martedì 11 maggio 2010

Paguri

Sabato mattina ero in giro per sbrigare le mie solite commissioni del fine settimana. Me ne sto assorto nei fatti miei guidando ad andatura moderata, quando all’improvviso, ad un incrocio, da sinistra sbuca un’altra auto. Che, ignorando bellamente il segnale di stop, mi si butta contro. Più per fortuna che per abilità si evita lo scontro, e d’istinto, imprecando, lancio un’occhio allo specchietto retrovisore. Scorgo così l’aspirante speronatrice rivolgermi un gesto inequivocabile col braccio, accompagnandolo con un labiale che non lascia spazio all’immaginazione. Ora; di indole sono una persona poco paziente, ma non violenta. Eppure davanti a quella scena ho frenato in mezzo alla strada, preparandomi a scendere dal peugeottino ed estinguere come fosse un mutuo bancario (a piccole rate mensili nell’arco di un ventennio) l’agguerrita signora di mezza età che ancora lanciava maledizioni al mio indirizzo, al sicuro nella sua utilitaria scintillante di autolavaggio. Perché passi la maleducazione e l’inciviltà, ma di essere pure insultato da gente che se avesse un minimo di decenza dovrebbe tacere sapendo di essere in torto marcio no. Prima ancora di rendermene conto una mano è corsa alla maniglia della portiera, con l’altra gesticolo a mia volta per enfatizzare il concetto che stavo esprimendo ai sedili (“fermarsi allo stop no, eh, stronza?”) e l’occhio è sempre fisso al retrovisore. Così ho potuto assistere ad una mutazione straordinaria. Il volto paonazzo della casalinga con pretese si è fatto cinereo. La bocca, fino a quel momento apparentemente incapace di fermarsi, si è congelata in una “O” quasi perfetta. Il forsennato smanacciare è diventanto un incerto, tremante tentativo di spiegare che non mi aveva visto. Ed allora ho capito di averne di fronte, anzi alle spalle, un altro. Uno di quegli individui ambosessi e di ogni età che, al riparo nel loro guscio di ferro, vetro e gomma sono convinti di poter fare tutto quello che vogliono. Cos’è mai un semaforo rosso, un pedone che attraversa la strada sulle strisce, i cartelli con i limiti di velocità. Nello spazio sospeso all’interno dell’abitacolo, il resto del mondo non esiste più per questi cialtroni boriosi autoconvintisi di essere divinità con potere di vita e di morte su tutto quanto si trova al di là del parabrezza. E se non possono trincerarsi in un’auto tramite la quale ostentare una rispettabilità che di fatto non possiedono, si rinchiuderanno in altri gusci. Abiti contraffatti presi dai marocchini, che vanno bene quando devono venderti una parvenza di ricercata eleganza falsificata ma per il resto puzzano, danno fastidio, dormono in strada, ci rubano il lavoro e violentano le nostre donne. E se non è il valentino né il dolce & gabbanna tarocco, questi conigli bipedi e glabri si infileranno in qualche altra divisa mutuata dal primo burino passato in televisione, alla ricerca di un’uniformità con la massa e con i modelli imposti che gli permettano di fondersi con resto del mondo e passare inosservato. Perché questa è la massima aspirazione di vita per questi patetici ammassi di cellule; non farsi notare. Fare i bulli e gli spiritosi solo quando si sentono falsamente protetti dai loro gusci, nei quali si nascondono tremanti come i molluschi che sono non appena trovano qualcuno che ricordi loro quanto poco o punto valgono. O qualcuno che, semplicemente, stia accarezzando l’idea di farlo. Ammetto, il mio abbigliamento di solito aiuta; truppe di biNbiminchia dalla lingua lunga si sono dispersi con la rapidità di zanzare nei pressi di uno zampirone quando, fatta la battuta al mio passaggio, mi hanno visto fermarmi o tornare sui miei passi. In questo caso, non ho nemmeno dovuto usare il deterrente psicologico provocato dal veder avvicinarsi un individuo vestito di nero e dal volto semicoperto da una sciarpa in tinta. Mi è bastato mettere una mano sulla maniglia della portiera per far affiorare la vera, patetica natura di una delle tante nullità convinte di essere qualcuno. Dice Stan Lee che la grandezza di un eroe si misura dal suo avversario; non mi ritengo un eroe, ma credo ci sia una grande verità in queste parole. Ed un invito a non abbassarsi al livello di certa gente. Così ho scosso la testa, ho ripreso il volante e mi sono rimesso in marcia. A venti all’ora. Lo stesso ha fatto l’ormai atterrita signora, procedendo a passo d’uomo nella mia scia, e tenendo almeno una cinquantina di metri di distanza da me anche quando ci siamo fermati al semaforo rosso di lì a poco. Dopodichè io ho svoltato per parcheggiare, lei ha proseguito dritta. Forse già dimentica di quanto appena accaduto, certamente ignara della propria vigliacca pochezza, sentendosi gagliarda, potente, invincibile nel suo miserabile guscio. Almeno fino al prossimo stop.

-La notizia del giorno: gli immigrati clandestini senza lavoro normalmente delinquono, secondo letizia moratti. Ma dicono meno stronzate e si vestono molto meglio di certi sindaci. (comunque non sapevo che il nostro parlamento fosse composto in massima parte da immigrati clandestini...)

