Allora hai pubblicato un libro? Sì. Ah, che bello! E con chi? Con l’ editore “Il Filo”; una realtà editoriale relativamente piccola, ma con un suo zoccolo duro di lettori, e che soprattutto dà molto spazio agli esordienti. Oh. Beh dai, un domani magari ti chiamerà la Mondadori...
Avete appena assistito ad uno dei dialoghi- tipo che ho avuto in questi giorni. Devo ancora analizzare molte sfumature di simili discorsi, ma una cosa mi sembra abbastanza chiara: per l’ italiota medio Mondadori è il non plus ultra, se pubblichi con Mondadori sei arrivato, puoi dire di essere un Vero Scrittore (maiuscoli miei), è l’ obiettivo a cui aspirare dopo aver fatto la gavetta con gli editori piccoli specializzati in contratti- capestro. Se dici “Mondadori”, l’ italiota comune pensa subito “libro”. Ed il più delle volte viene preso dall’ orticaria a pensare a quei tesori fatti di pagine, idee e parole( sapete quanta gente confessa, più o meno vantandosi, di non leggere ?) Comunque, non divaghiamo come al solito; giochiamo invece all’ associazione di idee.
Se dico Mondadori, cosa vi viene in mente? “Libri”? “Grande editore”? “Grandi autori?”
A me personalmente “Previti”, subito seguito da “lodo”, “corruzione in atti giudiziari”,”furto con destrezza”. Da qui il rivolo dei pensieri diventa un torrente in piena prima ed un fiume impetuoso poi, man mano che tornano alla memoria tutte le vicende che hanno riguardato questa casa editrice. Lo scopo di questo post però non è narrare ai distratti cosa c’è dietro, ma soprattutto sotto, la storia della Mondadori. Il mio intento è spiegare perchè, se un domani Mondadori in particolare, ma per esteso molti altri a cui arriveremo tra un minuto, dovesse dimostrarsi interessata alla mia opera, la mia risposta sarebbe un glaciale “noggrazie”. E badate bene che sto prendendo un impegno pubblico; se dovessi recedere, siete autorizzati a riempirmi di merda e boicottarmi in ogni modo. Veniamo al punto. Perchè non pubblicherei, anzi non pubblicherò mai, con Mondadori. In primis, come ormai dovreste aver intuito, per via del suo proprietario. Per fortuna non sono D’ Alema, che quando non è impegnato a fare risotti (sia politici che propriamente detti) pubblica i libri con Mondadori perchè “così combatto il principale esponente dello schieramento a noi avverso dall’ interno “. La più classica delle scusa patetiche; se cerchi di sconfiggere un regime dall’ interno, ne sei già complice. Nemmeno Luke Skywalker era riuscito a debellare il Lato Oscuro dall’ interno, figuriamo se un professionista della politica avvinghiato alla poltrona ha qualche possibilità di sconfiggere Berlusconi pubblicando i libri con lui. Tra l’altro, l’Imperatore non ha mai definito Luke “il nostro uomo nel Lato Chiaro della Forza.” Se tanto mi dà tanto... Ovviamente non c’ è solo Baffino; purtroppo constato con una certa delusione che molti scrittori che di princìpi e valori parlano sempre, e molto spesso a sproposito, pubblicano i loro libri con con chi di di princìpi e valori se ne frega altamente. Pecunia non olet, si dirà. Ma la coscienza? Io personalmente non riuscirei mai ad accettare senza batter ciglio l’ assegno staccatomi da qualcuno che considero illegittimo proprietario della casa editrice che mi pubblica... nonchè una delle peggiori iatture mai abbattutesi sull’ Italia (ma ha vinto democraticamente, su questo non discuto; quindi posso solo augurarmi che il suo regime cada al più presto, anche se così gli italioti non avranno più il governo che meritano. Ho scritto “regime”? Sì. Per un attimo temevo di aver scritto, in un lapsus, “governo” ). Questo è il primo motivo per cui rifiuterei un contratto con Mondadori. Poi ce n’ è un altro, niente affatto secondario e che amplia il discorso: Mondadori,così come molti altri editori blasonati, ha rifiutato prima me. Sorpresa sorpresa sorpresa. Quando cominciai per la prima volta a spedire in giro i miei lavori, non ero ancora politicamente impegnato e men che meno schierato; quindi, inviai un plico contenente la sintesi della mia saga ed alcuni capitoli “dimostrativi” anche a Mondadori (e Feltrinelli, ed Einaudi, eccetera eccetera. ) La risposta fu un garbato silenzio. Anche comprensibile, per carità; del resto non sono un ex cabarettista in costante autoriciclo, e nemmeno un laureato in astrofisica che riesce a farsi pubblicare al primo colpo un libro più lungo del Signore degli Anelli e più avvilente dell’ ultimo Moccia solo perchè “ha avuto fortuna”. (interessante poi il messaggio implicito: non serve essere bravi per farsi pubblicare, serve culo. Per fortuna non è così. Non sempre, almeno. ) Insomma, non essendo come il confetto Falqui, con me non basta la parola. Nè ho mai avuto dosi industriali di culo. E ribadisco: ci sta. Ma presumo che qualcuno il mio plico in Mondadori l’ abbia ricevuto, l’abbia letto e l’ abbia archiviato, probabilmente in un cestino, perchè non adatto alla pubblicazione. Ora, chiudiamo gli occhi e facciamo un grosso sforzo di fantasia: “Racconti a margine” vende un milione di copie. Mi contatta Mondadori (oppure una qualunque delle altre case editrici a cui ho mandato i miei lavori) e mi offre un contratto di esclusiva che una realtà come “Il Filo” non potrebbe mai permettersi. Avessi un registratore di cassa al posto del cervello e nessun principio, dovrei fare ciao ciao e tagliare la corda verso più assolati e redditizi lidi. A parte che odio il sole, perdonate l’ arroganza, ma non è così che sono. E non è così che andrà; perchè devo qualcosa non solo a chi ha creduto in me, e molto di più al mio lavoro. Che non diventa improvvisamente valido perchè vende un milione di copie. Quello non è “un libro valido”. Quello è “bussiness”. Ed il bussiness prevede regole che mi ripugnano. Troppo facile, poi, dire “finalmente hanno riconosciuto le mie capacità”; dovevi intasare le mensole delle librerie per farti notare? E chi di te si è accorto per primo? Chi ha scommesso su di te una partita che poteva essere perdente, chiedendoti sì un sacrificio, ma dandoti almeno una possibilità quando quelli che adesso bussano alla tua porta con lusinghe e tesori non ti hanno nemmeno preso in considerazione ? Come dobbiamo ripagare chi ci ha incoraggiato e sostenuto, spianando contemporaneamente la strada a quelli sempre pronti a saltare sul carro del vincitore a giochi fatti, agli sciacalli delle fascette che dalla copertina urlano quanto sei bravo perchè hai venduto tanto, compra questo libro, lo fanno tutti.... cosa dovremmo fare con chi ci ha creduto per primo? Una stretta di mano e finisce qui? Un calcio nel culo e chi s’ è visto s’ è visto, scusate ma mi aspetta Fabio Fazio a “Che tempo che fa, sapete, sono uno scrittore, pubblico con Mondadori/ Feltrinelli/ Baldini&Castoldi/ fatevoichiperloro? “
Oh, certo. Sarebbe bello. Facile. Dove devo firmare....? Ah, qui. Uhm. Beh, sapete che c’ è?
Io ho già firmato un contratto, e spero di firmarne altri. Ma solo con chi ha sempre dimostrato, nei fatti e non solo a parole, di valutare davvero un’ opera per quello che vale, e non inseguendo il guadagno facile legato al nome/ genere/ momento.
Nei discorsi lo perdo spesso; nella vita reale, nell’ universo sconosciuto della scrittura “pubblicata” in cui avanzo a passi incerti ma costanti, non ho intenzione di perdere il filo. Quanto alla serie A della letteratura... beh, di fuoriclasse aspiranti alle luci della ribalta o bisognosi di non sprofondare nell’ anonimato è pieno il mondo. Lascio a loro volentieri il mio posto. Io ho altri interessi. Altri obiettivi. Altri principi. Io sono solo uno scrittore. E non mi interessa essere altro.
-La notizia del giorno: la Lega aveva chiesto il ritiro delle truppe dall’Afghanistan. Franceschini: “Dobbiamo restare.” Come cazzo si fa a farsi scavalcare a sinistra da Calderoli e Borghezio?
-La frase del giorno: “La servitù in molti casi non è una violenza dei padroni, ma una tentazione dei servi. “(Indro Montanelli; oggi svetterebbe con pochi altri in un mondo di proni. Non tanto per la sua statura fisica, quanto per quella morale. Questo post è dedicato a lui. Grazie di tutto, Indro. E scusa il ritardo.)
