Estate, tempo di sole, mare e vacanze... Dove? Ma al Portocervo più vicino, naturalmente.
Margherita di Savoia è la località che, mezzo secolo fa, i miei abbandonarono definitivamente per trasferirsi a Milano con un biglietto di sola andata. Io stesso non ci sono stato che tre volte in tutta la mia esistenza, due delle quali al di sotto dell'età cosciente. La cittadina pugliese era già nota in passato per le sue saline e per aver visto nascere il cantante Raf e il calciatore rizzitelli. In anni recenti è passata dalla vecchia provincia di Foggia, segnata dalla targa progressivamente alfabetica FG, all'innovativa triade Barletta Andria Trani, concentrata nella fumettistica sigla BAT. Ultimamente l'ufficio di sindaco della località si è riempito del secco calpestio dei tacchi a spillo della neoeletta gabriella carlucci, e questo è bastato a riportare per qualche giorno in cronaca la cittadina. L'ultimo in questa catena di eventi: ho appena ricevuto una mail da un ufficio stampa in cui mi si annuncia l'apertura proprio a Margherita di Savoia di un nuovo locale di umberto smaila, alla cui inaugurazione sarebbero stati presenti noti personaggi del calibro di fabrizio corona e patrizia d'addario. Gente che merita la trasferta pur di essere vista a pochi metri, ma inavvicinabile perchè blindata in un triste privè di un malinconico locale. Vorrei citare a questo punto Vico e i suoi corsi e ricorsi storici. Ma vittorio feltri ha recentemente definito
liceale una simile citazione. Allora scelgo Shirley Bassey che cantava
History Repeating, tanto il senso è quello e di sicuro feltri non conosce i Propellerheads. Torniamo al 1879. Prima di quella data la città si chiamava Saline di Barletta, ancora oggi i suoi abitanti sono definiti
salinari. Poi qualcuno decise di ribattezzarla Margherita di Savoia, in onore della prima regina d'Italia, personaggio conservatore, sostenitrice del fascismo e simbolo della più trita retorica. La sovrana fu protagonista di quel fenomeno nazionale che fu detto
margheritinizzazione e in virtù del quale tutto le fu dedicato: dalla omonima pizza alla Capanna Margherita sul Monte Rosa, dal Lago Margherita in Etiopia ai Giardini Margherita di Bologna e poi battelli, panforti, dolcetti, scuole, ricoveri, un'intera rivista chiamata come lei che presentava solo i suoi abiti, i suoi spostamenti. Fino ad alcuni versi orripilanti di Giosuè Carducci: "Onde venisti? quali a noi secoli/Si mite e bella ti tramandano?". A oltre un secolo di distanza la località pugliese torna simbolo di un nuovo dilagante fenomeno che si sovrappone in maniera impressionante alla margheritinizzazione e che con moderno conio anglosassone definirei
portocerving. Questa volta non si fa riferimento a un personaggio unico, ma a una massa di vippettini, ometti e donnette che, come i santi, vivono modelli di esistenza e sofferenza cui il credente deve ispirarsi. Per tutto l'inverno questi personaggi patiscono negli studi televisivi mediaset, sopportano le domande mononeurotiche di federica panicucci (
ma è ancora viva? O_O nd B) e i finti sorrisi di barbara d'urso, sudano in palestre a la pàge e dai tatuatori, rilasciano confessioni piccanti ad alfonso signorini e inediti squarci sulla propria fede mariana a sandro mayer. Poi, con i primi raggi del sole, gli abiti cadono come bozzoli di farfalle e costoro migrano in massa in Costa Smeralda. Chi non ha abbastanza soldi per seguirli fino in Sardegna, ricrea a casa le stesse condizioni fisiche e mentali dei propri idoli: attuano così il
portocerving. Finora lo abbiamo conosciuto solo in modalità virtuale, con migliaia di cloni di tronisti e cortigiane, similmente denudati e arroganti, che si agitavano in piscine comunali o lungo luride spiagge libere. Con l'apertura del locale di smaila, Margherita di Savoia fa qualcosa in più e dimostra che il
portocerving non è solo un evento virtuale, ma può concretizzarsi in una nuova margheritinizzazione del Paese. I presupposti ci sono tutti: dalle riviste che presentano in dettaglio la vita delle suddette nullità fino alla pizza. Una tavola calda di Peschiera Borromeo, in padania, ha in lista il menu Sophia Loren a 16 euro, il menu angelina jolie a 22 e il menu elisabetta canalis a 25. L'ingenuo noterà che i costi sono inversamente proporzionali alla fama delle attrici. Ma l'ingenuo ignora quelle impalpabili qualità che valgono più di un Oscar o di una carriera hollywoodiana e che sono alla base del
portocerving.
(Articolo di Tommaso Labranca tratto da FilmTv #26, del luglio 2010. Copyright degli aventi diritto. Minuscoli, dove presenti, miei.)
Bobby, ti confesso che sto diventando una fan di Labranca! Mi piacciono molto i suoi articoli perché sono veritieri e privi di quel lecchinaggio ai potenti che imperversa ormai dappertutto. Vacanze? Spesso preferisco passarle a casa, godermi il mio cortile invitando amici a cena. Basta portare il tavolo fuori, preparare cose semplici, ma genuine e alla portata di tutti, sedersi a tavola in compagnia. Et voilà, divertimento a basso costo assicurato. Il portocerving lo lascio fare ai soliti modaioli e snob di merda!! Alternativa? Mi piacerebbe trovare un'isoletta deserta...
RispondiEliminaBehccara,Labranca è anche uno dei miei miti,sennò i suoi articoli non li posterei sul blog!^^
RispondiEliminaSulle vacanze io sono anche più drastico: mi chiudo in casa, una pila di libri e fumetti a destra, una catasta di dvd a sinistra, cellulare spento (o comunque acceso il meno possibile) e chi s'è visto s'è visto. Che poi mi fan ridere quelli che "DEVONO" andare in vacanza ai confini del mondo e poi ritornano più stanchi di quando son partiti...