Inauguriamo oggi una nuova rubrica a cadenza settimanale (spero) dove dirò la mia su storie e saghe che mi hanno profondamente ispirato. In negativo. Dicevo ieri che sono un lettore disilluso, che non mi aspetto niente da ciò che guardo e leggo.Capita che un’ opera invece mi sorprenda per originalità, e la segno sul mio taccuino mentale, come esempio cui ispirasi. E badate bene che ho detto “ispirarsi”, non “imitare”. Capita però anche il contrario. E purtroppo capita sempre più spesso. Chiudo il volume, guardo i titoli di coda, e mi chiedo come si possa produrre una cosa del genere. Come possa piacere, soprattutto. Ovvio, siamo nel campo del “de gustibus”. Quindi quanto dirò “non disputandum est”. E sia chiaro fin da subito: non sto dicendo di stare alla larga da quanto segnalo. Non sono sconsigli per gli acquisti; au contraire.
Comprate questi volumi, guardate questi film. Perchè uno scrittore ha anche e soprattutto bisogno di esempi da NON imitare. Fine preambolo, andiamo ad incominciare.
“Soltanto un altro giorno”- Panini Comics/Marvel Italia, pubblicato sui numeri 487-488 del quindicinale “Spider Man” e sul quarto volume della collana “Supereroi-Le grandi saghe” del Corriere della Sera/ Gazzetta dello Sport
Non ho mai amato particolarmente l’ Uomo Ragno. Come lettore di testate Marvel, l’ ho sempre comprato più che altro per dovere di completezza. Ultimamente però aveva risalito la classifica, arrivando in cima alle mie collane preferite. Merito di grandi Autori (maiuscola voluta) come J. M. Straczynski, B. M. Bendis e Mark Millar. Il secondo ed il terzo hanno cambiato radicalmente lo status quo del personaggio, inserendolo nel gruppo dei Nuovi Vendicatori (Bendis) e facendogli svelare la sua identità segreta nel corso di “Civil War” (Millar). Straczynski ha spianato loro la strada con archi narrativi sulla testata regolare di Spidey, dove finalmente Peter Parker non è più un disperato in balia degli eventi ed affetto da un buonismo cronico che rasenta la coglionaggine (e malamente spacciato per “eroismo” ), ma una figura a tutto tondo circondata da personaggi altrettanto tridimensionali. Recuperate “La conversazione”, e scoprirete che nelle mani di un Autore come Straczynski anche un personaggio insipido ed odioso come zia May diventa interessante ed amabile. Allora, cosa va storto? Potremmo dire la “Propulsione a Serialità Infinita”, per parafrasare il mitico Douglas Adams. E l’ assurda convinzione di qualcuno che si stava meglio quando si stava peggio. Cioè negli anni ‘70- ’80, quando Peter non era sposato con Mary Jane. Purtroppo Quesada, editor in chief della Marvel, ha questa fissa che il matrimonio renda Peter troppo vecchio, e quindi i fans più giovani non possano identificarsi con lui. Ora, a parte che i fans più giovani si identificano di più con Wolverine, il Punitore e Venom, sappiano i non addetti ai lavori che Peter ed MJ si sposarono qualcosa come venti- trent’ anni fa. Non l’ anno scorso, anche se nel mondo Marvel il tempo scorre più lentamente. Insomma, c’ è stato tutto il tempo di metabolizzare ed accettare la cosa, che peraltro i fans dell’ epoca chiedevano a gran voce. In ogni caso, a dimostrazione che mettere un nerd a capo di una casa editrice può essere una catastrofe, Quesada ordina di disfare il matrimonio in qualunque modo per riportare Peter alla scanzonata leggerezza del bel tempo che fu, quand’ era single, giovane e senza un pensiero per la testa se non rimediare i soldi per l’ affitto e bastonare Goblin o chi per lui. E ci può stare. Ci sono migliaia di modi per raggiungere questo risultato. Le premesse sono anche incoraggianti; con l’ identità segreta ormai non più tale, Peter diventa un bersaglio per tutti i suoi nemici, oltre che un ricercato dal governo americano per non aver sottoscritto l’ Atto di registrazione dei superumani (vedi “Civil War”). Braccato ed in fuga, sfugge per un soffio ad un proiettile destinato a lui, che ferisce a morte zia May. Wow. Disperato, furibondo, Peter prima si vendica massacrando di botte il mandante dell’ omicidio in pagine da pelle