B. S. P.
Avete appena assistito ad uno dei dialoghi- tipo che ho avuto in questi giorni. Devo ancora analizzare molte sfumature di simili discorsi, ma una cosa mi sembra abbastanza chiara: per l’ italiota medio Mondadori è il non plus ultra, se pubblichi con Mondadori sei arrivato, puoi dire di essere un Vero Scrittore (maiuscoli miei), è l’ obiettivo a cui aspirare dopo aver fatto la gavetta con gli editori piccoli specializzati in contratti- capestro. Se dici “Mondadori”, l’ italiota comune pensa subito “libro”. Ed il più delle volte viene preso dall’ orticaria a pensare a quei tesori fatti di pagine, idee e parole( sapete quanta gente confessa, più o meno vantandosi, di non leggere ?) Comunque, non divaghiamo come al solito; giochiamo invece all’ associazione di idee.
Se dico Mondadori, cosa vi viene in mente? “Libri”? “Grande editore”? “Grandi autori?”
A me personalmente “Previti”, subito seguito da “lodo”, “corruzione in atti giudiziari”,”furto con destrezza”. Da qui il rivolo dei pensieri diventa un torrente in piena prima ed un fiume impetuoso poi, man mano che tornano alla memoria tutte le vicende che hanno riguardato questa casa editrice. Lo scopo di questo post però non è narrare ai distratti cosa c’è dietro, ma soprattutto sotto, la storia della Mondadori. Il mio intento è spiegare perchè, se un domani Mondadori in particolare, ma per esteso molti altri a cui arriveremo tra un minuto, dovesse dimostrarsi interessata alla mia opera, la mia risposta sarebbe un glaciale “noggrazie”. E badate bene che sto prendendo un impegno pubblico; se dovessi recedere, siete autorizzati a riempirmi di merda e boicottarmi in ogni modo. Veniamo al punto. Perchè non pubblicherei, anzi non pubblicherò mai, con Mondadori. In primis, come ormai dovreste aver intuito, per via del suo proprietario. Per fortuna non sono D’ Alema, che quando non è impegnato a fare risotti (sia politici che propriamente detti) pubblica i libri con Mondadori perchè “così combatto il principale esponente dello schieramento a noi avverso dall’ interno “. La più classica delle scusa patetiche; se cerchi di sconfiggere un regime dall’ interno, ne sei già complice. Nemmeno Luke Skywalker era riuscito a debellare il Lato Oscuro dall’ interno, figuriamo se un professionista della politica avvinghiato alla poltrona ha qualche possibilità di sconfiggere Berlusconi pubblicando i libri con lui. Tra l’altro, l’Imperatore non ha mai definito Luke “il nostro uomo nel Lato Chiaro della Forza.” Se tanto mi dà tanto... Ovviamente non c’ è solo Baffino; purtroppo constato con una certa delusione che molti scrittori che di princìpi e valori parlano sempre, e molto spesso a sproposito, pubblicano i loro libri con con chi di di princìpi e valori se ne frega altamente. Pecunia non olet, si dirà. Ma la coscienza? Io personalmente non riuscirei mai ad accettare senza batter ciglio l’ assegno staccatomi da qualcuno che considero illegittimo proprietario della casa editrice che mi pubblica... nonchè una delle peggiori iatture mai abbattutesi sull’ Italia (ma ha vinto democraticamente, su questo non discuto; quindi posso solo augurarmi che il suo regime cada al più presto, anche se così gli italioti non avranno più il governo che meritano. Ho scritto “regime”? Sì. Per un attimo temevo di aver scritto, in un lapsus, “governo” ). Questo è il primo motivo per cui rifiuterei un contratto con Mondadori. Poi ce n’ è un altro, niente affatto secondario e che amplia il discorso: Mondadori,così come molti altri editori blasonati, ha rifiutato prima me. Sorpresa sorpresa sorpresa. Quando cominciai per la prima volta a spedire in giro i miei lavori, non ero ancora politicamente impegnato e men che meno schierato; quindi, inviai un plico contenente la sintesi della mia saga ed alcuni capitoli “dimostrativi” anche a Mondadori (e Feltrinelli, ed Einaudi, eccetera eccetera. ) La risposta fu un garbato silenzio. Anche comprensibile, per carità; del resto non sono un ex cabarettista in costante autoriciclo, e nemmeno