giovedì 25 marzo 2010

Il giuoco del calcio: uno sfogo

Classico esempio di odio indotto da terzi. Si avvicina qualcuno e mi chiede, con malcelata meraviglia: “ma davvero tu non hai mai seguito il calcio?”. In effetti ero abbastanza tifoso quando ancora Stefano Tacconi era portiere della juventus, quindi una ventina e più d’anni fa. Nel corso degli anni successivi, è subentrato un crescente disinteresse per le gesta di ventidue trogloditi in mutande (panchina esclusa) che corrono dietro ad una palla, trasformatosi poi in totale indifferenza quando mi sono reso conto che le vittorie della squadra del cuore non cambiavano di una virgola la mia vita: dovevo sempre alzarmi alla tot ora, andare a scuola la mattina, studiare il pomeriggio e coricarmi la sera per ricominciare daccapo il giorno dopo. Sono dunque passato dalla fase del “tifo” a quella della “simpatia”; se venivo a sapere che la juve aveva vinto mi permettevo di annuire, se perdeva mi limitavo ad un “pazienza”, ma non mi andavo a cercare i risultati sfogliando febbrilmente il giornale come molti miei coetanei. Stesso discorso per le partite della nazionale; per malinteso spirito patriottico le seguivo in Tv ed esultavo in caso di gol, ma senza troppa convinzione o reale trasporto. In capo ad un paio d’anni anche la foia da Italia è svanita nel nulla. Oggi come oggi, non seguo per niente il calcio. Lui però mi segue eccome. Non passa giorno senza che mi salga la pressione a 200 sentendo i miei colleghi parlare ininterrottamente per otto ore al giorno di milan inter juve, pronunciando nomi misteriosi, sconosciuti ed esotici con la devozione con la quale l’ascoltatrice di radio maria invoca gesù nelle sue preghiere vespertine. Da persone che senza arrossire invocano la forca per gli stranieri sento tessere le lodi di individui giunti da angoli del globo dei quali si ignorava l’esistenza, il che significa che anche nella mente del razzista più imbecille (come se ne esistessero d’altro tipo) è radicato il concetto di “modica quantità”, ad uso ovviamente sportivo. Ma la cosa più irritante è vedere come un’intera nazione sull’orlo del baratro consideri prioritario scendere in piazza per contestare la retrocessione della propria squadra del cuore e rimanersene in panciolle di fronte all’erosione dei propri diritti civili. Salvo poi, naturalmente, lamentarsi quando è troppo tardi. Scene di vita vissuta: durante gli ultimi mondiali di calcio sono rimasto solo io in azienda mentre tutti gli altri miei colleghi sono andati a casa a guardarsi l’italia. Un paio di volte ho rischiato di rimanere coinvolto in risse tra tifoserie in mezzo alle quali mi sono accidentalmente trovato, e non ero vicino ad uno stadio né era giorno di partita. E che desolazione quando, andando in un centro commerciale qualsiasi, trovi gli uomini imbambolati davanti agli schermi dei televisori in esposizione, persi nella contemplazione di qualche partita non identificata. Non capisco se sia l’effetto cromatico delle magliette colorate su sfondo verde, il disperato desiderio di sentirsi parte di un gruppo, il bisogno di avere dei totem nei quali identificarsi, povertà di spirto fine a sé stessa. Non lo so. Non ho davvero idea di quale sia la molla che trasforma persone miti e ragionevoli in mastini con le fauci grondanti bava non appena si parla di calcio. So che ne ho veramente piene le tasche di avere a che fare con queste persone. Quelle che ricordano chi vinse il campionato nel ‘57 ma non l’articolo 3 della Costituzione, o considerano Sandro Pertini un grande presidente perché esultava quella magica notte dell’82. Quelli che, a suo tempo, ignoravano cosa comportasse la prima bozza di federalismo proposta dalla lega ma sapevano perfettamente cos’era successo nella contestuale partita di champions (altra scena di vita vissuta). Quelli che non riescono a guardare una partita senza poi commentarla ininterrottamente per giorni e giorni in ogni ora ed in ogni luogo come fossero navigati esperti e non poveri disperati che ti guardano con tanto d’occhi quando parli loro di qualunque altra cosa, sia cinema, politica o -orrore!- libri. Rimangono completamente intontiti e corrono subito a cercare qualcuno come loro per poter ricominciare a disquisire di allenatori, panchine e calciomercato. Ed io rimango lì, a mia volta incredulo, scuotendo la testa di fronte a cotanta pochezza, rendendomi conto che dopotutto non odio il calcio in sé, ma chi vi si approcia con la devozione del fanatico integralista, cioè il 99% degli italiani incapaci di comprendere qualcosa se non glielo illustri con una metafora calcistica (ho dovuto fare così per spiegare perché mi sono fatto sbattezzare, believe it or not). Rimango lì desolato perché incapace di comprendere tutto ciò ma consapevole di ciò che si pensa di me e mi è anche stato detto apertamente: se una volta seguivo il calcio vuol dire che ero normale, è col tempo che mi sono inspiegabilmente rovinato. Per mia fortuna, aggiungerei.

