla psicologia dei personaggi,è un film che per un’ora e quaranta tiene viva l’attenzione con una trama solida,ricca di colpi di scena che scattano con la precisione di un orologio svizzero. Notevoli anche le trovate visive (il delirio onirico di Holmes in astinenza è disturbante quanto basta) e,per non farci mancare niente,il rocambolico inseguimento finale tra treni ricompensa la mancanza di azione precedente.Non manca nemmeno un certo sense of humor,ovviamente e rigorosamente british,ed a volerci proprio trovare un difetto ci si poteva risparmiare è l’happy end un po’ troppo telefonato. Peccatuccio veniale,di fronte ai numerosissimi rimandi all’opera letteraria di Doyle (che modellò Holmes sulla figura di un chirurgo del quale fu assistente;alzi la mano chi lo sapeva) che faranno felici i cultori del personaggio,ed al cast di prima grandezza. Alan Arkin è un Freud che alterna magistralmente azione e riflessione; Robert Duvall conferisce il dovuto aplomb britannico al suo Watson; e se la grazia della sfortunata Vanessa Redgrave porta il giusto tocco di conturbante femminilità alla storia, la menzione d’onore va a Nicol Williamson per il suo Holmes isterico ed istrionico. Se pensate che il più anticonformista Sherlock della storia sia quello di Robert Downey Jr., guardate questa pellicola e ricredetevi. Senza dimenticarvi di Basil Ratbone e, soprattutto, dello strepitoso Michael Caine di “Senza Indizio”. Grazie a loro, non serve bucarsi per fare viaggi spettacolari.
Sherlock Holmes: Soluzione Sette per Cento
Di Herbert Ross,
con Alan Arkin, Robert Duvall, Nicol Williamson, Vanessa Redgrave, Laurence Olivier,
Usa, 1976,
Durata: 113 minuti.
Due nomination all’Oscar.
-La notizia della settimana: bossi assicura che il governo non cadrà. Non prima di averlo menato per bene.
-La frase della settimana: “Io non tiro mai ad indovinare. E’ una abitudine deplorevole, deleterea per le facoltà logiche.” (Sherlock Holmes, “Il Segno Dei Quattro”)
Ah! Ma chi è il tizio con la spada a sinistra? non dirmi che è sherlock perchè nn ci credo!!! Lui non usava mai armi, a quanto mi ricordo :P, anche se lo ammetto, purtroppo di Artur Conan Doyle non ho letto ancora nulla. Me ne rammarico infatti.
RispondiEliminawe ronfo... vedo che aggiorni il blog con regolarità e per il resto latiti.. ti avevo mandato un sms ma poi mi sono accorta che avevi il tel staccato.. fatti vivo qualche volta!
RispondiElimina@ Daniele: noooo, devi rimediare! Strano però, allora io sono stata fortunata visto che me lo fece leggere la prof di lettere alle medie.
RispondiElimina@ Bobby: grazie per la dritta.
Stranamente questa sera credo di essere riuscito a staccare un po la corrente alla giostra chi mi sta facendo girare da molto tempo.................era ora. Una serata senza progetti da controllare e impegni sentimentali che seppur piacevoli ca va sans dire.........
RispondiEliminaDunque un giretto chez Bobby, che non è un bistrò parigino..........ultimamente mi "tocca" frequentare la ville lumiere.
Ricordo questo film credo di averlo visto qualche anno fa, qualche in modo molto relativo, mi aveva colpito perchè appunto presentava un insolito punto di vista, originale, divertente e molto british......chissà che ne penserebbero Kate e Pippa?
per me che poi adoro, tutto ciò che è di ambientazione poliziesca, dichiaratamente britannica e vittoriana, senza dimenticare Arsenio Lupin ed Hercule Poirot, il film era risultato assai gradevole.
Mi fa quindi piacere vedere che il caro Mr Pedersen conoscesse e amasse questo Holmes insolito. A dire il vero del più recente Holmes/Downey al di la della muscolosa presenza non mi ha impressionato granche troppo americano e repubblicano per rispettare l'originale.................bene promettendo di non sparire costringendovi a rivolgervi a Holmes per ritrovarmi a tut l'heure!