un laureato in astrofisica che riesce a farsi pubblicare al primo colpo un libro più lungo del Signore degli Anelli e più avvilente dell’ ultimo Moccia solo perchè “ha avuto fortuna”. (interessante poi il messaggio implicito: non serve essere bravi per farsi pubblicare, serve culo. Per fortuna non è così. Non sempre, almeno. ) Insomma, non essendo come il confetto Falqui, con me non basta la parola. Nè ho mai avuto dosi industriali di culo. E ribadisco: ci sta. Ma presumo che qualcuno il mio plico in Mondadori l’ abbia ricevuto, l’abbia letto e l’ abbia archiviato, probabilmente in un cestino, perchè non adatto alla pubblicazione. Ora, chiudiamo gli occhi e facciamo un grosso sforzo di fantasia: “Racconti a margine” vende un milione di copie. Mi contatta Mondadori (oppure una qualunque delle altre case editrici a cui ho mandato i miei lavori) e mi offre un contratto di esclusiva che una realtà come “Il Filo” non potrebbe mai permettersi. Avessi un registratore di cassa al posto del cervello e nessun principio, dovrei fare ciao ciao e tagliare la corda verso più assolati e redditizi lidi. A parte che odio il sole, perdonate l’ arroganza, ma non è così che sono. E non è così che andrà; perchè devo qualcosa non solo a chi ha creduto in me, e molto di più al mio lavoro. Che non diventa improvvisamente valido perchè vende un milione di copie. Quello non è “un libro valido”. Quello è “bussiness”. Ed il bussiness prevede regole che mi ripugnano. Troppo facile, poi, dire “finalmente hanno riconosciuto le mie capacità”; dovevi intasare le mensole delle librerie per farti notare? E chi di te si è accorto per primo? Chi ha scommesso su di te una partita che poteva essere perdente, chiedendoti sì un sacrificio, ma dandoti almeno una possibilità quando quelli che adesso bussano alla tua porta con lusinghe e tesori non ti hanno nemmeno preso in considerazione ? Come dobbiamo ripagare chi ci ha incoraggiato e sostenuto, spianando contemporaneamente la strada a quelli sempre pronti a saltare sul carro del vincitore a giochi fatti, agli sciacalli delle fascette che dalla copertina urlano quanto sei bravo perchè hai venduto tanto, compra questo libro, lo fanno tutti.... cosa dovremmo fare con chi ci ha creduto per primo? Una stretta di mano e finisce qui? Un calcio nel culo e chi s’ è visto s’ è visto, scusate ma mi aspetta Fabio Fazio a “Che tempo che fa, sapete, sono uno scrittore, pubblico con Mondadori/ Feltrinelli/ Baldini&Castoldi/ fatevoichiperloro? “
Oh, certo. Sarebbe bello. Facile. Dove devo firmare....? Ah, qui. Uhm. Beh, sapete che c’ è?
Io ho già firmato un contratto, e spero di firmarne altri. Ma solo con chi ha sempre dimostrato, nei fatti e non solo a parole, di valutare davvero un’ opera per quello che vale, e non inseguendo il guadagno facile legato al nome/ genere/ momento.
Nei discorsi lo perdo spesso; nella vita reale, nell’ universo sconosciuto della scrittura “pubblicata” in cui avanzo a passi incerti ma costanti, non ho intenzione di perdere il filo. Quanto alla serie A della letteratura... beh, di fuoriclasse aspiranti alle luci della ribalta o bisognosi di non sprofondare nell’ anonimato è pieno il mondo. Lascio a loro volentieri il mio posto. Io ho altri interessi. Altri obiettivi. Altri principi. Io sono solo uno scrittore. E non mi interessa essere altro.
-La notizia del giorno: la Lega aveva chiesto il ritiro delle truppe dall’Afghanistan. Franceschini: “Dobbiamo restare.” Come cazzo si fa a farsi scavalcare a sinistra da Calderoli e Borghezio?
-La frase del giorno: “La servitù in molti casi non è una violenza dei padroni, ma una tentazione dei servi. “(Indro Montanelli; oggi svetterebbe con pochi altri in un mondo di proni. Non tanto per la sua statura fisica, quanto per quella morale. Questo post è dedicato a lui. Grazie di tutto, Indro. E scusa il ritardo.)
B. S. P.
apprezzo molto l'umiltà, è una dote rara.
RispondiEliminaPiù che altro qui si tratta di coerenza...;-)
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