lunedì 5 dicembre 2011

Calci di rigore


L'otto novembre scorso,con quasi un anno di ritardo,è stato certificato che la maggioranza di governo non era più tale. Capita infatti che,alle prime avvisaglie che la trippa è finita,i gatti cerchino più sicuri banchetti.Quattro giorni dopo,il pederasta del consiglio si reca dall'uomo dell'anno (e già il fatto che il New York Times abbia insignito napisolone di questa carica dovrebbe essere indicativo di che razza di anno sia stato)per rassegnare le dimissioni.Non si capisce bene a che titolo,una folla festante lo accoglie con insulti e lanci di monetine;come osservava qualcuno,abbiamo sempre bisogno di una Piazzale -piazzata?- Loreto per lavarci la coscienza.Mentre i tappi di spumante volano e bersani si prende meriti non si sa bene perchè, l'uomo dell'anno affida a Mario Monti,stimato professore di economia,il compito di formare un nuovo governo per cercare di tirare l'Italia fuori dal baratro.Per salvare la faccia,la quasi totalità dell'emisfero parlamentare accetta esultando.Chi critica o solleva dubbi sulla nomina di Monti viene pron(t)amente tacciato di essere anti-italiano,irresponsabile,disfattista e qualsiasi altro insulto vi venga in mente.Mentre la casta si ricompatta,immergendosi per una manciata di mesi -tranquilli,poi vi spiego cosa intendo- gli italioti,da pallonari quali sono,si dividono subito in due tifoserie:quella del "Monti santo subito,ci salverà dai disastri del ventennio berlusconiano" e quella del "Monti è espressione dei poteri forti,elezioni subito". In rappresentanza dei minus habens,abbiamo anche i lettori di "libero",i leghisti,qualche grillino e rifondaroli assortiti,ma non infierirò. Dicevamo:mentre le tifoserie si scannano sul niente,Monti raduna dei tecnici per formare un governo di gente che capisca qualcosa delle questioni di cui dovrà occuparsi,e mette a punto una manovra che,ripete fino alla nausea,comporterà sacrifici ma sarà all'insegna del rigore e dell'equità.Dando per scontato che,almeno a grandi linee,si sapesse cosa significa "rigore",la speranza del professor Monti,probabilmente,era che qualcuno si sforzasse di prendere in mano un dizionario per vedere la definizioe di "equità". Andava bene anche una googlata.Purtroppo,dopo aver lavorato tanto all'estero,Monti s'è dimenticato di come sono fatti gli italiani.E del loro bizzarro concetto di "patriottismo" ed "equità".Per manifestare il primo,basta mettere alla finestra il tricolore.Per quanto riguarda la seconda,significa "paghino gli altri".Così,dopo giorni di indiscrezioni,di bertinotti in lacrime,di collette per la pivetti e minacciate dimissioni in massa di parlamentari ambodestri in caso di tagli ai vitalizi,arriviamo a ieri sera alle diciannove,quando vengono presentate le linee generali della manovra economica.E subito le tifoserie pro e contro Monti confluiscono nel gruppo misto dei minus habens, snocciolando tutto il repertorio demagogico e piagnone che è poi il principale prodotto di casa nostra. Non basta nemmeno la rinuncia urbi et orbi di Monti al compenso come premier e ministro dell'economia:non essendo un rappresentante del movimento 5 stAlle,è automaticamente un demagogo ipocrita.Come la Fornero che,sfinita e frustrata,scoppia a piangere in conferenza stampa.Anche lei,poverina,non ha capito che il più grande problema dell'Italia non è la classe politica,ma l'italiano. Prontissimo a mettere stracci alla finestra per mostrare l'amor patrio,meno pronto a metter mano al portafoglio per salvarla sul serio. Prontissimo a dare un colpo di scure ai privilegi,basta che siano degli altri.Perchè la crisi non l'ho creata io,quindi non pago. Spero davvero di non venire mai investito,chè se tanto mi da' tanto verrei lasciato lì a dissanguarmi sulle strisce pedonali:"non l'ho investito io,quindi non lo soccorro". Peccato che qui non si parla di crisi,ma di un debito pubblico astronomico,una voragine per creare la quale sono serviti trent'anni. Trent'anni durante i quali è stato più conveniente girarsi dall'altra parte,esultando per ogni provvedimento populistico preso dai politici pur di vincere le elezioni (chi ha detto "toglierò l'Ici!"?). Già,ci sono voluti tre decenni per ritrovarci nella merda fino al collo.Adesso abbiamo circa un anno mezzo per tirare un respiro profondo,prima di venir nuovamente sommersi dall'onda.Poco più di dodici mesi:tanto basta al popolino per dimenticare.
Sarà in quel momento che i politici riemergeranno proponendo,delle due,l'una:
-l'Italia si è salvata grazie al nostro senso di responsabilità
-ci hanno costretti ad accettare queste misure draconiane.
In ogni caso,toglierò l'Ici,abolirò gli interventi sulle pensioni ed anche la tassa sul lusso.E torneremo subito alla normalità.Almeno per i prossimi vent'anni.

-La frase dell'anno: "Governare gli italiani non è impossibile:è inutile." (G. Giolitti)

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