Una manciata di giorni, e ci saremo lasciati alle spalle il 2009, che sarà ricordato come l’ anno della crisi. O come il preludio all’ anno della crisi, che qualcuno dice arriverà davvero nel 2010. Ovviamente non sono quelli che “la crisi non c’ è mai stata, è un’ invenzione dei media”, soprattutto suoi, a dirlo. Nè quelli (quella) che “il peggio è alle spalle, ma se lo stato non ci dà ancora qualche soldo chissà cosa può succedere...”. Con buona pace di chi vuol cacciare gli imprenditori collusi con la mafia da confindustria, e non i vertici di quest’ ultima che dal podio dell’ ennesimo meeting lancia avverimenti nello stesso stile (buon natale anche a lei, signora marcegaglia... usare anche i soldi di questi circhi itineranti da cui gioca a fare emma corleone no, eh?). Non è però delle aziende cattive o delle banche bastarde che voglio parlare, ma della categoria alla quale appartengo quando non sono assorbito dai miei universi letterari. Che si avvolge nella bandiera con falce e martello e versa la lacrimuccia per suscitare l’ emozione della casalinga di Voghera sintonizzata sul tg3 o sui servizi di corrado formigli, sempre convinto di lavorare per lamberto sposini anzichè per santoro. Quelli che il sindacato volevano bruciarlo, ma appena si sentono le fiamme al culo corrono a fare la tessera e la mettono nel portafoglio, vicino a quella di forza nuova. Bene; visto che siamo in periodo, auguro a tutti i miei colleghi operai un 2010 ancora più duro del 2009. Di ritrovarsi con lo stipendio ridotto ad un terzo (“AD”, non “DI”). Auguro loro che, dopo aver spedito la letterina a babbo natale, gliene venga recapitata una dall’ ufficio del personale (pardon, risorse umane; il politically correct che avanza) in cui li si ringrazia per il lavoro svolto e li si invita a cercarsene un altro. Sono stronzo? Sì. E disgustato da persone che si ammazzano di debiti, prestiti e finanziamenti ben oltre le loro possibilità economiche per comprarsi il cellulare da 600 euro, o per le irrinunciabili due settimane agostane a riccione. In alta stagione, naturalmente, ed in hotel di lusso, perchè vuoi mai che i vicini pensino che non ho soldi? Lo stesso motivo per cui si comprano transatlantici su ruote dentro i quali poi saranno costretti a dormire, causa sfratto per non aver pagato l’ affitto. Ma il cattivo è il padrone di casa. Ed i parassiti sono le banche. Non chi, quando riceve una telefonata in cui gli vengono proposti “finanziamenti ad un tasso interessante”, anzichè declinare più o meno cortesemente da’ un’ occhiata alla catasta di bollette e debiti già accumulata e sogghignando risponde “mi dica di più”. Così in quattro e quattr’ otto si ritrova con la cessione del quinto per comprarsi qualcosa che al 99% non gli serve assolutamente, ma tant’è, mi tolgo lo sfizio. E se poi finisco a mangiare pane e cipolla al buio perchè non so gestire le mie finanze, salvo poi dissertare di economia mondiale come fossi strauss- kahn, la colpa è delle banche, delle aziende, del capitalismo cattivo, sono una povera vittima, io io io. L’ arte tutta italica di piangersi addosso; si dimentica che banche, industrie e via dicendo sono sì delinquenti in doppiopetto, ma fanno anche una cosa semplice semplice: il loro lavoro. Che spesso coincide con lo sfruttamento dell’ ottuso egoismo di gonzi attirati dalle offerte di mediashopping. Il risultato è che poi vediamo famiglie dormire nella smart dopo essere state sfrattate o licenziate da “aziende in cui ho lavorato per tot anni”. Spesso svendendosi per una carriera effimera ed illusoria; ma ognuno fa quello che può per sentirsi qualcuno. Salvo poi non farsi una sola domanda quando, messo in cassa integrazione, si dispera non tanto -non solo- per la decurtazione dello stipendio, ma perchè “a casa non so cosa fare”. Ovviamente: non hanno un hobby, non hanno amici, non hanno una vita al di fuori del lavoro cui hanno sacrificato tutto questo. E mi guardano male quando il capo mi dice “settimana prossima non lavori”, ed io esulto come cassano dopo un gol. Forse invidiosi perchè un’ esistenza privata, persone a cui dedicarmi, interessi diversi dalla partita di calcio la domenica li ho, ho saputo crearmeli e coltivarmeli e sono sempre contento di potermici dedicare. Pazienza se per farlo mi ritrovo qualche cento euro in meno sullo stipendio; sono cose che nessuna cifra o promessa di carriera può sostituire o rimpiazzare. E mi danno la sicurezza che, semmai dovessi finire anche io nelle pesti, non dovrò usare il depliant del mio ultimo soggiorno alle canarie per coperta o abbracciare televisore al plasma come fosse un orsacchiotto. Nè mi ritroverò circondato da sconosciuti dall’ aria familiare, che alla domanda “Ma voi chi siete?” risponderanno gelidi: “la tua famiglia. Sai, quella che portavi al centro commerciale la domenica pomeriggio, l’ unico giorno in cui non lavoravi. Perchè non sapevi dove altro portarci. E dovevi comprare il nuovo dvd- blu ray high definition che ti fa anche il caffè. Ovviamente, pagandolo a rate con quel finanziamento tanto vantaggioso...”
-La notizia del giorno: per ottenere la cittadinanza italiana,un cittadino extracomunitario dovrà dimostrare,tra le altre cose,di conoscere e rispettare le leggi italiane. Cioè dovrà mostrarsi migliore degli indigeni.
-La frase del giorno: “Usiamo solo un decimo del nostro cervello. E si vede.” (L. Ortolani)
mercoledì 23 dicembre 2009
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