giovedì 3 giugno 2010

Si fermò un passo prima di calpestarlo,ne ascoltò i gemiti spezzati,ne osservò gli spasmi,inalò il gusto acre,salato del sudore,del piscio,del sangue che le lambiva i piedi nudi.
E si chiese perchè.
Perchè alcuni la accoglievano come un dono del cielo ed altri reagivano...così?
Accarezzandosi distrattamente le labbra frastagliate delle ferite che le solcavano il petto,ormai quasi del tutto rimarginate,si accovacciò accanto al corpo.Si stava già raffreddando.
Che stani,questi...com’è che si chiamavano?Ah,sì.Umani.Bastava così poco per romperli.
Ma la stranezza più strana di tutte era quando decidevano di rompersi da soli.E perchè,poi?
Non lo sapeva proprio.Non li capiva proprio.E dire che li frequentava da una vita.
Prima ancora che scoprissero il fuoco,già si aggirava tra loro.Non si poteva dire che le reazioni di quelle strane...cose...fossero cambiati granchè.Ma forse non era lecito aspettarsi qualcosa di diverso da...cose...capaci di distruggere il loro stesso pianeta.
L’istinto all’autodistruzione doveva essere ben radicato in loro,di questo ormai era praticamente certa.
Allora perchè,si chiese,annusando l’ultima volta il corpo per accertarne la definitiva rottura,perchè mi sento così attratta da loro?
Domanda complessa,che si poneva non per la prima volta,e si diede la solita,semplice risposta, mentre con passi umidi e strascicati ripercorreva a ritroso la strada fino alla camera da letto.
Quelle...cose così fragili ed incomprensibili la incuriosivano,la divertivano.
Non di rado la gratificafano con quel grottesco bitorzolo che avevano in mezzo alle gambe.
Ma quello era un’aspetto secondario.Il vero spasso,ciò che la spingeva a frequentarli,a vivere in mezzo a loro,era assistere alle reazioni degli....umani...quando avevano a che fare con lei..
Alcuni,appunto,la accoglievano come un dono del cielo.Altri,appunto,come quello di sotto...
Buffo,pensò entrando in camera da letto ed aprendo l’armadio.
Ora che ci pensava,non ricordava nemmeno il suo nome.Forse neanche l’aveva mai saputo.
Non che facesse differenza;per lei gli....umani,si somigliavano un po’ tutti.
Nel bene e nel male.A ben vedere,soprattutto nel male.
Arroganti.Distratti.Convinti che tutto sia loro dovuto,e di sapere altrettanto.
Che buffe,buffe cose, pensò,trovando finalmente ciò che cercava tra i vestiti buttati alla rinfusa.Convinte di saper tutto del mondo e della vita,quando non sanno neanche cos’hanno nell’armadio.

Dal “Bestiario Fantastico”,di A.Pumpkin:
Selkye(anche Silkye-Saeilie-Selighiye);creature simili alle sirene,risiedono nei freddi mari della Gran Bretagna;tracce di quelli che potrebbero essere veri e propri villaggi di Selkye sono stati rinvenuti da L.Potter sui fondali al largo delle Orcadi e delle Shetland.Ciò che differenzia queste ninfe acquatiche dalle loro più famose cugine,le SIRENE(vedi)è la caratteristica,o necessità,di indossare,per muoversi più agilmente nell’acqua,pelli di foca (o salmone,o delfino,a seconda dei casi e delle latitutidini).Se decidono di uscire dal mare per muoversi sulla terrafema,si liberano della pelle,assumendo l’aspetto di donne stupende. E’ tuttavia possibile distinguerle dalle donne normali dal pallore dell’incarnato,dalle mani e dai piedi palmati,e dalle impronte bagnate che lasciano al loro passaggio anche quando indossano le scarpe.Si dice inoltre che il loro corpo sia gelido,e che possano rendersi invisibili ed intangibili.Vuole la leggenda,e ne esistono diverse in proposito,che se la selkie viene derubata della sua pelle da un uomo sarà costretta a sposarlo divenendo una moglie perfetta,almeno finchè non riuscirà a recuperarla...

Continua (e finisce) domani

4 commenti:

  1. Eeeeeeeeeeeeh sì, bobby!!! >.< chi andava a pensare che era una cosa del genere? Non conoscevo neppure quel bestiario!!! -.-

    RispondiElimina
  2. Bobby, se ti interessa l'argomento devi as-so-lu-ta-mente procurarti "il segreto dell'isola di Roan", bellissimo film irlandese che narra appunto una storia di selkies :)

    RispondiElimina
  3. Infatti il "bestiario" non esiste,a differenza della Selkie. La definizione è stata tratta da "Il libro delle creature fantastiche" di Christian Filagrossi e leggermente riadattata. Comunque non pensate che sia tutto finito;manca ancora un pezzettino ;-)

    PS: che bello sentirti,Teresa!:-* Grazie della dritta,l'ibrido è già al lavoro.Non mancare,mi raccomando,di farmi avere la tua valutazione complessiva sul racconto domani,così come tutti voi.

    RispondiElimina
  4. Nemmeno io pensavo ad una cosa del genere. Interessante, adesso aspetto con ansia la fine... in fondo, che sono mai ventiquattro ore? Beh, insomma! =P

    RispondiElimina

I più letti