Sentendone parlare al tiggì, la casalinga di Voghera (la creatura immaginaria più spaventosa di tutte, altro che i Grandi Antichi, Freddy Krueger e compagnia cantante) deve aver sentito per forza nominare la “pirateria online”, di solito associata a sentenze clamorose o giri di vite contro questi scellerati che osano diffondere e scambiarsi film, canzoni e simili violando il copyright. Seguono di solito casi eclatanti con ragazzi condannati a pagare milioni di euro per aver scaricato miliardi di mp3. Sentenze definitive già in primo grado, ovviamente secondo i nostri me (r) dia, e tutti ad applaudire la magistratura. Del resto questi poveracci non sono politici, innocenti per definizione anche dopo il terzo grado di giudizio e vittime perpetue di toghe in multicolor. Ma non facciamoci prendere la mano come al solito; torniamo a noi. A parte il solito giro di fesserie degli esperti, ed il silenzio che avvolge le notizie di senso opposto (per esempio quando non vengono approvati inasprimenti sulla circolazione e diffusione di opere d’ ingegno non a fini di lucro), quasi nessuno si pone la domanda che mi pongo io in questi casi: che differenza c’ è tra scaricare un film online e prenderlo in videoteca e duplicarlo? Perchè esiste la pirateria online? O meglio, perchè la gente ricorre spesso e volentieri alla pirateria online? Ed ancora; perchè se è vietato scaricare film ed MP3 e masterizzarli mi vengono messe a disposizione connessioni veloci, masterizzatori potentissimi e supporti digitali capientissimi, con tutti gli annessi e connessi per realizzare la mia copia personale? Qualcuno sa rispondere? Magari qualcuno con cognizione di causa sull’ argomento, e non l’ ultimo uscito dal reality del momento che diventa improvvisamente opinionista tuttologo esperto di massimi sistemi ma incapace di parlare italiano? Nell’ attesa di una risposta o di un parere in merito, dico la mia.
Premettendo che sono uno di quelli che il film preferisce comprarlo in DVD originale quando raggiunge una cifra ragionevole, o vederlo al cinema, devo dire che la pirateria online non è solo “una sfida al sistema dei soliti che sono contro per principio”, come dice qualcuno; certamente è anche questo. Ma almeno per quanto mi riguarda è spesso una necessità, perchè quello che sarei anche disposto ad acquistare o vedere semplicemente non può essere acquistato nè visto. Non esiste. E perchè? Perchè non è “commerciale”. Perchè i multiplex preferiscono destinare le loro sale per un terzo al blockbuster del momento, per l’ altro terzo all’ altro blockbuster del momento, e per l’ ultimo terzo ai blockbuster appena passati, o di secondo piano. Risultato: per vederti film come “Il labirinto del fauno” di Guillermo del Toro devi andare all’ unico spettacolo disponibile, previsto per mezzanotte (testuali parole dell’ operatore telefonico dell’ epoca: “Chi se lo guarda un film del genere?”), lungometraggi animati applauditi in tutto il mondo vengono proiettati semiclandestinamente ad agosto per lo spazio di un week end, e per guardare film di successo ma “scomodi” come “Sicko” o lo splendido “Le ragioni dell’ aragosta” devi metterti in macchina e dirigerti verso Monza o Rozzano, in qualche cinema di periferia. Capito adesso perchè non vado più al multisala(specie se appartiene alla catena Medusa, quindi Berlusconi, quindi rientrante nella mia campagna di boicottaggio di tutto ciò che è riconducibile a Papi?). Capito perchè a suo tempo feci scaricare da una mia amica “Baciati dalla