venerdì 23 aprile 2010

“Ah…”, ovvero “Wikipediate, amici e lettori”

Sovente mi viene chiesto quali siano i miei gusti musicali. Di solito non ne parlo di mia sponte per due motivi: e perchè non sono un fruitore ossessivo compulsivo di musica (la ascolto giusto quando vado a zonzo da solo, in rarissimi casi a casa quando ho voglia di rilassarmi, ma più spesso le preferisco il silenzio assoluto), e perchè con coloro coi quali affronto l’argomento l’enumerazione dei miei cantanti preferiti è accompagnata quasi immancabilmente da occhi che si fanno via via più sgranati e dalla ferale domanda conclusiva del mio interlocutore: “ma chi sono questi? Non li conosco”. Oppure, se vogliono fare i sostenuti, da un “ah” che può essere tanto il rantolo di chi non si è mai spinto oltre radio deejay ma vuole nascondere la propria ignoranza (di solito li si smachera quando, all’annuire saccente del soggetto in questione, si afferma candidamente: “li conosci anche tu, vedo. “ “Uhm… veramente no”. Allora cazzo fai di sì con la testa tipo pupazzetto deodorante a molla attaccato al cruscotto della macchina?), quanto un gemito di commiserazione per me, che rifuggo “artisti” come la pausini, ferro, i tokio hotel ed altre attrazioni defilippiane- xfactoriche ad uso e consumo di biNbiminchia d’ogni età. Più raramente, credo, quell’ “ah” incarna il singulto tipico di chi vede spalancarsi dinanzi a sè un mondo di crome, ottave e biscrome del quale non sospettava nemmeno l’esistenza, e vi si approcia con un misto di stordimento e timore reverenziale. La stessa reazione che deve aver avuto l’australopiteco di fronte al fuoco. Ignorando quale sarà la vostra, di reazione, ma sapendo che potrete sempre wikipediare e setacciare il tubo per capire esattamente cosa ascolto, colgo l’occasione del fine settimana incipiente e del relax che esso esige per rispondere a chi frequenta queste lande e mi ha posto la domanda in questa o quell’occasione. E per chi pensava di farlo in futuro. Premetto: di tecnica musicale capisco poco o niente, al di là del banale piace/ non piace, quindi non aspettatevi recensioni pompose né dissertazioni rutilanti da ospite della raccapricciante coppia infante- bianchetti. Chiarito questo; dopo un’adolescenza in cui per necessità di sopravvivenza ho cercato di adattarmi a mode e tendenze che non mi conquistavano mai fino in fondo, dalla musica tunztunz agli Iron Maiden & simili, raggiunti i diciott’anni circa ho trovato la mia strada musicale grazie a Lene Marlin, misconosciuta cantante norvegese che non esito a definire la più grande cantautrice vivente ed è stata artefice indiretta della mia guerra non tanto segreta e men che meno fredda con mtv, emittente che da oltre un decennio è sparita dalla mia televisione (e sto cercando, con calma e pazienza, di farla sparire anche da quella di amici e conoscenti, finora invero con scarsi risultati). La voce calda ed avvolgente di Lene, i suoi testi amari e malinconici sono stati più di una volta e sono tutt’ora un conforto ed un rifugio, testimonianza di un vissuto