venerdì 30 ottobre 2009

Diario romano 6- Escili subito che ho fretta! (ovvero: sugooooe !!!)

Martedì mattina, tanto per cambiare, sveglio la sveglia. Puntata per le 7, a quell’ ora mi trova già bello che vestito. Poi mi guardo allo specchio: facciamo che mi trova vestito e basta. Ho urgente bisogno di una rasata e di un lungo lungo bagno. Un ultimo sforzo, gli ultimi riti. Un’ abbondante colazione con sconosciuti mai visti e che mai rivedrò, la riconsegna della chiave alla reception (e del chilo e mezzo di portachiavi di metallo pieno ad essa agganciato), e sono di nuovo per strada. Per uno di quei curiosi effetti di sfasamento, ora che sono bello riposato (uhm... riposato e basta, ad onor del vero) il tragitto fino alla stazione mi sembra molto molto più breve di quello della sera prima. In effetti, mi sembra di raggiungerla in un lampo. La fretta di tornare a casa distorce le mie percezioni? Probabile. O forse la deriva dei continenti continua in maniera impercettibile... Non mi resta che un’ ultima faccenda da sbrigare. Un pensiero semplice per una persona speciale. Il perchè di questo lo so io (e la persona in questione, of course ). E so anche dove andare a parare. Ricordate quelle bancarelle davanti alla stazione di cui vi ho parlato nella seconda puntata di questa cronaca? Ricordate di come una avesse attirato particolarmente la mia attenzione? Ecco. Proprio lì si trova il mio obiettivo. Proprio nell’ unica bancarella che alle nove meno cinque è ancora irrimediabilmente chiusa. Tutte le altre sono aperte, tranne quella. A che ora parte il mio treno? Alle nove e mezza. Mi aspetto quasi di girarmi e vedere un roveto in fiamme che mi incarica di salire sul monte e prendere le Tavole di pietra con sopra scolpita la Legge di Murphy. Mentre son lì a coniare madonne che voi mortali non potete nemmeno immaginare( ed esercitare la mia immaginazione che infine mi convince che sì, probabilmente ho visto giusto circa ciò che voglio acquistare) arriva il proprietario della bancarella. Con il senno di poi, sono un po’ pentito di averlo tampinato perchè recuperasse quanto prima ciò che volevo in tempo utile per farmi prendere il treno; non deve essere stato piacevole, per lui, avere un tizio agghindato come il sottoscritto che gli ronzava attorno invitandolo con garbata decisione a sbrigarsi... e sempre sul punto di trasformarsi nel Mister Pink di tarantiniana memoria. Fatto sta che, alla fine, ho ottenuto quel che volevo, e sono riuscito a prendere la freccia comunista in tempo. Preparatomi ad un viaggio tranquillo e privo di motivi d’ interesse, trovo il mio posto e mi accomodo, sfoderando il mio fidato libro di Biagi (non ho sonno, quindi potrò dargli una bella lettura) ed il mio lettore MP3 (se mi calasse il sonno, come in effetti accadrà, stavolta non rischierò di rimanere a metà di una canzone causa batteria scarica; ne ho ben quattro a disposizione). E’ in quel momento che sento un cicaleccio familiare davanti a me. Perchè stavolta non ho come dirimpettaio il retro di un sedile: stavolta ho due turiste giapponesi che di colpo mi fanno sentire in uno dei miei amati anime. Mi aspetto quasi di guardare fuori dal finestrino e vedere Imai farsi fregare per l’ ennesima volta da Mitsuhashi e salire sul treno per Tokio anzichè su quello per Kioto, oppure il Grande Mazinga sorpassarci a tutta velocità in volo.* L’ apoteosi, per così dire, verrà raggiunta quando mi offro di sistemare nel portabagagli sopra le nostre teste le loro ingombranti valige, destinate altrimenti a vagare per tutta lo scompartimento ad ogni oscillazione del treno; incurante del loro “pesanti, molto pesanti”, porto a termine l’ operazione senza alcun problema (chè pensati non erano, semmai “ingombranti, molto ingombranti”), e vengo gratificato da un “sugoooe!”... che in giapu significa più o meno “fantastico”, “eccezionale” o roba del genere, ma qui chiedo conferma ai portatori sani di idioma nipponico che scorrazzano da queste parti. Ecco, adesso sì che sembra davvero di essere in un cartone animato. La tentazione di rispondere con qualcosa di consono è tanta, ma considerato che conosco perlopiù frasoni roboanti prese da serie robotiche, concludo che non è il caso (immaginate la scena, tradotta per i non bilingue: “eccezionale!” “Ed ora, con l’ aiuto del sole, avrò la vittoria!”, oppure “La mia mano arde di fiamme rosse come sangue che mi gridano di afferrare la vittoria!”... no, meglio di no).E comunque non sarà l’ unico motivo di soddisfazione del viaggio; sono partito da nemmeno un’ ora, quando ricevo un insperato SMS. Adesso ho ancora più fretta di tornare a Milano; alla grigia banchina della stazione centrale, in una giornata che attraversando l’ Italia passerà da soleggiata a coperta, trovo ad aspettarmi un sorriso ed un abbraccio che spazzano via di colpo tutta la stanchezza. Purtroppo sarà un incontro breve; il tempo di un caffè e di un pasto veloce (ultimamente ho sempre fame... com’ è ‘sta storia?), e poi via, ognuno di noi deve tornare ai propri impegni, alla propria quotidianità. Un ultima corsa in metro, un ultimo treno; il passaggio fino a casa datomi da un amico di quelli che, a differenza dei parenti, ti scegli, e scopri essere più prezioso e leale dei parenti stessi. Sono circa le 17 di martedì 20 ottobre. Mi rendo conto di quanto sono stanco solo quando mi puccio in una vasca colma d’ acqua calda. Mi rendo conto di quanto sono soddisfatto rileggendo da capo le righe di questa saga a puntate. Mi rendo conto, anche che mi mancava la mia routine fatta di persone e gesti consueti, preziosi. Come l’ aggiornamento di questo nostro preziosissimo angolino...

*queste le capiremo in pochi... risvegliate il nerd dentro di voi, e sarà fatta la luce...

3 commenti:

  1. Oh quei dannati impegni quotidiani che separano le persone e mi fanno sbattere la testa su questi ***** di libri ( perchè sono educata IO... muahahahah!!!)

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  2. Disse Maria Antonietta che la vita può separarci,ma mai dividerci...credo che sia vero.Sempre che le persone a noi care sposino lo stesso concetto,e nonostante gli impegni quotidiani trovino sempre un po' di tempo per noi.Tu che ne pensi?^^ (vabbhè che questo è un luogo inquietante,ma non ridere così...-_-)

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