Alle 4.35 del mattino (circa)

Ieri mattina, prima di andare a lavoro ho come sempre dato un’occhiata al PC in soggiorno, perennemente acceso. Uno sguardo all’ibrido, ai blog, ai forum che frequento. Devo rispondere ad un mp. Quindi, come da prassi, do’ un’occhiata alle prime pagine di alcuni quotidiani online. “Il Sole 24 Ore”, per sapere come vanno le borse; non ci capisco un’acca di economia, ma vedere i numerini verdi mi tranquillizza. Un giro veloce su “Repubblica”, poi “la padania”…no, momento. Da quando ho il sito de “la padania” tra i miei preferiti? Da mai. Infatti è quello del “corriere della sera”. Ma i primi cinque articoli sono tutti per lui. umberto bossi dice la sua su Fini, sulla finanziaria, sul federalismo, sulle intercettazioni e sul calcio. Affermando che oggi l’italia vincerà comprando la partita. “Ha passato il segno”, tuonano gli alti papaveri della figc. Quelli che hanno permesso per anni alla juve ed altre squadre di truccare i campionati. Il che, immagino, garantisce loro una certa credibilità. La stessa che può vantare il senatùr, un tempo leader carismatico di una masnada di trogloditi che vedrebbero con favore un ritorno alla clava per dirimere le questioni, oggi vero e proprio ago della bilancia della vita politica e sociale italiana. Parlo della lega e non della clava: per ora siamo ancora al manganello, domani chissà. Quando sento gli esponenti dell’opposizione (chiamiamola così) blaterare sullo strapotere di berlusconi, mi viene ormai da sorridere. berlusconi è politicamente morto. Non resta che aspettare il momento in cui Madre Natura si deciderà a portarselo via. Oppure, in alternativa, che faccia uno sgarbo di troppo a bossi ed ai suoi. Magari non mettendo una volta per tutte la mordacchia a Fini, reo di aver messo in dubbio l’esistenza di quella terra promessa nota come padania, che sta ai legaroli come israele agli ebrei. Gianfranco non sa che, oltre ad essere politicamente controproducente, non è buona creanza infrangere i sogni di chi è mentalmente instabile? Con una persona che fino a qualche anno fa adoperava nei confronti dei suoi attuali sottoposti di governo toni che fanno apparire di pietro un’educanda bisognerebbe usare tatto e moderazione. Altrimenti potrebbe portare in piazza dieci milioni di fucili per mettere in pratica la secessione della padania dall’italia. Se non altro, adesso si è capito chi sono i dieci milioni di intercettati di cui vaneggiava silvio la scorsa settimana: sono i legaroli che preparano il bis di quel memorabile assalto al campanile di Piazza San Marco. La cosa più preoccupante? Che anche se dubito di vedere mai questi virtuosi della doppietta scendere in strada al primo latrato del bossi, la cifra dei dieci milioni appare realistica. Anzi, forse sottostimata. L’aria è cambiata e se n’è accorto anche lui, che sarà cerebroleso in più di un senso, ma non è affatto stupido. Sa benissimo che ormai può dire e contraddire, fare e disfare quanto e più del “mafioso di Arcore”, per dirla con le sue stesse parole di una quindicina d’anni fa. Così come i suoi scherani: ieri si sposavano con rito celtico e druido annesso, oggi rivendicano le radici cristiane dell’italia (e la padania?) e vogliono il crocefisso nella bandiera. Sarei anche portato a concederglielo per il solo gusto di vedere se avrebbero ancora il coraggio di bruciarla o pulircisi il culo. Una volta distinto dalla faccia. Adesso direte: ecco qua il solito post contro la lega nord. Oh no, cari vobis. Io per la lega nutro quello stesso sentimento che si nutre per gli antagonisti vincenti: li vuoi vedere morti, ma non puoi fare a meno di ammirarne le capacità e la spregiudicatezza. Senza le quali un movimento politico più volte condannato dall’Unione Europea perché portatore di ideologie retrograde e razziste, per non dire in odore di fascismo, non sarebbe mai riuscito a diventare il primo partito italiano e conquistare i voti di un elettorato orfano dei propri rappresentanti. Mi fa ridere bersani, e due secondi dopo vorrei sparargli nello stomaco con uno dei dieci milioni di fucili presi a prestito, quando si chiede com’è possibile che gli operai votino lega. Oh bello ciao: sarà mica colpa di bertinotti, ex leader cgil che una volta arrivato nella stanza dei bottoni ha avuto la brillante idea di farci sapere che “con i voti degli operai non si vince”? Sarà che la lega è riuscita a sdoganarsi senza smettere di parlare con la gente un linguaggio che la gente capisce? Cioè quello degli istinti più bassi, dei bisogni più immediati. La lega fa appello al lato più primitivo dell’italiano, piazzando qua e là delle belle parole ed idee che sembrano perfino assennate. Riuscendo a far dimenticare tutte le restanti porcherie di cui si fa portavoce. Almeno per un po’. Fino al prossimo sbarco di profughi in fuga da regimi totalitari. Fino alla costruzione della prossima moschea, e sul terreno su cui sarà edificata calderoli farà passeggiare il suo maialino tenuto al guinzaglio (o viceversa) tra il tripudio generale. Fino alla prossima pagliacciata di pontida. Fino alla prossima esternazione su chissà cosa di bossi. Che insieme ai suoi lanzichenecchi color prato rimane un autentico pericolo per il vivere civile. Ma sempre meno di chi li ha messi dove stanno con una semplice “X” su una scheda elettorale.

-La notizia del giorno: bossi si scusa (se serve) per le frasi sulla nazionale. La gasparrite dilaga, e "patria" ormai fa rima solo con "undicibamboccioniviziatiinmutandechecorronodietroadunapalla".

-La frase del giorno: “Certa gente non vuole che gli si contestino i sogni, per quanto siano folli”. (D. Swierczynski)