personale che nulla ha a che vedere con quelli studiati a tavolino per compiacere un popolo di quindicenni cerebrolesi che si sciolgono moccianamente appena sentono il trittico solecuoreammore o suoi derivati. A ruota, seguono altre due interpreti della canzone passata e di nicchia: Belinda Carlisle, cantante pop degli anni ’80 che accompagnava motivetti disimpegnati con una voce prodigiosa, abbastanza potente da far impallidire uno scaricatore di porto, e Julee Cruise, la rivelazione del 2009- 2010, musa di Angelo Baladamenti e “voce sola” della maggior parte delle opere di David Lynch (l’ho scoperta ed adorata all’istante proprio guardando “Twin Peaks”, dove interpretava sé stessa). Non di solo pop femminile campa però Bobby; anche i maschietti hanno la loro degna rappresentanza con Sergio Caputo, autore che adoravo fin da bambino per i suoi testi surreali ed i ritmi coinvolgenti, e Vinicio Capossela, che mi ossessiona dai tempi di “Canzoni a Manovella”, del quale sto cercando di recuperare tutta la discografia e che non mi perdono di aver trascurato finora. Un po’ più staccati nelle preferenze seguono Elio e le Storie Tese, che trovo geniali ma apprezzo in maniera discontinua, e Caparezza, che insieme agli Ska- P è l’alfiere quella musica “di resistenza” a buon mercato che sfama il ribelle dentro di me. Altra mia grande e dichiarata passione sono le sigle degli anime giapponesi in lingua originale (se non avete mai ascoltato Ichiro Mizuki, Isao Sasaki ed Hironobu Kageyama coi suoi Jam Project vi state perdendo qualcosa di eccelso) e, “naturalmente”, la musica classica. Tutta e senza distinzione, con una predilezione per Beethoven, Orff e Dvorak e qualche spruzzata di lirica. Divertimento ludico per temerari: con l’arrivo della bella stagione, osate aggirarvi per strada a bordo della vostra auto con il quarto movimento de “L’Inno alla Gioia” od “Il Barbiere di Siviglia” sparato a manetta dallo stereo, ed ammirate la reazione delle famigliole in passeggiata ciclistica serotina. Per finire, quando proprio ho voglia di qualcosa di disimpegnato, mi concedo tanto gli esperimenti elettropop di Claudio Simonetti (leggendario “musichiere” dei film di Dario Argento che si diletta a reinterpretare i propri brani, insieme ad altri main theme di classici dell’horror e della fantascienza, in chiave moderna e rockeggiante) quanto i ritmi latini e le neanche tanto velate allusioni sessuali di Paulina Rubio. Senza dimenticare quella che i miei amici più stretti temono maggiormente: la “fase Pink Floyd”. Se sto ascoltando “The Wall”, 99 volte su 100 significa che sono sull’orlo di una crisi depressiva. Con tutto quanto ne consegue. Siete avvisati. Esattamente come il gestore del negozietto di dischi che qualche anno fa mi vide entrare nella mia inconfondibile mìse monocolore, e prima ancora che potessi aprir bocca mi apostrofò con un annoiato “i biglietti per gli Iron Maiden sono finiti.” “Veramente io volevo l’ultimo CD di Lene Marlin”, risposi piccato. E lui, naturalmente: “ah.”
Ma almeno sapeva di chi stavo parlando.