d’ oca, e poi cerca in ogni modo di salvare la zia. E qui precipitiamo nell’ assurdo. In un mondo ipertecnologico come quello Marvel, dove Tony Stark se ne va in giro con un cuore artificiale,esistono androidi che replicano perfettamente gli umani (tanto che spesso si convincono di esserlo) ed i Fantastici Quattro saltano da una dimensione all’ altra come se prendessero un ascensore, nessuno, dico nessuno è in grado di salvare una settantenne da una ferita d’ arma da fuoco. Nemmeno maghi supremi come il Dottor Strange,che anzi pensa bene di fare una tirata a Peter su come bisogna accettare il destino per quello che è. Lui, che è morto e risorto più volte. Viva la coerenza. Comunque; torniamo a noi, anzi a Peter ed MJ, angosciati e disperati oltre ogni limite, sentimenti resi perfettamente dalla prosa di Straczynski. Zia May sembra spacciata, e sarebbe pure ora di dare a questa donna il meritato riposo. Una morte degna come solo pochi autori saprebbero darle. Straczynski è l’ uomo giusto al posto giusto. Ma non sia mai. E’ il matrimonio che deve morire, non la vecchia, che di lì a breve tornerà ad essere l’ insopportabile personaggio che tutti amano odiare. E come si uccide un matrimonio? Facendo scendere in campo nientemeno che Mefisto, il Diavolo in persona. Che si offre di salvare la vita della zia in cambio della più grande felicità di Peter. Cioè del suo matrimonio con MJ. E Peter accetta. Sull’ onda dell’ entusiasmo, perfino MJ fa un paio di patti con il Diavolo: si può fare in modo che nessuno ricordi l’ identità segreta di Peter? Ma come no! Voilà. Del secondo patto nessuno sa niente, ma sicuramente costituirà la scappatoia attraverso la quale tutto ‘sto pasticcio verrà spazzato via. Pasticcio orchestrato sì da un riluttante Straczynski (che infatti subito dopo abbandona la testata, chissà perchè ), ma voluto da Quesada, tutto contento del risultato raggiunto: trent’ anni di storie cancellati con un colpo di spugna. Tutto quello che aveva reso interessante, vivo, vero l’ Uomo Ragno annullato. Insieme ad una vasta fetta di lettori. Perchè va bene tutto, ma questa è stata troppo grossa. Delle mille e mille possibilità disponibili per sciogliere il legame, sempre che fosse proprio necessario, questa è la più ridicola; come ridicoli sono i tentativi del curatore italiano della testata (l’ ottimo Massimiliano Brighel, che deve pur portare a casa la pagnotta ed ha tutta la mia simpatia e stima) di giustificare l’ ingiustificabile, magnificando i nuovi, avvincenti archi narrativi del Ragno che personalmente mi fanno cadere le braccia per quanto sono infantili ed approssimativi. Mi sento come se, dopo aver mangiato in un ristorante a cinque stelle per mesi, adesso fossi costretto a pasteggiare da Mc Donald. Ma continuo a comprare l’ Uomo Ragno. O Spider Man, che dir si debba per ordine di Mamma Marvel. Perchè comunque, per la Seconda Legge della Propulsione a Serialità Infinita, qualcuno presto o tardi rimedierà a questa vaccata che doveva far balzare in avanti le vendite, e le ha fatte balzare sì, ma all’ indietro (praticamente tutti quelli che conosco hanno smesso di comprare l’ Uomo Ragno). Sembra che qualcosa in America si stia già muovendo, quindi attendo fiducioso di vedere cosa si inventeranno per sistemare questa boiata. Sperando che non ne tirino fuori una peggiore, come la rimozione coatta dell’ intera saga dalla continuity ufficiale del personaggio, genialata già usata con la saga del clone (che peraltro ho adorato). Nell’ attesa, continuo a comprare il qundicinale, tornato all’ ultimo posto nelle mie priorità di lettura, per farmi un’ idea di come non si scrive una storia avvincente. E perchè in appendice ci pubblicano i Thunderbolts. Supercriminali psicopatici al soldo del governo USA per conto del quale danno la caccia a supereroi non registrati; ogni missione è un bagno di sangue, i membri del gruppo si ammazzarebbero a vicenda (e provano praticamente sempre a farlo) e la serie vende oltreoceano che è una bellezza. E questo perchè? Perchè nessuno di loro è sposato. Sciocchini. Cosa pensavate?