sfortuna”, filmetto alquanto insulso ma che mi interessava perchè vi recitava Lindsay Lohan, attrice che apprezzo assai (torna presto sulle scene, LiLo! )? Perchè alla domanda se e quando il film fosse in programmazione il cassiere mi rise in faccia. E dire che la televisione martellava con spot continui a tutte le ore. In Lombardia lo proiettarono in tre- quattro sale, tutte ai confini del mondo. In compenso, Harry Potter e Silent Hill erano ovunque. Uguale discorso per quanto riguarda film per così dire “datati” e di nicchia: semplicemente in DVD non si trovano, ma sulla rete sì. Ora, capisco che le case produttrici si lamentino di ricevere un danno dalla pirateria online ( anche se poi, seguendo una trasmissione su Coming Soon Television ho scoperto che nella storia del cinema solo cinque film sono andati in perdita, e questo perchè il piano di rientro del budget è decennale, e calcola i proventi sia dei guadagni in sala che delle vendite per l’ home video; quindi siamo di fronte all’ ennesimo chiagne e fotti ), ma la domanda è: perchè non si preoccupano anche di verificare che le opere da loro distribuite vengano diffuse come si deve? Perchè non riescono una volta tanto ad uscire dalla logica di mercato, e considerare che nel vasto mondo non ci sono solo i fans di Harry Potter e Gobots (chè lo ripeto, quelli non sono Transformers), ma anche chi apprezza il Pupi Avati de “L’ Arcano Incantatore” ed i cultori dei film di genere di serie B? Bisogna sempre aspettare che muoia l’ artista in questione, o che venga Quentin Tarantino a rivalutare certi titoli per poterne nuovamente disporre in versione rimasterizzata con audio 10.3pperiodico e venti finali alternativi? O si fa prima a puntare il browser verso Emule e scaricare quel che ci interessa con i mezzi messici a disposizione da Bill Gates ed i suoi fratelli, un paradosso da Comma 22 del tipo “Puoi acquistare questi strumenti, ma se li usi per lo scopo a cui sono principalmente destinati commetti un reato e sei perseguibile”? Questa seconda ipotesi non mi entusiasma. Ma se può servire a far riflettere le case produttrici sulla loro politica dissennata, legata solo al profitto, ben venga. Ovviamente non servirà a nulla, lo so perfettamente; è più facile reprimere che capire.
Ci provano sempre e sempre ci proveranno, anche per la sicurezza dei poveri bambini che potrebbero ritrovarsi accidentalmente a guardare il film porno scaricato dal fratellone delinquente e rimasto nel piccì, cosa che comprometterebbe per sempre la loro fragile psiche (come se i più piccini non fossero già più scafati dei fratelli maggiori su certe cose...a proposito, notato come tirino sempre fuori i mocciosi, quando sono a corto di argomenti?)
Quindi, continuerò la politica dello scarico da Internet di tutto ciò che non posso recuperare altrimenti (a parte i libri; leggere sul computer lo considero un sacrilegio), in attesa di tempi migliori e più razionali, dove si capisca che il film o la canzone non è solo bussiness, ma arte e che come tale deve avere la massima diffusione. Ho detto “aspettando tempi migliori”?
Ah ah ah. Su questa battuta, possono partire i titoli di coda.
-La notizia del giorno: milioni di italioti in partenza per le vacanze, in barba alla crisi economica. Il vero dramma è che la maggior parte di loro poi tornerà a casa.
-La frase del giorno: “Sono mostri. Ma loro non si scannano per una tangente.” (S. Weaver nei panni di Ellen Ripley a proposito degli xenomorfi e dei politicaffaristi in “Aliens- Scontro finale”)
