W. I. P.- Tornio subito

Fossi quello che ieri ha abbandonato la conferenza stampa con Zapatero (mi chiedo cosa abbia da nascondere ai giornalisti) griderei al complotto di industriali comunisti che vogliono impedirmi di svolgere serenamente il mio lavoro. In poche parole; finalmente vengo folgorato dall’idea giusta per iniziare “La Rivolta Delle Tenebre”, il quinto volume della mia saga che aspettava da almeno un paio d’anni di vedere la luce. Mi ci butto con entusiasmo, ringalluzzito anche da un’estemporanea chiamata della ditta che mi prolunga il ponte del due giugno. Nel corso della chiamata esultavo per casa tipo cassano dopo aver segnato il gol della vittoria. L’esultanza è durata poco; giovedì scorso mi hanno richiamato d’urgenza (tipo “ce la fai ad essere qui tra un’ora?”) e non appena messo piede in reparto mi è stata comunicata la ferale notizia: la prossima settimana, cioè questa, avrei dovuto gestire i due torni di una delle nostre principali linee produttive. Da solo o quasi. Con una cognizione della materia prossima allo zero, avendo finora lavorato fianco a fianco con uno che come minimo ha qualche problema. Rutger Hauer nel finale di Blade Runner manco se le sogna le cose che ho visto e sentito io, altro che navi da combattimento in fiamme al largo dei bastioni di Orione. Come prende Bobby la notizia di questo improvviso balzo lavorativo? Con sentimenti ambivalenti. Da una parte c’è il timore che dovrebbe provare chiunque si approci per la prima volta a qualcosa di nuovo; dall’altra vedo finalmente realizzate le mie aspirazioni e mi sento piuttosto rassicurato per l’avvenire. Se vogliono formarmi professionalmente su una delle linee più importanti dell’azienda, evidentemente c’è un futuro per la stessa ed anche per me, avendo apparentemente riscosso la fiducia di chi di dovere. Tutto sta a non farsi prendere dal panico e fare le cose con calma. Non può essere così complesso, no? Sono tasti e levette. Che sarà mai? Bene. Dopo una settimana di tirocinio, posso assicurarvi di essere stato raramente così spossato a livello fisico e mentale e di essere stato più volte sull’orlo delle lacrime per il nervosismo. Perché a vederlo fare dagli altri, i colleghi più esperti, tutto sembra semplicissimo. Hanno pure il tempo di annoiarsi, per Uzala. Io ho praticamente passato quattro giorni interi a correre avanti-indietro-misura-controlla-cambialutensile-ricontrolla-modificailvaloredellasseics-corriragazzolaggiùchesefermatoilrobotdiscarico e via dicendo. Per mia fortuna sono stato affidato ad un insegnante burbero ma paziente, che mi rimprovera come merito quando faccio una stupidaggine (perché non commetto errori, ma stupidaggini) senza per questo farmi sentire completamente idiota. “Devi imparare, è normale commettere sbagli. Ha imparato gente più stupida di te, vuoi non farcela tu?”, mi dice insieme a molti altri per tenermi su di morale. Peccato che io mi chieda piuttosto se non sono stato messo dove sono in quanto stupido a mia volta. E così, nel tentativo di non sembrarlo, cerco di cavarmela da solo, muovendomi con l’ansia di non fare un’altra idiozia. Finendo invece per farla proprio a causa del nervosismo. Il che mi porta ad agitarmi ancora di più e commetterne di ulteriori, nessuna irrimediabile, per fortuna. Rimane comunque un’anima scissa tra la delusione per sé stessi ed un rabbioso desiderio di farcela. Desiderio che mi spinge, quindi, ad impegnarmi con ancora più tenacia, impedendomi di gettare la spugna come ho pensato di fare nei momenti di maggiore sconforto. E quando finalmente riesco a rallegrarmi perché ehy, dopotutto ce la sto facendo davvero, un passettino alla volta… mi ritrovo a chiedermi chi me lo fa fare. Lo faccio quando vengo a sapere di colleghi che preferiscono farsi lasciare a casa in cassaintegrazione perché fa caldo o non hanno voglia di lavorare, salvo poi lamentarsi di essere stati lasciati a casa. Quando altri si rifiutano di svolgere lavori come quelli che facevo io fino a qualche mese fa perché “troppo pesanti”. Quando l’argomento più importante di un incontro sindacale con la direzione verte sul trovare un accordo affinchè i lavoratori possano andare casa a guardarsi l’italia. Ma non avevi dato le dimissioni da sindacalista?, vi starete chiedendo. Infatti oggi ho presenziato all’incontro informativo settimanale solo per sapere come procedono le cose a livello lavorativo, come previsto dalla mia carica ad interim. Quando si è cominciato a parlare di facezie simili, ho levato le tende. Chiedendomi perché dovrei dannarmi l’anima imparando ad usare i torni come si deve, considerato l’ambiente che mi circonda. Poi ho guardato dentro di me. Ed ho trovato la risposta.

-La notizia del giorno: oggi iniziano i mondiali di calcio; previsto emendamento al ddl intercettazioni per impedire che gli avversari rubino la palla ai nostri giocatori.

-La frase del giorno: “Il disprezzo va usato con parsimonia, in un mondo così pieno di bisognosi" (A. R. De Chateaubriand)