-La notizia del giorno: prorogato il progetto “Strade Sicure”. I militari restano nelle strade per supportare le forze di polizia. Il meraviglioso brivido dell’ imprevisto nel non sapere se ti sparerà addosso un esaltato con la pistola d’ ordinanza oppure uno con la mitraglietta....
-La frase del giorno: “La differenza tra la genialità e la stupidità è che la genialità ha i suoi limiti.”
(Anonimo)
B. S. P.
Comprate questi volumi, guardate questi film. Perchè uno scrittore ha anche e soprattutto bisogno di esempi da NON imitare. Fine preambolo, andiamo ad incominciare.
“Soltanto un altro giorno”- Panini Comics/Marvel Italia, pubblicato sui numeri 487-488 del quindicinale “Spider Man” e sul quarto volume della collana “Supereroi-Le grandi saghe” del Corriere della Sera/ Gazzetta dello Sport
Non ho mai amato particolarmente l’ Uomo Ragno. Come lettore di testate Marvel, l’ ho sempre comprato più che altro per dovere di completezza. Ultimamente però aveva risalito la classifica, arrivando in cima alle mie collane preferite. Merito di grandi Autori (maiuscola voluta) come J. M. Straczynski, B. M. Bendis e Mark Millar. Il secondo ed il terzo hanno cambiato radicalmente lo status quo del personaggio, inserendolo nel gruppo dei Nuovi Vendicatori (Bendis) e facendogli svelare la sua identità segreta nel corso di “Civil War” (Millar). Straczynski ha spianato loro la strada con archi narrativi sulla testata regolare di Spidey, dove finalmente Peter Parker non è più un disperato in balia degli eventi ed affetto da un buonismo cronico che rasenta la coglionaggine (e malamente spacciato per “eroismo” ), ma una figura a tutto tondo circondata da personaggi altrettanto tridimensionali. Recuperate “La conversazione”, e scoprirete che nelle mani di un Autore come Straczynski anche un personaggio insipido ed odioso come zia May diventa interessante ed amabile. Allora, cosa va storto? Potremmo dire la “Propulsione a Serialità Infinita”, per parafrasare il mitico Douglas Adams. E l’ assurda convinzione di qualcuno che si stava meglio quando si stava peggio. Cioè negli anni ‘70- ’80, quando Peter non era sposato con Mary Jane. Purtroppo Quesada, editor in chief della Marvel, ha questa fissa che il matrimonio renda Peter troppo vecchio, e quindi i fans più giovani non possano identificarsi con lui. Ora, a parte che i fans più giovani si identificano di più con Wolverine, il Punitore e Venom, sappiano i non addetti ai lavori che Peter ed MJ si sposarono qualcosa come venti- trent’ anni fa. Non l’ anno scorso, anche se nel mondo Marvel il tempo scorre più lentamente. Insomma, c’ è stato tutto il tempo di metabolizzare ed accettare la cosa, che peraltro i fans dell’ epoca chiedevano a gran voce. In ogni caso, a dimostrazione che mettere un nerd a capo di una casa editrice può essere una catastrofe, Quesada ordina di disfare il matrimonio in qualunque modo per riportare Peter alla scanzonata leggerezza del bel tempo che fu, quand’ era single, giovane e senza un pensiero per la testa se non rimediare i soldi per l’ affitto e bastonare Goblin o chi per lui. E ci può stare. Ci sono migliaia di modi per raggiungere questo risultato. Le premesse sono anche incoraggianti; con l’ identità segreta ormai non più tale, Peter diventa un bersaglio per tutti i suoi nemici, oltre che un ricercato dal governo americano per non aver sottoscritto l’ Atto di registrazione dei superumani (vedi “Civil War”). Braccato ed in fuga, sfugge per un soffio ad un proiettile destinato a lui, che ferisce a morte zia May. Wow. Disperato, furibondo, Peter prima si vendica massacrando di botte il mandante dell’ omicidio in pagine da pelle d’ oca, e poi cerca in ogni modo di salvare la zia. E qui precipitiamo nell’ assurdo. In un mondo ipertecnologico come quello Marvel, dove Tony Stark se ne va in giro con un cuore artificiale,esistono androidi che replicano perfettamente gli umani (tanto che spesso si convincono di esserlo) ed i Fantastici Quattro saltano da una dimensione all’ altra come se prendessero un ascensore, nessuno, dico nessuno è in grado di salvare una