-La notizia del giorno: berlusconi: "correnti metastasi dei partiti". E chi ne fa parte, immagino, è antropologicamente diverso. Ma variare il repertorio?


-La frase del giorno: “Soltanto l’Arte ed il Sapere innalzano l’Uomo fino alla Divinità”. (L. W. Beethoven)

13 commenti:

  1. O_O Si, è vero, anche io ho fatto due occhi così! Riesci sempre a lasciare tutti senza fiato! Devo ammettere la mia ignoranza sui nomi che hai citato. Sulla classica invece posso essere d'accordo con te, però la mia preferenza va in assoluto a Paganini, visto il mio amore verso il violino (quand'ero piccola smettevo di giocare se ne sentivo il suono). L'altro mio grande amore è il metal, sono appassionata soprattutto di metal estremo (il black metal è il mio pane quotidiano, Dimmu Borgir in testa).

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  2. Buono a sapersi, adesso so come neutralizzarti alla bisogna: metto su in loop la "Danza Macabra" di Camille Saint-Saens e ti paralizzo sul posto!^^

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  3. Ma sei proprio tremendo!! =P Passa dal mio blog che ho postato due interventi, il secondo è roba pesante, l'ho appena inserito, spero che non mi censurino.

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  4. Mettiamola così: se accadrà, io ti seguirò a ruota, grazie al mio commento(ma dubito, qui sopra ho scritto ben di peggio)

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  5. La musica. Non credo esista un argomento altrettanto ampio e particolare e denso di significati diversi come questo.
    La musica è per molti amica, amante, compagna nei momenti che segnano la vita, per alcuni formula matematica espressa, per altri trasposizione teologica, come non ricordare "Dottr Faustus" di Mann (non a caso il libro preferito del mio filosofo) dove l'amabile Zeitbloom racconta il profondo rapporto del "suo amato" Adrian con la musica.
    Per me, per noi, più semplicisticamente la musica è sensazione, emozione, pathos, gioia, trisezza, senso della vita.
    Personalmente amo molto la classica e l'operistica in particolare e soprattutto amo la voce "Divina" di Maria Callas, credo che in Lei coesista qualcosa si incredibilmente umano, come la sofferenza, e qualcosa di intangibilmente divino come la speranza. Ascoltare romanze come "Casta Diva" o la scena della pazzia di Lucia di Lammermoor sia un'esperienza che vada fatta, credetemi provi un transfer con questa voce che sembra dare anima ai tuoi desideri, alle tue paure agli afflati della tua anima.
    Ma la classica è e rimane la colonna sonora della mia esistenza Brahms, Bach (Consiglio le variazioni Goldberg), Mozart ma anche Corelli o Telemann dedicando un'attenzione particolare alla "Bestia" Beethoven sino a Tchaikovsky col suo "Lago dei cigni" o "Lo schiaccianoci".
    Ma in fondo chi fa musica sentendo la propria anima è in grado di trasmettere emozioni, confesso la mia riluttanza a farmi toccare da generi come l'heavy o il rock più duro troppo lontani dalle mie corde, ma adoro "Because the night" dei 10000 Maniacs.
    In fondo sono molto sensibile alle voci e a cio che mi trasmettono ed in questo capisco il Tuo amore per Lene Marlin, Belinda Carlisle, ma ricordo Kim Carnes e la sua "Bette Davis eyes".
    Un posto particolare occupa Billy Holiday e le sue interpretazioni soprattutto di Cole Porter.
    Forse sono un po nostalgico e ripiegato su di me ma la musica deve entrare con impeto e far uscire il resto.
    A proposito mi hai visto in giro in macchina con il "Requiem" di Mozart a manetta? Adoroooooo!
    Ma ora ti farò rabbrividire spezzando una lancia anzi un Ferro per Tiziano. Anch'io lo consideravo un po di bassa macellazione finche un giorno ascoltando in libreria un suo pezzo ne ho seguito il testo e ho scoperto con sconcsrto che parlava esattamente del mio stato d'animo in quel momento " è assurdo pensare che arrivato ad un traguardo diventa un ricordo".
    L'ultimo Cd "Alla mia età" ha dei testi che purtroppo mi riflettono, dacci un occhio se vuoi apprezzerei un tuo parere.
    E poi è bello sperare che i bimbidiminkia possano avere una possibilità di redenzione, colpiscine uno per educarne cento!
    Ma più di tutto auguro ad ognuno un buon ascolto!

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  6. Ehm, bobby forse i ammazzerai XD ma posso dirti che la mia giovinezza è stata costellata di gruppi come le spice girl e le b*witched, non so se le seconde le conosci, passando anche per Billy un altra pop star, femmina e poi con altra musica dello stesso genere. Però condivido la tua passione per Lene Marlin perchè è sempre piaciuta anche a me sia come artista, che come ragazza. Ora come ora, invece, ascolto tutt'altro. Per lo più rock, metal e qualcosa di country. ^_^

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  7. E tanto per stare in tema musicale, anche quest'anno si ripete la solita manfrina dei sindaci che vietano le commemorazioni del 25 aprile, specie i canti partigiani. Indovinate cosa posto domenica?

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  8. Un evento per un piccolo uomo di una piccola città mezzo pelato???

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  9. Ma chi è che vieta i canti partigiani?! Questa non l'ho mai sentita. O_O Mi sa che te la sei sognata di notte dopo un pasto pesante. =P

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  10. P.s.: ci hai azzeccato! Non conoscevo la "Danse Macabre" di Camille Saint-Saens, sono andata a cercarla... bellissimaaaaaa! ^^

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  11. Mia cara, se sogno fosse stato ne sarei stato ben lieto; purtroppo è tragicomica realtà che si ripete puntualmente ogni anno in svariate parti d'italia. Fai la prova: digita su Google "25 aprile vietati canti partigiani" e stupisci.

    PS: Sapevo che ci avrei azzeccato,se si parla di violino quel misconosciuto è imprescindibile!^^

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