Di solito si risponde con voli pindarici che tirano in ballo profonde riflessioni, bisogno di libertà, crisi mistiche eccetera eccetera. Pochissimi invece dicono le cose come stanno. Cioè che nessun autore prende un’ idea da nessuna parte. Sono le idee che prendono l’ autore. Lo aggrediscono, lo avvolgono, lo permeano, si piantano dentro di lui, discrete, impalpabili, attecchiscono nella sua mente, e dopo un periodo più o meno lungo danno i loro frutti. Sta poi all’ autore saperli cogliere e cucinarli in modo tale da saziare la propria fame di narrativa, e magari di quella di eventuali ospiti. Che spesso, talvolta senza saperlo, portano con sè piatti altrettanto, se non più, deliziosi. Non è necessario girare il mondo in cerca di ispirazione per la vostra prossima storia. Basta anche un pomeriggio trascorso con gli amici a chiacchierare attorno ad un tavolo. A casa propria. Il racconto che ho iniziato stamattina, “L’ Errante” , nasce proprio così. Anche se, a ben pensarci, dire che l’ ho iniziato stamattina è improprio. Semmai stamattina ha intrapreso il processo che dalla mia testa lo porterà nelle fredde viscere del PC prima e sulla pagina bianca (uhm... giallina, via) poi. Era anche ora, visto e considerato che vagava tra le mie sinapsi da ormai quattro anni, già bell’ e finito. Errante di nome e di fatto. Cosa l’ ha trattenuto finora nel mio ipotalamo? La mia mancanza di tempo... e soprattutto di voglia. Mai mettersi a raccontare una storia se non si ha la voglia di farlo. E nemmeno se c’ è la voglia, ma mancano le forze. La scrittura è una passione, non un obbligo, quindi godetevela dall’ inizio alla fine, da quando l’ idea spunta dalla terra della vostra immaginazione fin quando riponete l’ ultima pagina nella cartelletta che custodirà il vostro piacere letterario (perchè mai si deve chiamare “fatica” letteraria? ). Di tutti i passaggi, sicuramente il più gratificante è quello in cui l’ idea, una volta colta, prende forma. Nel caso de “L’ Errante”, fu anche particolarmente divertente. Tutto nasce da un amico al quale stavo dando una mano con le sessioni di “Sine Requie”. Era un pomeriggio, si era lì a parlare del più e del meno, quando ad un certo punto mi racconta di questo sogno che ha fatto, di cui ricorda solo un coniglietto di carta in basso a sinistra (oppure era destra? Non me lo ricordo mai... ) che, guardandolo, gli trasmetteva una profonda sensazione di inquietudine. “In basso di che cosa?”, direte voi. Non lo sapeva nemmeno lui. Un coniglietto di carta in basso a sinistra (destra?) ed una profonda inquietudine era tutto quello che aveva (avevo). Ed era più che sufficiente. Nell’ arco di mezz’ ora il primo embrione definitivo della storia era già pronto nella mia testa. Ci avrebbe messo del tempo a passare dallo stadio larvale a quello adulto (ammesso che da qui al momento in cui vergherò la parola “fine” il racconto non subisca altre, imprevedibili metamorfosi, cosa praticamente sicura ), rivelandomi nel frattempo la veridicità di uno degli assiomi cardine della Legge di Murphy: quel che ti serve lo trovi sempre quando non ti serve più. Vuole infatti la leggenda che, per farmi un’ idea esatta di come fosse fatto un coniglietto di carta, e soprattutto che aspetto avesse una sua particolare caratteristica, cercai qualcuno che se la cavasse con gli origami, visto che gli unici solidi che so costruire io con la carta sono palle di varie dimensioni, più o meno sferiche. Bene; saltò fuori che ero circondato da gente capace di costruire persino il Millennium Falcon con l’ origami, ma non un coniglio. Mi misi a spulciare dei manuali in libreria; ti davano le indicazioni per costruire persino Uzala, con l’ origami, ma le istruzioni per fare un coniglio non le trovavi manco pagarle oro. Alla fine gettai la spugna, anche perchè nel frattempo avevo trovato il sistema di aggirare il problema che mi ero posto e sul quale ruota l’ intera vicenda. Un anno dopo, anche qualcosa di più, la mia cara amica Francesca si presentò a sorpresa con uno splendido roditore cartaceo (cosa per la quale ancora la ringrazio... e non solo per quello). Inutile dire che subito dopo mi imbattei in persone che i coniglietti di origami li fabbricavano ad occhi chiusi, e che dovunque mi girassi trovavo pubblicazioni che ti insegnavano a costruire un coniglietto di origami in cinque mosse. Murphy non sbaglia mai. Comunque avevo quello che mi serviva, ed il fatto che sia stato fatto espressamente per me lo rende due volte inestimabile. E’ ancora qui, a far bella mostra di sè sotto il monitor del PC. Ogni volta che lo guardo, così tenero ed innocente, mi rendo conto di quanto sia raccapricciante l’ intuizione che ho avuto (una tantum mi vanto pure io ). Spero solo di riuscire a renderla con la stessa potenza che riverbera nella mia mente. Tenuto conto che il riverbero protrebbe essere dovuto all’ eco provocato dal vuoto della mia scatola cranica. Forse è per questo che, una volta avuto sottomano l’ agognato coniglio, non ho mai avuto il coraggio di metterlo nell’ angolo in basso a sinistra (destra ?) del tavolo, accendere la luce ed osservarlo. O forse, dopotutto, la mia mente la sa più lunga di quanto creda. A cosa mi riferisco? Ah, chiedete troppo. Ma potete sempre provare da voi. Mettete un coniglietto di origami sull’ angolo in basso a destrasinistra del tavolo, accendete la luce ad una certa angolazione e sappiatemi dire. Ma se già solo all’ idea qualcosa dentro di voi si agita, se avvertite una profonda inquietudine al solo pensiero... allora forse, forse...
Forse stavolta mi ha preso qualcosa di più di una semplice idea...
-La notizia del giorno: Il Governo intima ai petrolieri di abbassare il costo del carburante. “Suca”, rispondono i petrolieri. Tanto per ricordare a tutti chi è che comanda.
-La frase del giorno: “La luce è solo metà della vita: per dodici ore al giorno regna l’ oscurità.”
(E. Binder )
Buone vacanze e buon fine settimana a tutti. Ci rivediamo lunedì con chi c’ è.
B. S. P.
-La frase del giorno: “La luce è solo metà della vita: per dodici ore al giorno regna l’ oscurità.”
(E. Binder )
Buone vacanze e buon fine settimana a tutti. Ci rivediamo lunedì con chi c’ è.
B. S. P.
capisco come l'immagine inquietante di questo coniglietto possa tenerti compagnia. soprattutto dopo che ho potuto assaporare alcuni dei parti della tua fetida mente.
RispondiEliminae quanto alla fatica letteraria.. troppo spesso le storie ci sopraffaggono a tal modo che riuscire a stenderle sul foglio giallino può essere davvero un'impresa.
a presto.
Le storie ti sopraffanno solo se ti opponi a loro, cercando di dar loro svolgimenti fuori luogo. Ma poi scusa, perchè do' spiegazioni ad una che mangia feti(di) usciti dalla mia testa? =P
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