mercoledì 7 luglio 2010

Fenomeni

A metà degli anni novanta presi tutti in contropiede acquistando, insieme alle mie più care amiche dell’epoca (e che lo sono tutt’ora) i biglietti per la data milanese del concerto dei Take That. Fu una mossa presa all’inizio come una boutade, quindi come una provocazione, infine come l’ennesimo segno di squilibrio mentale, visto che fino a quel momento avevo sparato a zero sui fighetti inglesi che mi perseguitavano ovunque mi trovassi. Attraverso la radio, sulle magliette di adolescenti esagitate, in un’infinità di gadget di dubbio gusto ed utilità. Perché buttare via quarantamila e più lire per un evento che non interessa? Perché a differenza di quella che è la vulgata comune, io non ho pregiudizi su qualcosa: ho pregiudizi su tutto. Mi accosto a qualsiasi cosa con un sano scetticismo direttamente proporzionale alla risonanza del fenomeno stesso, convinto che se si parla troppo e troppo bene di qualcosa, la fregatura è dietro l’angolo. Il che non mi impedisce, se è il caso, di ricredermi e cambiare idea anche radicalmente. Capita raramente, ma capita. Quindi, nello specifico, volevo più che altro capire se il mio rigetto per i cinque anglosassoni fosse dovuto all’overdose indotta dai media o davvero non li potessi sopportare perché effettivamente insulsi. Mi rimase il dubbio perché, believe it or not, riuscii ad addormentarmi nonostante la bolgia infernale dell’evento. Merito di una giornata trascorsa sotto il sole cocente davanti al forum di Assago stipato di adolescenti urlanti e piangenti. Cose che voi umani non potete nemmeno immaginare, ho visto con questi occhi. A distanza di quindici anni, ne consero ancora il ricordo, e sono giunto alla conclusione che dopotutto i Take That furono probabilmente più vittime del fenomeno mediatico che beneficiati dallo stesso. Cosa di cui dovranno ringraziare per sempre il loro manager, a cui si deve l’idea di sdoganarli come prodotto prima ancora che come band. L’ideale della nike dilagava, ed oggi ci sommerge. Perché se una volta era necessario avere almeno un minimo di capacità a cui aggiungere qualche tocco scenico, oggi è sufficiente avere il secondo perché la massa dei biNbiminchia d’ogni età non badi più al primo. Sicchè, qualunque sfigato che ha imparato a suonare con guitar hero può andare a coprirsi di ridicolo nelle accademie della defilippi e di x factor e diventare l’idolo delle folle. E questi sono quelli onesti. Perché poi ci sono anche quelli che nemmeno hanno imparato a suonare, si esprimono a rutti (catturando così le simpatie dell’elettorato leghista, da sempre a suo agio con questo idioma), si vestono in modi che fanno apparire sobria sara jessica parker e diventano addirittura i nuovi punti di riferimento del mondo musicale. Botta di culo per la nostra miserabile nazione, sempre in cerca di pretesti per reclamare un minimo di orgoglio, l’artista (artista?) di cui sopra ha anche origini italiane. Ma ha pensato bene di prendere a prestito parte di una canzone dei Queen per sdoganarsi come anello mancante tra i grandi del passato e quelli del futuro. E perché l’omaggio ai grandi paga sempre, induce alla discussione ed insieme al resto del puerile contesto contribuisce a nascondere le lacune. E’ anche così che svariati milioni di lobotomizzati sono diventati suoi amici su facebook, la vera grande minaccia del XXI secolo, altro che Al Qaida. Io? Ho provato a cambiare idea anche stavolta, spinto dall’invito di un amico che mi magnificava le capacità sceniche e musicali di questo essere indefinibile del quale sapevo appena il nome. “Ascoltala”, mi ha detto, “vedrai che ti piacerà”. Ci ho provato. Non sono riuscito ad arrivare più in là di un minuto di qualcosa che viene spacciata come una canzone ma è in realtà una sequela di suoni incomprensibili e parole biascicate da una persona di vago sesso femminile conciata come uno spaventapasseri. E questa sarebbe musica? Sarebbe il prodigio al cui cospetto tutti si inginocchiano? Il concetto di “genio e sregolatezza” è caduto così in basso? Non potevo crederci, doveva esserci dell’altro. Mano a google, digito le sacre parole nella casella di ricerca e clicco, senza troppo pensarci e senza controllare, il primo risultato in cima alla pagina. Eccomi catapultato in un sito web che, per la faziosità della ricostruzione biografica snocciolata con toni epici che nemmeno Tolkien, fa impallidire persino il celebre “una storia italiana” di berlusconiana memoria. Non può che essere la pagina ufficiale del fan club italiano. Invece no. E’ wikipedia. Che dedica poi approfondimenti a ciascun brano ed ai videoclip, con sbrodolate che persino minzolini e fede si guarderebbero bene dall’usare per parlare del loro amato datore di lavoro. La cosa veramente allucinante? Queste pagine non possono essere modificate, se non dallo staff di wikipedia. Tale misura è stata presa a seguito dei “ripeuti atti vandalici” di cui sono state oggetto. Cosa abbiano fatto di così tremendo i barbari telematici non è dato sapere. L’ultima curiosità è scoprire quali altre pagine sono soggette ad analoghe restrizioni. Il risultato è che i vandali, oltre che con lady gaga (parlavo di lei, casomai non l’aveste capita) è in compagnia di pezzi da novanta come silvio berlusconi, benedetto VXI, umberto bossi e benito mussolini. Le voci relative a Michael Jackson, invece, possono essere modificate a piacimento. Chè tanto, i morti, non possono difendersi. Anche quelle su hitler. Curioso che i "vandali" non abbiano avuto nulla da ridire nemmeno su di lui ma se la prendano tanto con lady gaga. Comincio a pensare che la serie di terremoti che scuote ultimamente il globo terracqueo siano lo stesso Jackson, Freddy Mercury e gli altri Artisti veri che si rivoltano nella tomba ogni volta che vengono accostati a questa incapace, flatulente sgualdrina che nasconde la sua inadeguatezza dietro gli apici del pacchiano. Ed io resto qui, a chiedermi come siamo caduti così in basso, aspettando la prossima scossa tellurica. Rimpiangendo i Take That.

