giovedì 11 febbraio 2010

W. I. P.- L’ allegro finale

Tanto durante le presentazioni di Racconti a Margine quanto chiacchierando con altri lettori è venuta fuori una domanda che, stringi stringi, suona così: quando una mia storia si concluderà con il classico “e vissero tutti felici e contenti”? La questione mi ha lasciato alquanto spiazzato per un motivo molto semplice; dal mio punto di vista, non c’ è una sola storia da me scritta che si conclude diversamente. I buoni vincono, ed i cattivi fanno la fine che meritano, come nella miglior tradizione. Vedo già le sopracciglia aggrottate di qualcuno che starà dicendo che di solito i buoni, nelle mie storie, fanno una fine miseranda. Ma qui il problema, mi si perdoni, è del lettore e non certo mio. Per me la figura positiva non è, come da copione, l’ essere umano. Che poi è persona( ggio) che nella vita reale prenderemmo volentieri a badilate sui denti. Normalmente affascinante, sovente bello e dannato, oppure sfigato destinato a diventare eroe. Quasi sempre con la battuta pronta, o timido brutto anatroccolo con l’ anima da cigno. Entrambi comunque destinati a trovare l’ amore di quella che non se li cagava neanche da lontano. Naturalmente dopo aver sconfitto il il mostro di turno. Il quale, a ben vedere, vorrebbe solo starsene tranquillo e mangiarsi uno o due di noi di quando in quando con la nonchanlance con cui noi ci facciamo una bistecca ai ferri. Quindi forse, come già dissi una volta, per mucche, maiali e galline i mostri siamo noi, e vedendo come vengono allevati questa provocazione diventa quasi una certezza. Per tacere di tante altre nefandezze e cattiverie che ciascuno di noi commette quasi senza pensarci. Allora perchè continuare a pensare a noi umani come “i buoni” ed ai mostri come “i cattivi”? Personalmente mi spaventa molto di più un marchionne di un vampiro. Il secondo ti uccide per necessità, è insito nella sua natura, una questione di sopravvivenza. Il primo fa la stessa cosa con altri mezzi, e l’ aggravante di non considerarti nemmeno un essere vivente. Per lui sei una cifra prima o dopo una virgola su un bilancio mensile, nemmeno una persona. Quindi perchè dovrei sperare che il vampiro venga ucciso da un potenziale marchionne (sto estremizzando, ma ci siamo capiti)? Questa sì che sarebbe un’ ingiustizia. Com’ è ingiusto pensare che noi umani siamo duri e puri per definizione e tutto ciò che è strano, alieno e diverso un nemico da combattere, respingere, odiare. Un meccanismo razzista che viene applicato fin troppo spesso in una realtà assai più orribile di qualsiasi cosa io possa inventarmi. Quella realtà che è poi il nostro quotidiano, e mi/ ci bombarda di improbabili finali happy per quasi tutti voi, e deprimenti per me. Parlo ovviamente a livello di film, libri ed affini. Contro ogni pronostico, tifo sempre per i cattivi; sono più affascinanti, variopinti, versatili, attivi e propositivi rispetto ai buoni che passano il tempo a cazzeggiare nei loro quartier generali in attesa del prossimo attacco di chi, in buona sostanza, reclama solo quanto gli spetta, o non si comporta diversamente da come fecero i nostri antenati con le popolazione dell’ appena scoperta America. Cattivi anche loro? Naturalmente no, per la vulgata comune. Al massimo il genocidio degli indios, dei maya, degli aztechi fu “un errore”. Ok. Allora lasciate che anche io commetta i miei, e che per una volta siano i “cattivi” a vincere. Che poi, appunto, dal mio punto di vista “cattivi” non sono; quindi, per quanto mi riguarda, l’ happy end è sempre assicurato. Se per voi non è così... beh, sta per uscire il prossimo libro di moccia. Prenotatelo fin da ora. Leggetelo.
Poi ditemi quale storia vi spaventa di più.

-La notizia del giorno: pronto il piano per la costruzione di centrali nucleari in italia. Presto risolti i problemi energetici del paese; ognuno produrrà da sè l’ energia necessaria, dopo adeguata esposizione alle radiazioni.

-La frase del giorno: “Per i fantasmi, i fantasmi siamo noi.” (T. Sclavi)

4 commenti:

  1. Buoni cattivi la distinzione è molto sottile e molto personale anche io in fondo faccio sempre il tifo per il vampiro, presente lo splendido Dracula di Coppola, sfido qualsiasi fanciulla, me compreso, a non voler ballare col conte transilvano sulle musiche della Lennox, in un slone illuminato da migliaia di candele anche se pio ti morderà il collo (il che personalmente non mi dispiacie). Bando al romanticismo ma la saga dei buoni ci ha veramente rotto le palle, siamo cicondati da un buonismo tanto dilagante quanto pericoloso. Assolutamente vietato dire e pensare che uno è un coglione perchè non è politically correct, anche il nostro premier tanto dispiaciuto dal suo mancato ruolo di principe che non ha salvato la Bella Addormentata nella clinica delle pie suorine.
    Ma si sarà preoccupato di sapere se mille anni di sonno per la povera principessa non fossero una galera? Il ruolo di buono non contempla queste domande, spada tratta e via al galoppo.
    L'happy ending è davvero molto personale e soggettivo, il mio è guardarmi allo specchio e dire ok stai facendo quello che ritieni meglio per te, se qualche cadavere rimane sul pavimento forse era giusto così! Oddio ma sono un Mostro!!!!
    Boyofthetime (non lo trovi sottilmente vampiresco così sospeso nel tempo?)

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  2. Ecco perchè ti trovi così a tuo agio da queste parti; sei tra tuoi simili.

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  3. mmmmmmmmm
    però non so bobby. a me questa tua riflessione sa un pò di monotono e anche di anticonvenzionale a tutti i costi. nessuno sta più da tanto tempo dalla parte dei buoni. Il cinema e la televisione sono infarciti di serie tv su streghe, orchi e vampiri e il fascino del cattivo è ormai quasi sorpassato.

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  4. Questo perchè probabilmente i "buoni" sono diventati più bastardi dei "cattivi", intuizione che aveva già avuto Go Nagai negli anni '70. Che poi la TV sia invasa da (pessime) serie infarcite di soprannaturale è un altro discorso, perchè lo scopo di queste serie è lo sfruttamento commerciale con la contaminazione dei generi che oggi tirano. Infatti dopo "buffy" (a proposito di pessime serie a tema soprannaturale) non se n'è più vista una che sia campata più di un paio di stagioni. E' anche vero che rispetto a qualche tempo fa i "cattivi" sono diventati più complessi e tridimensionali, ma è altrettanto vero che alla fine dei conti perdono regolarmente.

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