martedì 21 settembre 2010

Piccini picciò

Sabato undici settembre; solita, stanca commemorazione di quel 2001 che cambiò il mondo, tra eccessi di retorica stantìa ed antiamericanismo d’accatto (con la verità nel mezzo, quindi destinata a rimanere sconosciuta ancora a lungo). Giornata indimenticabile per il sottoscritto per motivi che non vi racconterò mai. La sera torno a casa, stanco ma molti chilometri oltre la soglia della beatitudine, in tempo per la parte finale del tg2 delle venti e trenta. In tempo, cioè, per l’annuncio della vittoria di Sofia Coppola alla mostra del cinema di Venezia col suo meraviglioso “Somewhere”. Il mezzobusto da’ la notizia con l’aria di chi ha ingioiato una cassetta di limoni, sottolineando la “delusione per i film italiani in concorso”, rimasti a bocca asciutta. Parte sapido servizio che si rammarica, tra il detto e l’insinuato, della vittoria di Sofia, “che ha ritirato il premio dalle mani dell’ex fidanzato Quentin Tarantino, presidente della giuria”. Per qualunque essere vivente normodotato di encefalo, l’uscita in questione sarebbe da prendere, archiviare sotto la “V” (for “Vergogna”), e passare oltre. Per l’italiota tipo, quindi per una nazione di sottodotati encefalici, è invece la soluzione dell’enigma su come mai sia stato possibile che il figlio di maurizio costanzo ed il liga siano stati battuti. Voglio dire, il liga. Mica una rockstar sopravvalutata oltre ogni decenza che, convinto a torto d’esser in gamba e versatile, si ricicla romanziere e cineasta ad uso e consumo dei suoi fan biNbominKia. Comunque, in soldoni: Sofia Coppola vince il Leone d’Oro perché il suo ex era il presidente della giuria. E perché è figlia di Francis Ford. Quindi, traducendo per l’eventuale cerebroleso di passaggio: Sofia Coppola è una raccomandata che quasi sicuramente l’ha data al suo ex per portarsi a casa il premio. La zoccola figlia di papà, che col trucco, l’inganno ed il belletto porta via dalle capaci mani dei nostri migliori cineasti il dovuto trofeo. Perché noi italiani siamo i migliori del mondo, in questo campo: ricordate Zeffirelli, Pasolini, Fellini? Nomi che hanno fatto la Storia della settima arte, oggi sostituiti dai vanzina, dai moccia, dai muccino. Come si sia passati dallo zenith al nadir, resta ancora da capirlo. Così come mi riesce incomprensibilmente odioso l’ennesimo esempio del nostro provincialismo bigotto, piccino, campanilistico, secondo cui in virtù della grande nazione che siamo, patria di santi, poeti e navigatori (ed evasori fiscali, mafiosi, politici da barzelletta, nonché del calcio ad ogni ora, della televisione più becera che mai si sia vista, il resto aggiungetelo voi a piacere) tutto ci sia dovuto, e se non viene dato coi dovuti inchini c’è sotto l’imbroglio, la beffa, il raggiro, la soperchieria. Siamo un paese talmente disperato, sprofondato nella pochezza culturale ed identitatia, da essere affetti da bulimia cronica di visibilità. Così desiderosi di metterci in mostra da scadere sistematicamente nel ridicolo (in)volontario. Come quando, qualche anno fa, eravamo talmente ansiosi di emulare la tragedia del World Trade Center per assomigliare all’amerdica da trasformare qualunque disgrazia quotidiana nel “nostro undici settembre”; dal pirellone a nassirya, ne abbiamo avuti circa una dozzina, di undici settembre. Accade anche che, se un gruppo di ricercatori vince il premio Nobel, si evidenzia che sono italiani, perbacco, sentiamoci onorati, vai con l’inno di Mameli, zooma su bossi che si pulisce il culo col tricolore (ah, no, scusate, si stava asciugando la bava. Inconvenienti di avere due estremità pressochè identiche). Nessuno si chiede mai, però, perché costoro abbiano condotto le loro ricerche all’estero e non in patria. Come mai i nostri migliori intelletti vadano all’estero (e chi non lo farebbe, avendo bondi ministro della cultura*), e qui rimangono i tronisti, le veline, i gasparri e quei poveretti che, indomiti salmoni temporali, risalgono gli alberi genealogici dei vip stranieri fino all’età della pietra per scovare un’ascendenza italiana purchè sia. Come capitò con non ricordo più quale attrice, il cui ruolo sullo schermo passava in secondo piano rispetto al fatto che avesse una nonna toscana. E questa sgualdrina di Sofia Coppola arriva fresca fresca a portarci via il Leone d’Oro in casa nostra, ma come si permette? Domanda per tutti i poveri di spirito mononeuronici: quando Sofia Coppola vinse l’oscar per “Lost in Traslation”, non si esaltarono forse le sue origini italiane (che misero in secondo piano la pellicola, da tempo umiliata dagli spot della ponti con tognazzi)? Perché il cognome è abbastanza rivelatore. E se proprio vogliamo essere fiscali, il torto alla nazione l’ha fatto Quentin Tarantino, il cui spirito critico è stato offuscato dagli ormoni. Oh, a proposito, anche lui è di origini italiane, a quanto pare. Adesso lanciate l’osso verso il cielo e battetevi il petto dallo sdegno, levando il viso grufolante verso ‘o sole nostro.