-La notizia del giorno: tremorti esorta l’unione europea a finanziare la Grecia. Della serie prima loro, poi noi…

-La frase del giorno: "C'è chi pensa che il calcio sia una questione di vita o di morte. Che vergogna! È più importante della vita e della morte." (B. Shankly, allenatore del Liverpool)

5 commenti:

  1. Oh quanto mi piace questo argomento!
    Io sono ben oltre il disinteresse per il calcio, lo odio proprio. Innanzitutto, sarà un mio limite, ma non capisco il gioco in se ma soprattutto detesto il corolloario di corbellerie (cazzate) che gli stanno intorno.
    Mi sono sempre chiesto come individui apparentemente adulti si comportino come dei bambini isterici ogniqualvolta si parli del pallone.
    Padri di famiglia ridotti allo stato di vegetali se la squadra del cuore ha perso la partita, musi lunghi sguardi infelici, umore sotto i piedi solo perchè i loro idoli in mutande non hanno segnato.
    Per non parlare di quegli stoici che passano ore sotto la pioggia per entrare allo stadio, ma non perderebbero un secondo per partecipare ad una manifestazione politica. Eggia perche la loro unica fede è la mitica.......pluricampione l'unico sentimento che li porta ad una commozione profonda.
    Solitamente non mi chiedono se mi piace il calcio, si sa ai gay non interessa, ma se lo fanno rispondo distrattamente che valuterei un paio di calciatori.....mica vero neh, sono dei tali idioti! Oddio con quello che guadagnano ci sarebbe da chiedersi se lo sono veramente, ma come uomini lasciano un poco a desiderare. Viziati, capricciosi, primedonne, il sogno proibito della casalinga di Voghera è spesso un ragazzino a cui la vita ha insegnato poco direi nulla. Un bell'esempio per molti ragazzi che sognano di diventare calciatori o se molto pigri tronisti o tutte due le cose.
    L'anno scorso mi capitò di partecipare per lavoro ad una serata V.I.P (preciso non sono una escort) animata da calciatori, veline, gieffini di diverse annate, giornalisti più o meno sportivi, personaggi noti, una fiera delle vanità e della pochezza su cui, fra tutti, spiccavano loro i multi-mutandati-milionari.
    Davvero difficile sostenere la conversazione, prima di tutto perchè non sanno cosa dire e poi perchè anche loro allibiti ti chiedono ma tu non segui il calcio. E si che mi ero preparato, affronto sempre i miei impegni con metodo, ma non è colpa mia se li confondo, saranno rimasti male che lo ho scambiati per altri.
    Insomma la serata ha riconfermato che io e il calcio abbiamo vedute diverse, molto diverse, per cui penso che continuerò la mia vita senza sentire il bisogno di quel rito collettivo della domenica, l'importante è che il lunedi non mi chiedano se ho visto la partita e non mi rompano le balle...ops volevo dire le palle!
    Boyofthetime

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  2. Tu pensa: oggi son dovuto correre a casa per via di un problema la cui risoluzione ha richiesto l'intervento di alcuni muratori. Che terminato il lavoro di cosa si mettono a parlare? Della partita di ieri sera. A me viene veramente il rigetto, ma non per lo sport in sè, proprio per come viene considerato. E' da esaurimento.

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  3. Magari fingendoti un tifoso non ti avrebbero fatto pagare l'intervento.....magari!!!!!!

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  4. Sì,ma avrei dovuto fingermi tifoso della squadra giusta...eran lì che battibeccavano (amichevolmente)(?) con un condomino milanista il quale snocciolava i meriti della propria squadra prendendosela con l'avversa sorte...

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  5. Condomino milanista magari pure del PDL, orrore!
    Vado a mettermi in pole position per la partita di Santoro.....ciaoooo:)
    Boyofthetime

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