B. S. P.
Premettendo che sono uno di quelli che il film preferisce comprarlo in DVD originale quando raggiunge una cifra ragionevole, o vederlo al cinema, devo dire che la pirateria online non è solo “una sfida al sistema dei soliti che sono contro per principio”, come dice qualcuno; certamente è anche questo. Ma almeno per quanto mi riguarda è spesso una necessità, perchè quello che sarei anche disposto ad acquistare o vedere semplicemente non può essere acquistato nè visto. Non esiste. E perchè? Perchè non è “commerciale”. Perchè i multiplex preferiscono destinare le loro sale per un terzo al blockbuster del momento, per l’ altro terzo all’ altro blockbuster del momento, e per l’ ultimo terzo ai blockbuster appena passati, o di secondo piano. Risultato: per vederti film come “Il labirinto del fauno” di Guillermo del Toro devi andare all’ unico spettacolo disponibile, previsto per mezzanotte (testuali parole dell’ operatore telefonico dell’ epoca: “Chi se lo guarda un film del genere?”), lungometraggi animati applauditi in tutto il mondo vengono proiettati semiclandestinamente ad agosto per lo spazio di un week end, e per guardare film di successo ma “scomodi” come “Sicko” o lo splendido “Le ragioni dell’ aragosta” devi metterti in macchina e dirigerti verso Monza o Rozzano, in qualche cinema di periferia. Capito adesso perchè non vado più al multisala(specie se appartiene alla catena Medusa, quindi Berlusconi, quindi rientrante nella mia campagna di boicottaggio di tutto ciò che è riconducibile a Papi?). Capito perchè a suo tempo feci scaricare da una mia amica “Baciati dalla sfortuna”, filmetto alquanto insulso ma che mi interessava perchè vi recitava Lindsay Lohan, attrice che apprezzo assai (torna presto sulle scene, LiLo! )? Perchè alla domanda se e quando il film fosse in programmazione il cassiere mi rise in faccia. E dire che la televisione martellava con spot continui a tutte le ore. In Lombardia lo proiettarono in tre- quattro sale, tutte ai confini del mondo. In compenso, Harry Potter e Silent Hill erano ovunque. Uguale discorso per quanto riguarda film per così dire “datati” e di nicchia: semplicemente in DVD non si trovano, ma sulla rete sì. Ora, capisco che le case produttrici si lamentino di ricevere un danno dalla pirateria online ( anche se poi, seguendo una trasmissione su Coming Soon Television ho scoperto che nella storia del cinema solo cinque film sono andati in perdita, e questo perchè il piano di rientro del budget è decennale, e calcola i proventi sia dei guadagni in sala che delle vendite per l’ home video; quindi siamo di fronte all’ ennesimo chiagne e fotti ), ma la domanda è: perchè non si preoccupano anche di verificare che le opere da loro distribuite vengano diffuse come si deve? Perchè non riescono una volta tanto ad uscire dalla logica di mercato, e considerare che nel vasto mondo non ci sono solo i fans di Harry Potter e Gobots (chè lo ripeto, quelli non sono Transformers), ma anche chi apprezza il Pupi Avati de “L’ Arcano Incantatore” ed i cultori dei film di genere di serie B? Bisogna sempre aspettare che muoia l’ artista in questione, o che venga Quentin Tarantino a rivalutare certi titoli per poterne nuovamente disporre in versione rimasterizzata con audio 10.3pperiodico e venti finali alternativi? O si fa prima a puntare il browser verso Emule e scaricare quel che ci interessa con i mezzi messici a disposizione da Bill Gates ed i suoi fratelli, un paradosso da Comma 22 del tipo “Puoi acquistare questi strumenti, ma se li usi per lo scopo a cui sono principalmente destinati commetti un reato e sei perseguibile”? Questa seconda ipotesi non mi entusiasma. Ma se può servire a far riflettere le case produttrici sulla loro politica dissennata, legata solo al profitto, ben venga. Ovviamente non servirà a nulla, lo so perfettamente; è più facile reprimere che capire.
Ci provano sempre e sempre ci proveranno, anche per la sicurezza dei poveri bambini che potrebbero ritrovarsi accidentalmente a guardare il film porno scaricato dal fratellone delinquente e rimasto nel piccì, cosa che comprometterebbe per sempre la loro fragile psiche (come se i più piccini non fossero già più scafati dei fratelli maggiori su certe cose...a proposito, notato come tirino sempre fuori i mocciosi, quando sono a corto di argomenti?)
Quindi, continuerò la politica dello scarico da Internet di tutto ciò che non posso recuperare altrimenti (a parte i libri; leggere sul computer lo considero un sacrilegio), in attesa di tempi migliori e più razionali, dove si capisca che il film o la canzone non è solo bussiness, ma arte e che come tale deve avere la massima diffusione. Ho detto “aspettando tempi migliori”?
Ah ah ah. Su questa battuta, possono partire i titoli di coda.
-La notizia del giorno: milioni di italioti in partenza per le vacanze, in barba alla crisi economica. Il vero dramma è che la maggior parte di loro poi tornerà a casa.
-La frase del giorno: “Sono mostri. Ma loro non si scannano per una tangente.” (S. Weaver nei panni di Ellen Ripley a proposito degli xenomorfi e dei politicaffaristi in “Aliens- Scontro finale”)
B. S. P.
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