-La notizia del giorno: tendinite alla mano sinistra per berlusconi: evidentemente, le illazioni su federica gagliardi erano infondate.

-La frase del giorno: “Il pubblico risponde ormai solo a ciò che fa appello ai suoi vizi.” (D. H. Lawrence)

4 commenti:

  1. D'accordo su lady gaga... orroreeeee! Però se "quelli che si esprimono a rutti" secondo te sono i cantanti di metal estremo (black e death per intenderci) sono assolutamente in disaccordo. Vengono definiti così da chi non conosce la tecnica che ci sta dietro: si utilizza il diaframma, producendo un forte suono gutturale, il quale viene sporcato in minima parte grattando leggermente sulle corde vocali. Ciò vale sia per il growl, usato nel death metal, sia per lo scream, utilizzato nel black. La differenza è che nella tecnica scream la voce è più raschiata e urlata (deve simulare un grido di rabbia). Soprattutto lo scream, per essere eseguito correttamente ha bisogno di mesi di sviluppo, se non anni!

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  2. Ehm....veramente non mi pare di aver citato i cantanti di metal estremo. Anche perchè comunque essendo il metal un genere un certo tipo di tecnica canora (come quelle da te illustrate) è d'obbligo, insieme all'abbigliamento che è funzionale, e non sostitutivo, al lato canoro. In altre parole, una canzone dei black sabbath cantata da alessandara amoroso sarebbe impensabile, mentre una canzone di lady gaga cantata da una qualunque altra cantante che non si vesta come una cerebrolesa funzionerebbe uguale. Peraltro mi fa ridere (diciamo così) chi se n'è saltato fuori a difendere la sua eroina ricordando che scriveva canzoni per britney spears. Quando la cura è peggiore del male...

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  3. Arghhhhhhhhhhhhhhhhhhh i take death XD è questo il nome che dovrebbero dargli!!! io gli odiooooooooooooooo le ragazze che ci sbavavano come se fossero gli unici uomini su questa dannata terra!!!! odio tutti i gruppi maschili che nascono per le femmine che poi ne fanno i loro eroi e gli prendono come esempio per un futuro fidanzato!!! -.- e poi per quelli simpatici e divertenti non c'è mai una possibilità!!! Io nn ci ho mai capito che ci trovano... in un gruppo formato a tavolino. Si parla di gruppi che poi scompaiono nel giro di poco tempo. Bah.... anche io ascoltavo il pop da giovane, ma ora sn maturato :P

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  4. "Perché poi ci sono anche quelli che nemmeno hanno imparato a suonare, si esprimono a rutti..." Questa è la frase che mi ha indotta in errore. Chiedo scusa, ma quando sento questa espressione sono prevenuta. Sapessi quante volte mi hanno risposto che i cantanti black e death si esprimono a rutti! :( Okay, se serve mi scuoio. =P
    Lady gaga? Britney spears? Aaaaaaaaaaaaaaargh!
    @ Daniele: bravo! Da ragazzina odiavo le mie coetanee che sbavavano per i take that. Li ho ascoltati per un brevissimo periodo poi ho aperto gli occhi e comunque non ho mai sbavato per loro, mi interessava solo la musica e non ho tardato molto a capire che non era il mio genere. Molto meglio fare corna ed headbanging al Midian!! ;)

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