giovedì 9 dicembre 2010

Il pensiero fisCo

C'era una volta un imprenditore che, per sfuggire ai propri guai finanziari (tra gli altri), decise di scendere in campo nell'agone politico. Per il bene del Paese, naturalmente. Ineleggibile per costituzione, l'imprenditore prestato alla politica venne eletto più volte come presidente del consiglio. Giurando di difendere la Costituzione e le leggi. Ma si sa, ad una certa età alcuni vuoti di memoria ci sono. Così, in più di un'occasione NON disse che evadere le tasse, se ritenute troppo alte, è un diritto naturale dell'uomo. Naturalmente, e giustamente, si levarono alti lai contro questo invito a delinquere. Però è innegabile che certe gabelle all'evasione ti ci spingono davvero; non (tanto) per l'impatto economico, quanto per la loro assurdità. Piccola dimostrazione pratica. Leggete, e meditate.

Se l'albergatore espone il tricolore paga dazio.E il pagamento è «bifacciale»: la bandiera sventola

Ha ammainato le bandiere dinanzi al suo albergo per protestare contro l'iniquo balzello che la concessionaria della pubblicità del comune di Desio (Milano) gli chiede da quattro anni. Esattamente 178,14 euro l'anno per cinque bandiere: il tricolore, la bandiera dell'Unione europea, quella della Svizzera e dell'Inghilterra (che pagano ciascuna un'imposta di 30,98 euro). Poi c'è la più cara, tassata con 54,22 euro, la bandiera del Palio degli zoccoli di Desio. Una curiosità: nelle cartelle esattoriali il tricolore è definito per la tassazione come "cassone normale bifacciale", trattato come uno striscione pubblicitario o un cartellone stradale e sottoposto a tassazione. A ribellarsi al balzello Gianni Caslini, proprietario con i figli di un bed & breakfast di Desio, l'Hotel Saint John's di viale Lombardia, che da quattro anni paga la gabella. «Inizialmente - racconta Gianni Caslini - la società incaricata dal comune della riscossione, parlando di insegna pubblicitaria, mi chiese 54,22 euro a bandiera, che poi vennero ridotte a 30,98 euro, tranne che per la bandiera del Palio degli zoccoli di Desio, una manifestazione locale di cui sono grande fautore, per la quale si pagano 54,22 euro, senza sconti». Costa caro, dunque, ricordare ai turisti il palio locale, manifestazione giunta quest'anno alla XXII edizione, nata per promuovere e realizzare la rievocazione storica della battaglia di Desio (21 gennaio 1277), una battaglia minore, ma decisiva nel passaggio da comune a signoria per la città di Milano. «Mi sono subito chiesto come il tricolore possa essere ritenuto una pubblicità - spiega Caslini - io ho messo le bandiere perchè il mio albergo è frequentato per lo più da clientela internazionale e mi sembrava una buona idea mostrare l'orgoglio di essere italiano, di far parte dell'Europa». Informandosi sempre più a fondo Caslini ha scoperto che le bandiere si pagano con una tariffa ad hoc per ciascun lato. «Perchè, mi hanno spiegato alla concessionaria di pubblicità, sventolando viene vista su due lati, tanto che nella cartella di esazione sono definite "cassone normale bifacciale"». Libere al vento, insomma, ma doppiamente tassabili perché sventolano. Per fare un esempio far sventolare il tricolore è costato 15,490 euro a lato, per un totale di 30,98 euro l'anno. Far sventolare la bandiera del palio, 27,110 euro a lato. La tassazione avviene secondo la concessionaria in base al regolamento comunale sulla pubblicità approvato nel 1994 e modificato nel 1995 e fa riferimento anche al decreto legislativo 507/1993, che come ambito di applicazione segnala che la pubblicità esterna e le pubbliche affissioni sono soggette a un'imposta o a un diritto in favore del comune nel quale sono effettuate. Decreto che non parla mai direttamente di tassazione delle bandiere, ma all'articolo 49 precisa solo che non sono tassabili «le aste delle bandiere». Forse però il riferimento è a quelle pubblicitarie, non certo al tricolore. Alla fine, spiega Caslini, dopo un lungo braccio di ferro con la concessionaria della pubblicità, «ho ammainato le bandiere. Così il fisco gabellerà qualcun altro».

-La notizia del giorno: berlusconi pronto a valutare qualsiasi soluzione alternativa alle sue dimissioni. Un'esecuzione su pubblica piazza?

-Ipse dixit: “La verità è che se Berlusconi non fosse entrato in politica, se non avesse fondato Forza Italia, noi oggi saremmo sotto un ponte o in galera con l’accusa di mafia. Col cavolo che portavamo a casa il proscioglimento nel lodo Mondadori. Ma questo non lo scriva”. (Fedele Confalonieri, Presidente di Mediaset, intervistato da Curzio Maltese)

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