settantenne da una ferita d’ arma da fuoco. Nemmeno maghi supremi come il Dottor Strange,che anzi pensa bene di fare una tirata a Peter su come bisogna accettare il destino per quello che è. Lui, che è morto e risorto più volte. Viva la coerenza. Comunque; torniamo a noi, anzi a Peter ed MJ, angosciati e disperati oltre ogni limite, sentimenti resi perfettamente dalla prosa di Straczynski. Zia May sembra spacciata, e sarebbe pure ora di dare a questa donna il meritato riposo. Una morte degna come solo pochi autori saprebbero darle. Straczynski è l’ uomo giusto al posto giusto. Ma non sia mai. E’ il matrimonio che deve morire, non la vecchia, che di lì a breve tornerà ad essere l’ insopportabile personaggio che tutti amano odiare. E come si uccide un matrimonio? Facendo scendere in campo nientemeno che Mefisto, il Diavolo in persona. Che si offre di salvare la vita della zia in cambio della più grande felicità di Peter. Cioè del suo matrimonio con MJ. E Peter accetta. Sull’ onda dell’ entusiasmo, perfino MJ fa un paio di patti con il Diavolo: si può fare in modo che nessuno ricordi l’ identità segreta di Peter? Ma come no! Voilà. Del secondo patto nessuno sa niente, ma sicuramente costituirà la scappatoia attraverso la quale tutto ‘sto pasticcio verrà spazzato via. Pasticcio orchestrato sì da un riluttante Straczynski (che infatti subito dopo abbandona la testata, chissà perchè ), ma voluto da Quesada, tutto contento del risultato raggiunto: trent’ anni di storie cancellati con un colpo di spugna. Tutto quello che aveva reso interessante, vivo, vero l’ Uomo Ragno annullato. Insieme ad una vasta fetta di lettori. Perchè va bene tutto, ma questa è stata troppo grossa. Delle mille e mille possibilità disponibili per sciogliere il legame, sempre che fosse proprio necessario, questa è la più ridicola; come ridicoli sono i tentativi del curatore italiano della testata (l’ ottimo Massimiliano Brighel, che deve pur portare a casa la pagnotta ed ha tutta la mia simpatia e stima) di giustificare l’ ingiustificabile, magnificando i nuovi, avvincenti archi narrativi del Ragno che personalmente mi fanno cadere le braccia per quanto sono infantili ed approssimativi. Mi sento come se, dopo aver mangiato in un ristorante a cinque stelle per mesi, adesso fossi costretto a pasteggiare da Mc Donald. Ma continuo a comprare l’ Uomo Ragno. O Spider Man, che dir si debba per ordine di Mamma Marvel. Perchè comunque, per la Seconda Legge della Propulsione a Serialità Infinita, qualcuno presto o tardi rimedierà a questa vaccata che doveva far balzare in avanti le vendite, e le ha fatte balzare sì, ma all’ indietro (praticamente tutti quelli che conosco hanno smesso di comprare l’ Uomo Ragno). Sembra che qualcosa in America si stia già muovendo, quindi attendo fiducioso di vedere cosa si inventeranno per sistemare questa boiata. Sperando che non ne tirino fuori una peggiore, come la rimozione coatta dell’ intera saga dalla continuity ufficiale del personaggio, genialata già usata con la saga del clone (che peraltro ho adorato). Nell’ attesa, continuo a comprare il qundicinale, tornato all’ ultimo posto nelle mie priorità di lettura, per farmi un’ idea di come non si scrive una storia avvincente. E perchè in appendice ci pubblicano i Thunderbolts. Supercriminali psicopatici al soldo del governo USA per conto del quale danno la caccia a supereroi non registrati; ogni missione è un bagno di sangue, i membri del gruppo si ammazzarebbero a vicenda (e provano praticamente sempre a farlo) e la serie vende oltreoceano che è una bellezza. E questo perchè? Perchè nessuno di loro è sposato. Sciocchini. Cosa pensavate?
-La notizia del giorno: prorogato il progetto “Strade Sicure”. I militari restano nelle strade per supportare le forze di polizia. Il meraviglioso brivido dell’ imprevisto nel non sapere se ti sparerà addosso un esaltato con la pistola d’ ordinanza oppure uno con la mitraglietta....
-La frase del giorno: “La differenza tra la genialità e la stupidità è che la genialità ha i suoi limiti.”
(Anonimo)
B. S. P.
Nessun commento:
Posta un commento