giovedì 15 ottobre 2009

Ràlenti

Ultimamente ho parlato molto di me stesso, delle sensazioni vecchie e nuove che questi giorni mi stanno portando o facendo riconsiderare; cambiamento a quanto pare assai visibile, a detta di chi mi conosce. Niente di strano; sono sempre stato una pessima faccia da poker, giuoco che nemmeno conosco, ma sul quale attendo di essere istruito da chi di dovere. Altrettanto spesso ho blaterato di politica e società, spesso usando come portavoce il buon Tommaso Labranca (che rimane un grande, checchè ne dica quella piantagrane di Sweepsy!). Scorrendo i post a ritroso, però, scopro che non parlo da qualche tempo di ciò che dovrebbe essere il perno attorno al quale ruota questo spazio, cioè le mie opere, o meglio operine, letterarie. Mi piacerebbe dirvi che sto procedendo come uno schiacciasassi sia nella stesura di “Sine Requie” che verso la conclusione del famigerato “episodio 1”... ma vi direi una balla. La verità è che sono fermo da un paio di settimane. Non per mancanza di voglia, ma di tempo, e conseguentemente di energie. Il rientro al mio lavoro ufficiale mi ha sottratto quelle otto ore che prima dedicavo alla stesura e revisione di romanzi e racconti. Ben venga una lieve ripresa dell’ attività lavorativa, che mi permette di rimpinguare un po’ il conto in banca. Il rovescio della medaglia è però che con essa sono ripresi anche imprevisti e contrattempi, che mi hanno portato a maturare la decisione di lasciare indietro, nei prossimi mesi, alcune attività per così dire collaterali. Potrebbe essere preso come un gesto di vigliaccheria, egoismo o mancanza di determinazione. Dal mio punto di vista, certamente di parte, è semplicemente la presa d’ atto di uno stato di cose, ed un indice di responsabilità. Al momento non ho la testa per dedicarmi ad una serie di impegni che prevedono una buona dose di tempo, concentrazione ed attenzione, due fattori che al momento preferisco riversare altrove. Da qui la scelta, sorprendentemente poco sofferta, di accantonare (momentaneamente?) alcuni oneri ben poco onorevoli presi tempo fa, senza precludermi la possibilità di dedicarmici nuovamente in futuro, se la situazione lo permetterà. Adesso trovo semplicemente sciocco ed improduttivo sperperare le poche energie concesse dalla mia vetustà in mille cose, facendole tutte in maniera approssimativa, quando posso concentrarle su magari una sola decina, ma farle come si deve. Ed attualmente, sul podio di quella ipotetica decina (ma non al primo posto, occupato da persone cui voglio dedicarmi con tutto me stesso) c’ è per ovvi motivi la mia attività letteraria. Che per essere svolta in maniera decente, anche se mai mi apparirà tale, presuppone da parte mia una certa rilassatezza mentale. Difficile averla del tutto, in tempi incerti come questi... ma credo che sbarazzarmi di un po’ di zavorra servirà alquanto. Quindi abbiate pazienza; presto tornerò ad aggiornarvi sulla prosecuzione delle mie trame e dei miei progetti. Cosa sono quelle facce? Pensavate che... no, un momento: pensavate che tra le attività collaterali da accantonare ci fosse anche questo blog?! Davvero vi siete illusi che avrei rinunciato al piacere di seviziarvi giornalmente coi miei sproloqui? Siete infondatamente ottimisti....

-La notizia del giorno: Ehy, ho fatto un post più breve di una pagina!!!

-La frase del giorno: “Un fallimento mediocre è insopportabile proprio quanto un mediocre successo.” (Tim Robbins)

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