Una luce rimasta accesa in una casa abbandonata da un anno illumina la notte in quella che sembra una città fantasma. Comincia così, con questa immagine inquietante, il quarto film di Sabina Guzzanti, che torna a tematiche a lei care strizzando l’occhio al modello imposto da Michael Moore per i suoi documentari di denuncia sociale ed aggiungendovi una spruzzata di animazioni in stop motion che ricordano molto le gag dissacranti dei Monty Python. Tuttavia,e contrariamente a quanto ci ha abituato Sabina, si ride davvero molto poco nei novantatrè minuti della sua ultima fatica. Ed è bene che sia così. “Draquila”, titolo scelto dai lettori del blog della Guzzanti tramite sondaggio, racconta infatti l’anno vissuto dagli abitanti delle zone colpite dal sisma che poco più di dodici mesi fa rase al suolo una delle più belle città e patrimonio artistico d’Italia, dodici mesi che gli sfollati hanno trascorso in bilico tra la disperazione, la rabbia e la speranza che l’uomo della provvidenza risolvesse tutto con un colpo di bacchetta magica, realizzando un nuovo miracolo dei suoi. Neanche a dirlo, si parla ovviamente di silvio berlusconi, e di come abbia sfruttato la sciagura aquilana per far dimenticare gli scandali che lo travolgevano in quel periodo (come al solito) e riacquistare credibilità agli occhi degli italiani. Ma si parla anche di un altro personaggio controverso, quel guido bertolaso capo della protezione civile, vicinissimo ad ambienti istituzionali e vaticani, arrivato ad un passo dal diventare ministro e fermato sul traguardo dagli scandali che l’hanno travolto insieme all’organizzazione da lui guidata. Corruzioni e truffe che impallidiscono di fronte al sistema orwelliano con cui erano (sono!) gestite le tendopoli, nelle quali è vietato il diritto d’assemblea ed il consumo di alcoolici e bevande contenenti caffeina. E tutto ciò sbiadisce ulteriormente nel vedere non già la sfacciataggine del presidente del consiglio e le trivialità ostentate nelle sue molteplici visite in Abruzzo, quanto la reazione dei cittadini stessi. Pur riservandosi numerose parentesi d’approfondimento sugli aspetti più tecnici e politici, Sabina lascia infatti che a parlare siano le immagini e le testimonianze di chi la tragedia l’ha vissuta, in modi diversi, sulla propria pelle, dando ampio spazio a chi nutre una fede incrollabile in berlusconi e nelle sue capacità di risolvere quanto prima ed al meglio la situazione, restituendo a tutti una casa da sogno. Assistiamo dunque ad un duplice dramma; quello di chi nel terremoto non ha perso solo i propri cari e la propria abitazione, ma anche la dignità di individui e di esercitare i propri diritti civili. Ogni tentativo di protesta è visto infatti come un ostacolo all’opera di ricostruzione da parte dei propri concittadini, ben disposti a vivere come reclusi o far finta di essere “in vacanza al mare” durante la reclusione coatta negli alberghi sulla costa pur di lasciar lavorare l’amato silvio ed il prode guido. Ma alla fine la rabbia degli aquilani esploderà, riunendoli tutti sotto l’egida dell’ira, all’indomani della pubblicazione delle intercettazioni che riportano le parole di due imprenditori che ridevano al pensiero degli appalti per la ricostruzione proprio mentre sotto le macerie morivano centinaia di persone. Allora, in una sequenza da brividi, gli aquilani marciano fino al centro storico, abbattendo le transenne che lo circondano, per riprendersi la propria città. Anche solo per un attimo. Una rabbia forse incompresibile al resto d’italia, che ignora o quasi i retroscena di questa disgrazia. Perché i principali organi d’informazione hanno mostrato, ovviamente, solo gli aspetti più tranquillizzanti della vicenda. A riequilibrare le sorti ci pensa allora questo film, non privo di sbavature e talvolta apparentemente incerto sulla direzione da prendere, specie quando Sabina si lascia trasportare dal livore per berlusconi abbandonandosi ad ampie digressioni superflue e persino fastidiose (personalmente mi ha abbastanza urtato quando, nei primi minuti, lo ha definito “stronzacchione”; non perché berlusconi non lo sia, ma perché mi è parso poco opportuno abbandonarsi a certi sfoghi in un contesto del genere, col rischio di minare la credibilità dell’opera nel complesso), ma indispensabile, necessario per avere un quadro completo su una delle più drammatiche pagine della nostra storia, e per toccare con mano la sfacciataggine priva di scrupoli di coloro che sono stati dipinti come “salvatori”. E comunque, non dimentichiamoci che questo film ha fatto incazzare bondi, che si rifiuta di andare al festival di Cannes dove “Draquila” è in programmazione fuori concorso. Non penso che serva altro per andare di corsa in sala a vederlo.
“Draquila- L’Italia Che Trema”
Di e con Sabina Guzzanti
Documentario, durata: 93 minuti.
Per approfondire:
“Sangue e Cemento”
Con Paolo Calabresi; Regia Gruppo Zero
Durata: 60 minuti.
Disponibile in cofanetto, libro + DVD, a 12,90€
-La notizia del giorno: bondi non va a Cannes. Le agenzie di rating rivedono al ribasso il livello di stronzaggine in Francia per la prossima settimana.
-La frase del giorno: “In Abruzzo abbiamo messo sotto una copertura 122 tangentopoli organizzate ” (lapsus di silvio berlusconi in una conferenza stampa in Abruzzo sulla gestione del dopo terremoto, 8 settembre 2009. Sì, dai, "lapsus" per modo di dire...)
confermo: devo aspettare a vederlo..
RispondiEliminaNon l'ho ancora visto ma ovviamente mi riprometto di farlo presto, la vicenda di per se già offre infiniti spunti di riflessione lasciando perplessi difronte alla tentazione di credere al miracolo delle case ed alla truffa mediatica.
RispondiEliminaAd ogni modo la cosa più triste è la convinzione o la certezza che qualsiasi cosa sia stata fatta abbia come ratzio non il sollievo delle popolazioni aquilane ma il sollievo ai problemi di immagine di una politica negativa ed ambigua.
La Guzzanti è sicuramente brava ma non riesce a decollare su di un livello alto ancorata ed appesantita da un pregiudizio che diventa un limite, per cui credo che condividerò caro Bobby il tuo senso di fastidio per alcune situazioni che anzichè dare respiro al film lo costringeranno all'interno di un vincolo ideologico che inevitabilmente ne limita la fruibilità.
P.s.
Visto che bella pioggia in tema col mio umore!
In settimana lo guarderò ma sento già che condividerò molte delle cose da te scritte, memore soprattutto dei precedenti film di Sabina..
RispondiEliminaBuona giornata a te Bobby e a chi passa da queste parti!
Grazie caro, ma la giornata è stata davvero pessima, quindi rimando a domani ogni ulteriore considerazione e mi fiondo a letto che son messo malissimo... -____-
RispondiEliminaRimbocchiamo copertina Bobby......buonanotte!
RispondiEliminaGiornata pessima? Messo malissimo? :(
RispondiEliminaOk, rimbocchiamo copertina! :-*
La prossima volta però la testa lasciatemela fuori,sennò non respiro...ah,era fatta apposta? Con amici come voi chi ha bisogno di nemici...-_-
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