Ho la malsana abitudine, dopo mangiato, di dare una scorsa ai principali giornali online, tanto per mandar giù qualcosa di amaro dopo lo yogurt. Ieri a mezzogiorno, mi cade l’ occhio su un articolo di fondo de “Il Sole 24 Ore” che recita: “L’ Uomo Ragno licenziato”. In una paginetta striminzita la giornalista ci parla del numero uscito negli USA, in cui Peter Parker viene licenziato in tronco dal Daily Bugle a causa della crisi economica. Seguono commenti autoincensanti dell’editor americano Steve Wacker, del direttore di Panini Comics (concessionaria italiana per i fumetti Marvel) Marco M. Lupoi, di Leo Ortolani e Simone Bianchi, fumettista uno ed illustratore l’altro, che non si sa bene a che titolo parlino essendosi occupati del Ragno solo di striscio in parodie e copertine. Max Brighel, curatore dell’edizione italiana che in quanto tale magari avrebbe potuto parlare con cognizione di causa, non pervenuto. In calce a tutto questo, un paio di miei sapidi interventi. Non sono abituato a commentare gli articoli dei quotidiani, ma questa volta non ho saputo resistere. Sia per una ragione di correttezza, che per una questione di sensibilità. Tanto per cominciare, la notizia che Peter Parker venga licenziato in tronco con tutte le conseguenze del caso ha lo stesso impatto sociale di dire “il 25 dicembre ci si scambia i reagli di Natale”. Sono 70 anni che Peter Parker viene licenziato in tronco da qualsiasi lavoro, crisi economica o no, a causa della sua doppia vita di vigilante mascherato e del suo esagerato senso di responsabilità che lo induce ad indossare calzamaglia e lanciaragnatele appena vede un gattino sull’albero. Persino quando sposò la splendida Mary Jane Watson, modella ed attrice dai cachet a più zeri, non potè avere una stabilità economica degna di questo nome. Mary Jane perdeva sempre lavoro ed ingaggi per vari motivi, spesso pretestuosi. Solo quando Peter passò l’identità segreta con annessi e connessi a Ben Reilly, il suo mai troppo compianto clone, e si ritirò a vita privata con Mary Jane, potè contare su un tenore di vita da middle-class. Mentre Ben Reilly doveva inventarsi di tutto per portare a casa qualche soldo quando non era impegnato a saltare da un grattacielo all’altro in mutandoni rossoblu. Del resto, uno dei cardini del successo dell’Uomo Ragno è proprio il suo essere un perenne sfigato in cerca di occupazione più o meno stabile, soddisfacente e remunerativa, come la maggior parte dei suoi coetanei. Occupazione che, se anche viene trovata, non dura mai a lungo; non puoi dire al tuo caporeparto che sei arrivato ancora in ritardo perché stavi facendo a botte con Rhino. E quindi, licenziato di nuovo e senza un soldo, Peter deve ricominciare tutto da capo. Lo status quo, alla Marvel, viene prima di tutto, anche delle buone idee e delle innovazioni che attirano più lettori di quanto non facciano dei pietosi “ritorni alle origini più vere del personaggio”. Tutto questo per dire che la notizia epocale, semmai, avrebbe dovuto essere “L’Uomo Ragno assunto a tempo indeterminato”. A parte le faccende prettamente biografiche del personaggio, c’è poi la questione dell’opportunità di pubblicare questa “notizia” (che manco a dirlo era tra le più cliccate) in un momento come questo. Quando centinaia di persone reali in Italia, e migliaia nel mondo, perdono il loro posto di lavoro per davvero e non possono sperare né di fare i riservisti nei potenti-segreti-oscuri-quellochesono Vendicatori né che uno sceneggiatore pietoso risolva la situazione in una manciata di albi. Con che spirito, che faccia pubblicare un articolo del genere oggi come oggi? Con quale filosofia? “La crisi non risparmia proprio nessuno”? “Mal comune mezzo gaudio”? ”Siam tutti sulla stessa barca”? Sarebbe già qualcosa.L’impressione è che si sia semplicemente concesso uno spazio, per quanto piccolo, ad una major che lo ha usato a proprio uso e consumo per una pubblicità cinica e, soprattutto, ingannevole. Non mi aspetto le scuse da parte dell’autrice dell’articolo (ci mancherebbe!!!),ma forse la direzione del Sole dovrebbe porgerle a tutti quei lavoratori disperati, col conto in rosso e soprattutto reali che sono stati, spero ingenuamente, equiparati ad un personaggio letteralmente di carta. Quanto ai vertici Marvel, soprattutto Italia, mi piacerebbe pensare che abbiano provato almeno un minimo di imbarazzo nel dire quello che hanno detto. Ma conoscendoli, soprattutto l’esimio Lupoi, ne dubito fortemente.
