lunedì 3 maggio 2010

W. I. P.- “L’Uomo a Margine”

Sembra che la percezione di ombre e sagome sfocate al limite del proprio campo visivo sia un disturbo comune per chi come me soffre di problemi agli occhi. Credo abbia anche un nome scientifico (e cosa non ce l’ha? I sempliciotti vanno pure spaventati in qualche modo, e niente spaventa più di un vocabolo incomprensibile), ma al momento mi sfugge. In ogni caso, l’ho scoperto troppo tardi. Nel senso che ormai la storia era già bella e finita nella mia testa, risale ad un paio di anni fa, anche qualcosa di più, e si intitola appunto “l’uomo a margine”. Andò così. Era sera, e come di consueto ero sprofondato tanto nella mia poltrona preferita quanto nella lettura. Senonchè, con la coda dell’occhio, mi parve di scorgere una sagoma scura lì, sul pavimento, talmente vicina che probabilmente allungando una mano avrei potuto toccarla. Mi voltai, convintissimo di trovare il mio buon vecchio cagnolino che con la sua camminata placida e strascicata riparava sotto il letto com’è solito fare di quando in quando… invece non c’era un bel niente. Né poteva esserci, perché il cane era in soggiorno e la porta era chiusa. Credo che cominciò lì ed allora; quella piccola, sottile, morbosamente piacevole ossessione che ti solletica quando hai qualcosa sulla punta della lingua ma non ti riesce di pronunciarlo. Nei giorni seguenti inziai un perverso gioco con me stesso; dovunque mi trovassi, a casa, al lavoro, per strada, quando avevo la sensazione di intravedere qualcosa o di essere osservato mi voltavo di scatto. Senza mai vedere, naturalmente, nulla di insolito. Un ulteriore tassello fu aggiunto da Italo, compagno di lavoro ora meritatamente in pensione ed ex fumettista col quale potevo discutere le mie idee senza passare per suonato (chè tra artitsti o presunti tali ci si capisce). Curiosamente, mi confidò che anche lui talvolta aveva quella stessa sensazione. Ma naturalmente, non ci aveva mai fatto caso più di tanto. L’idea che potesse comunque esserci davvero qualcosa che ti spia costantemente ma è talmente rapido a sparire da farti dubitare dei tuoi stessi sensi si rivelò al contempo affascinante ed inquietante. Così cominciai a buttare giù qualche riga dal sapore vagamente autobiografico, traslando nel protagonista del racconto le ansie che vivevo in quel momento, ovviamente amplificandole. Mancava giusto giusto il finale ad effetto. E me lo servì su un piatto d’argento uno dei tanti “drammi della follia” che ogni tanto occupano le prime pagine dei giornali, per la morbosa gioia dei telespettalettori. Il classico padre di famiglia tutto casa- lavoro- chiesa che improvvisamente perde la bussola e fa una strage. Così, senza un perché. Apparentemente. Nel leggere la notizia, confesso che sorrisi. Che potrebbe già essere qualcosa, visto che di solito cose del genere mi lasciano del tutto indifferente. Nel giro di una settimana, il racconto era fatto, finito e revisionato. Ha riscosso un buon successo, anche se la rivelazione finale è stata giudicata un po’… come dire… banale. Nel senso che avrei potuto inventare qualcosa di più originale per il colpo di scena (parlo di caratteristiche di un personaggio, non della trama o dello stile in sé che sono stati definiti “inquietanti come al solito”). Confesso che c’è del vero in questa critica, ma altrettanto vero è che non ho voluto semplicemente strafare. Avrei potuto sfornare qualcosa di complesso e delirante, ma mi pareva fuori luogo. Così mi sono limitato a guardarmi attorno. E stavolta qualcosa ho visto. Proprio sotto lo schermo del mio PC. Un pupazzetto tra i tanti. Prima ancora che potessi rendermi ben conto se fosse o meno una buona idea, avevo vergato la parola “fine” e consegnato all’archivio un’altra storia breve. Che magari, prima o poi, leggerete. Ah, comunque ogni tanto con la coda dell’occhio continuo a scorgere delle sagome scure. Però non mi volto più di scatto per cercare di sorprenderle. E se siete furbi, non fatelo neanche voi. Non si sa mai.

-La notizia del giorno: la Freedom House classifica l'italia come paese semilibero per quanto riguarda la libertà di stampa nel mondo; siamo 75esimi, dietro Angola e Cile. Ma sono chiaramente dati falsati: da noi persino gente come littorio feltri, adriana volpe e clemente mastella hanno il patentino di giornalista. Più liberi di così...