-La frase del giorno: “Posso tollerare la forza bruta, ma la ragion bruta è veramente insopportabile.” (O. Wilde)

9 commenti:

  1. =_= nn ho parole... ma chi da la patente alla gente? topo gigio??? nn lo so io. C'è da aver paura a gironzolare tranquilli in auto anche più di prima, ora. Mi chiedo allora cosa seguono a fare scuola guida se poi dei cartelli e del buon senso, oltre che della legge, non gli importa un emerito cazzo (scusa la parola bobby ma certe cose mi fanno veramente incippare) Come sai sto facendo la patente, e inorridisco a 'ste cose, pensando a come farò quando dovrò immettermi sulla strada se me la dovrò vedere con persone del genere che mi escono all'improvviso dallo stop senza guardare. Dall'altronde lo già provato sulla mia pelle anche in bici. Una volta uno mi ha tagliato la strada, un atro a momenti mi stirava perchè usciva da un lato, un altro, quando ho aperto la portiera dell'auto di mio padre toccando dentro la sua soltanto per un piccolo botto, mi ha detto che c... stavo facendo. Con quella faccia da str... tale di chi dell'auto ci tiene più che alla sua donna....

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  2. Mi sa che su questo argomento ne devono saltare fuori tante. Una volta stavo facendo la rotonda e mi hanno tagliato la strada in due... ignorando che dalla strada da cui provenivano loro bisognava fermarsi (il dare precedenza è diventato un optional). Inchiodando due volte li ho evitati... fiuuuu (sospirone di sollievo). Comunque noto che più hanno la macchina grossa più se la tirano. Per non parlare dei camionisti poi. Non saranno tutti così, ma ce ne sono tanti. Sono il padrone della strada (e qui è il caso di citare quell'"io, io, io" usato da Bobby nell'articolo "Ragli", uno dei miei preferiti). Un'altra volta ho preso uno spaventone perché in macchina avevo su anche mia madre e mia nonna e uno str***etto in scooter ha pensato bene di sorpassare stretto stretto così quasi lo prendo sotto! L'ho mandato a fare quella cosina lì e, non so se mi ha sentita, ma di certo ha capito e si scusato. Un miracolo!
    @ Daniele: hai ragione, ma non offendere il povero Topo Gigio che con certi idioti non ha nulla a che fare.

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  3. Caro Bobby leggendo la Tua "avventura" mi è tornata in mente la novella di Pirandello "La patente".
    Come direbbe Tonino "che c'azzecca".
    Ovviamnete non mi riferivo all'ambito automobilistico ma riflettevo sulla scena del "crimine". La realtà è ben diversa dall'apparenza.
    Un baldo giovanotto di nero vestito si avvicina all'auto di una casalnga con fare minaccioso, questa l'apparenza nella realtà il giovanotto è persona di rara gentilazza e sensibilità mentre la signora una stronza sesquipedale degna solo di essere presa a schiaffi.
    Dunque come dicevo siamo pronti a dare "la patente" in base a ciò che crediamo di vedere e ci limitiamo sempre nel nostro comprendere.
    La casalinga cellulitica non avrà certo percepito il Tuo gesto come un invito a riflettere sulla sua dappocaggine, la leggerezza con cui usa l'auto come un'arma di distruzione e peggio ancora l'assoluta mancanza di senso del limite.
    Povera donna si convincerà che non c'è più religione, che i giovani non rispettano gli anziani, insomma che brutto vivere in fondo che aveva fatto di male solo non rispettato una precedenza lei che doveva correre dal parrucchiere che l'appuntamento per la ceretta erano tre mesi che lo aspettava.
    Eh si amico mio, che delusione trovarsi difronte il Paguro di turno, ma soprattutto capire che noi non siamo quasi mai visti per ciò che siamo ma, scomodando Pirandello "Sono come tu mi vuoi".

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  4. La cosa più desolante è che di fronte a questi esserini (chè son davvero piccoli individui) ti trovi a rimpiangere quelli che quando vengono mandati a stendere cominciano a sbraitare "tu non sai chi sono io (io io io...il ritorno del raglio)." Almeno costoro agiscono in maniera conseguente al proprio delirio di onnipotenza che tale rimane in ogni circostanza,e rispetto a chi prima fa la voce grossa facendosi subito dopo piccolo piccolo per non farsi notare,forse sono perfino da ammirare.Ritrovarsi ad ammirare gente simile,peraltro,fa capire quanto stiamo precipitando in basso...

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  5. PS: vi ricordo che fino a qualche mese fa Topo Gigio era ministro della salute, quindi portate rispetto, cafoni...-__-

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  6. Io sapevo che Topo Gigio conduce spesso il tg5 (vedetevi il volto di Alberto Bilà e poi mi dite se non sembra proprio lui!). =P Comunque, tornando a discorsi seri, proprio oggi stavo guidando su una via a corsie (tre, ma in certi tratti si restringe a due) quando un tizio con un'audi bianca mi taglia la strada per infilarsi nella corsia sinistra, in cui mi trovavo. GRRRR

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  7. è perchè c'è il cartello di diminuzione di corsia :P era una careggiata a tre divisa da spartitraffico? o era un extraurbana principale, lady?

    Ps. non farci caso, sto facendo la patente e oramai ho tutto in testa XD

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  8. E' una via di Cremona, Via Dante, divisa da spartitraffico. Una volta era a doppio senso, ora hanno cambiato tutto: l'altra corsia, quella a sinistra dello spartitraffico viene usata solo per parcheggiare. Ciò ha comportato anche il cambiamento dell'adiacente Viale Trento Trieste, che passa dietro Via Dante. L'idea era quella di velocizzare un pochino il traffico e creare nuovi parcheggi. I semafori però li hanno lasciati tutti. E il bello è che adesso, oltre a guardare chi ti sta a fianco, devi pure fare attenzione a chi esce dai parcheggi sulla sinistra e si immette! Non so se la spiegazione è chiara. Certo se postassi una foto renderebbe meglio. Comunque situazione pericolosissima!!
    P.s.: in bocca al lupo per la patente... e occhio a quello che combinano gli altri ;-)

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  9. Crepi il lupo :P e direi di sì.. molto occhio!!!

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