Il link all'articolo:
http://www.ilsole24ore.com/art/SoleOnLine4/Tempo%20libero%20e%20Cultura/2010/03/uomo-ragno-licenziato.shtml?uuid=d382a126-2694-11df-b067-ae5dbc7804ba&DocRulesView=Libero
-La notizia del giorno: il senatore Granata, ex an ora pdl, sostiene che sono pronti a far cadere il governo se non modificherà la riforma della giustizia. Ed io che non sapevo chi votare a fine marzo.
-La frase del giorno: “All’uomo non importa dell’umanità,all’uomo importa solo dell’uomo.” (T. Moore)
giovedì 4 marzo 2010
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Innanzitutto complimenti per la tua malsana abitudine di dare un occhiata ai giornali, purtroppo credimi, sono sempre meno che lo fanno prima, dopo o durante i pasti.
RispondiEliminaCome dicevi che il povero Peter perda il lavoro non è una cosa nuova lo spieghi benissimo e con evidente padronanza della materia.
Cosa nuova e sicuramente interessante è che il Sole in un perido in cui avrebbe tanto altro di cui scrivere dedichi un articolo.
Carineria verso una major, redazionale pubblicitario, chissa.
Certo che portare il lettore a pensare che persino un supereroe, seppure il più sfigato, possa essere inghiottito dalla crisi è come dire "non ti stupire se capita anche a te domani".
Il nostro Spider è un po l'esempio dell'uomo comune che può aspirare a ben più alte cose. Zero fisico e occhi azzuro come Superman, ne migliardi e tecnologia come Batman, non viene nemmeno da un altro pianeta; trova solo una tutina abbastanza ridicola e diventa di colpo un eroe, allora potremmo farcela tutti!
Bene licenziato in tronco, giusto per rimettere a posto le cose e no farsi strane ideee.
Ma forse non era questa l'intenzione del Sole, si trattava semplicemente di un fatto di "costume", probabilmente Bobby sara stato lo yogurt a renderti un po "acido".
In definitiva la sensibilità di chi ha perso il lavoro, o si trova in situazioni preoccupanti e poca cosa agli occhi degli editori, in fondo anzichè dare uno sgurdo alle notizie che escano a cercarsi un lavoro! Sfaticati!
La realtà e la finzione due spazi che dovrebbero essere su piani diversi ma che spesso, quasi involontariamente, si interecano giusto per far riflettere quel tanto.
Giornali, televisione lo specchio della società in cui viviamo, oggi mi permetto di suggerire una frase del giorno, è di Ennio Flaiano e risale agli anni '70 "Fra trent'anni l'Italia sarà non come l'avranno fatta i governi, ma come l'avrà fatta la televisione".
Ma Berlusconi quante televisioni ha?
Infine il buon Costanzo fa flop con il suo nuovo progranna su Rai uno, ha sempre la possibilità di lavorare per la moglie, passado dalla poltrona al trono!
Boyofthetime
Quel che mi inacidisce ulteriormente è che fino a qualche anno fa(nemmeno troppi)i fumetti erano considerati roba per bambini e trattati come tali;divenuti bussiness,adesso ci tocca pure leggere articoli come questi che mi aspetterei di vedere su qualche rotocalco berlusconiano,ma non sul principale quotidiano economico d'italia (che è pur sempre diretto dall'ottimo riotta,il quale nelle prime settimane di gestione ebbe pure la brillante idea di far sparire gli indici di borsa per dar spazio agli articoli sul cavaliere). Invece del licenziamento (ennesimo) di Peter Parker non ha parlato nemmeno studio aperto. Fate vobis...
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