-La notizia del giorno: ratzy esprime profondo dolore per le vittime dei preti pedofili. E per non potersi più togliere anche lui certi sfizi.

-La frase del giorno: “Il nostro è un paese di contemporanei senza antenati né posteri, cioè senza passato. E senza futuro.” (U. Ojetti)

* Questo programma ha eseguito un’operazione non valida e sarà terminato. I dati non salvati andranno persi. Riavviare il sistema; se bondi sarà ancora ministro della cultura, si consiglia di espatriare al più presto in altro luogo maggiormente civilizzato, come l’Artide.

5 commenti:

  1. Io non ho visto il servizio sul TG2, ma in un modo o nell'altro la notizia che l'italia non era andata bene alla mostra del cinema mi era giunta in qualche modo alle orecchie. Forse per radio... ma comunque resta il fatto che: dal baratro dove siamo caduti, sarà difficile (o proprio non vogliamo) rialzarci. Perchè? Eppure (apro una piccola parentesi su un altra cosa, che comunque si collega all'italia e all'importanza che abbiamo) l'italia geograficamente parlano è splendida, abbiamo tanti luoghi da visitare ecc... ma in certe attività abbiamo delle lacune pazzesche. Ora, perchè prima come hai citato giustamente tu, bobby, un tempo no!

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  2. Gli italiani sono sempre i soliti, figurati se non frignano! A proposito di cervelli che fuggono all'estero, ricordo che mentre facevo un banchetto con gli altri della federazione (aaaargh, che brutto ricordo!), arrivò da me un tipo che mi fece (a ragione) un discorsone di lamentela per i soldi tagliati ai ricercatori. Ma io ero solo una studentessa delle superiori... come facevo allora a capire che aveva ragione?! ^^

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  3. Ah, ma allora c'è ancora qualcuno che mi legge!^^ Pensavo foste scappati tutti dopo la tavola rotonda meno cagata della storia... Comunque, il discorso dei tagli alla ricerca (per non parlare di quelli al settore del cinema stesso, della scuola, e di tante altre cose) sono solo alcune delle storture che ci affliggono. Così come i luoghi splendidi che citava Daniele, che spariscono sotto colate di cemento o speculative (quelli naturali) o vengono abbandonati all'incuria più assoluta (gran parte dei nostri monumenti). Nel silenzio più assoluto, o quasi, ci stiamo giocando la nostra storia e la nostra cultura. E magari inconsciamente lo sappiamo; ecco perchè, appena capita l'occasione, ci sbrodoliamo addosso come il bambino sfigato coi brufoli all'occhiata, magari casuale, della cheerleader...

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  4. No, non ti preoccupare, bobby, non sono scappato. E' che non sapevo che scrivere: il film non l'ho visto, quindi non posso giudicare. Onde per cui, per non scrivere qualche cazzata, ho preferito starmene in silenzio :P

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  5. ti leggiamo ;-)
    è solo che io non so mai cosa dire,già i miei problemi con l'italiano e poi mi sento profondamente ignorante e preferisco non commentare(e poi sono bravissima ad andare ot in tutti i msg)
    ma ti leggo sempre!! ;-)

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