-La frase del giorno: “La cosa più misericordiosa del mondo è l’incapacità della mente umana di correlare tutto ciò che contiene.”. (H. P. Lovecraft)

9 commenti:

  1. L'uomo a margine, la tua coscenza, il tuo vero io quale connotazione hai dato al tuo silnzioso compagno di viaggio che vigila sulle tue azioni.
    Alle volte imbarazzante censore delle tue segrete aspirazioni, altre istigatore dei tuoi sopiti desideri.
    Uno scomodo inquilino dei tuoi pensieri, protagonista delle tue immagini segrete.
    Chi è caro Bobby il tuo "uomo a margine"!
    Il mio è un maledetto rompiscatole che si diverte a tormentare i miei momenti di felicità ricordandomi quanto li ho pagati e li sto pagando. E' quello che mi vieta di andare a prendere l'uomo che amo e tirarlo fuori da quel "cazzo" di buco nero dove si è andato a ficcare.
    Lui "l'uomo a margine" mi ricorda ciò che è bene e ciò che male per se e non per me.
    Alle volte lo odio.
    Alle volte lo amo.
    Quasi mai lo comprendo.
    Sempre vorrei che se ne andasse.
    E' invisibile per tutti ma non per me, mo fissa con aria trionfante, come chi sà di averti in pugno, ma so che un giorno mi scoccerò di lui e allora solo allora imparerò a camminare da solo.

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  2. Veramente il mio "uomo a margine" è molto più prosaico ed invisibile a me stesso(a meno che...), ma anche la tua interpretazione ha un che di sinistramente affascinante...

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  3. Argomento quantomai affascinante. Quando chiudo gli occhi mi capita, di tanto in tanto, di scorgere una specie di scia nera che passa sopra la mia testa. Una carezza e via, di nuovo sparisce. La tua esperienza si ferma a livello della vista? La mia no. Spesso sento anche una mano gelida che mi accarezza. Spero che adesso non ti metterai a pensare che sono fuori di testa. Questo discorso è collegato all'ultima mail che ti avevo mandato.

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  4. No,per nulla.Anche a me di quando in quando capita di avere strane sensazioni,specie nei momenti di stanchezza o dormiveglia... i cosiddetti stati di "allocoscienza" dove si dice si sia più ricettivi ai fenomeni psichici e paranormali.In effetti me ne capita sovente anche un altro molto più inquietante quando sto per addormentarmi,che mi è stato detto potrebbe avere a che fare con le esperienze extracorporee...e manco a dirlo,è da tempo materia per un altro mio racconto.

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  5. P.s.: ma la mail di cui ti parlavo l'hai letta? So che non hai tempo di rispondermi, infatti mi preme solo sapere se l'hai vista.

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  6. Se ti riferisci alla mail col racconto annesso,quella di Dantalian,sì,l'ho letta(leggo sempre le mail,è per le risposte che ho tempi che vanno dall'immediato al biblico),ma non ti ho ancora risposto perchè appunto non ho ancora letto il racconto (perdonami!-___-)

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  7. Si, proprio a quella mi riferivo. Non ti preoccupare, aspetto... intanto devo progettare ben due post, visto che prima o poi te ne mando uno da inserire qui. Questa proposta è bellissima, se volessi inserirne uno anche tu nel mio blog inviamelo che lo posto. -_-
    Ecco, dopo il voto di scambio, le amicizie di scambio, adesso siamo arrivati ai post di scambio... sbaglio o hai aderito alla mia logica? Ahahah, beccato in pieno! =P

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  8. Bobbyyyyyy! E' capitato anche a me ieri! Ero nella cucina di una cascina quasi totalmente disabitata (ad eccezione di una casa) che funge da colonia per gatti randagi (intanto che cerco lavoro faccio la volontaria lì). Stavo riempiendo le ciotole con le scatolette e mi sentivo costantemente osservata. Mi è sembrato di vedere di sfuggita un'ombra, poi più niente. Davvero inquietante. Per un bel po' ho continuato a guardarmi attorno, ho controllato se nel "soggiorno" (la prima camera, quella con la porta d'ingresso) ci fosse qualche gatto. Niente di niente. Sono rimasta inquieta per un po' poi mi sono calmata. O_O

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  9. Consiglio: quando ti capita una cosa del genere voltati sempre molto lentamente. Non vorrei che facessi la fine del protagonista del mio racconto...^^'

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