lunedì 23 novembre 2009

Risorse

Un paio di settimane fa ho pubblicato un post che parlava di automatizzazione e solitudine. Ho ricevuto un altro post di commento da Daniela (ehylà!!!), che mi invitava a non generalizzare lo stato di alienazione tipico del grande supermercato e poneva un’ interessante riflessione sulla solitudine, che può anche essere una risorsa. Avevo detto che mi sarei preso un paio di giorni per rifletterci su e poi avrei risposto. E siccome, contrariamente a quel che pensa qualcuno, non dimentico mai gli impegni presi, per lo meno non quelli importanti, (al limite ne dilato l’ adempimento, almeno fino a quando non vareranno giorni di 72 ore nei quali avrò finalmente tempo per fare tutto quel che devo fare), eccomi qua a tediarla e tediarvi con le mie congetture. Preciso subito che il mio discorso circa la spersonalizzazione nei centri commerciali rispetto al negozietto sottocasa non è assoluto, sebbene dai toni potesse sembrarlo; anche a me è capitato di discorrere piacevolmente con addetti di reparto del Mediaworld e dell’ Auchan. Che forse aspettano a loro volta di incontrare qualcuno che li tratti come esseri umani senzienti e non come pupazzi cui chiedere solo “quanto costa?” ed inoltrare reclami per lo più campati in aria. A volta basta anche solo una battuta buttata lì con un sorriso per sollevare la giornata ad una cassiera. E credo che, come osservava giustamente Daniela, più si riducono gli spazi commerciali passando dal centro commerciale al market medio o mini più si recuperi il fattore “U”. Naturalmente può anche benissimo darsi che io abbia semplicemente la sfiga di aver frequentato centri commerciali spersonalizzati e spersonalizzanti, a parte qualche caso individuale. Non ho idea di quale sia la situazione altrove, nè di eventuali modifiche comportamentali in quelli vicino casa. Le pochissime volte che vi vado per necessità inderogabili noto comunque sempre una certa piacevole sorpresa di commesse ed addetti quando esordisci con un “buongiorno mi scusi” e te ne vai con “grazie arrivederci”. Basta poco, l’ ho detto. Ma questo “poco” non è per tutti automatico. Per quanto riguarda la solitudine... è una risorsa? Certo che sì. Però bisogna fare a capirci, per dirla con Tonino Di Pietro: se sono io a cercare un po’ di isolamento, di distacco dal mondo, di sospensione per fare un po’ pace con me stesso ed i miei nervi è sicuramente una risorsa. Io mi isolo spesso, spessissimo per staccarmi dai problemi di tutti i giorni o dalle persone che si frequentano, volenti o nolenti. Ma non per fuggirne. Perchè isolarsi per sempre non credo sia possibile nè auspicabile nè salutare. Può sembrare una buona soluzione; può sembrare quella giusta. E’ sicuramente più facile. Almeno fino a quando non senti il bisogno di parlare con qualcuno, di andare a fare una passeggiata in centro a guardare le vetrine, di scambiarsi delle opinioni. A parte l’ ultima cosa, le altre due si possono fare anche da soli, certo. Ma non si perde qualcosa? Non si avverte, per quanto si cerchi di ignorarla, un’ assordante assenza al nostro fianco? Viviamo già in una società che sembra considerare l’ individualismo come il miglior stile di vita possibile. Che tende a ghettizzarci ed isolarci se ci dimostriamo refrattari alle mode del momento. Non dico che bisogna gettarsi cuore in mano nelle braccia di chiunque ci circondi: ma fatta una debita selezione, e fermo restando il diritto naturale ai propri momenti di isolamento, avere attorno delle persone che sappiano farci sentire a nostro agio non mi pare tanto male. Almeno con loro puoi evitare di sentirti solo in via Torino a Milano alle cinque di sabato pomeriggio, quando praticamente ti basta alzare i piedi e lasciarti trascinare dalla calca per muoverti (a meno che non facciate come me, zigzagando di corsa in ogni pertugio che si apre tra i deambulanti passeggiatori meneghini.). Perchè la solitudine è una risorsa, non c’ è dubbio. Ma come tale, va usata con parsimonia. E solo al momento opportuno.

-La notizia del giorno: marchionne, in riferimento alla possibilità di licenziamenti massicci negli stabilimenti italiani della fiat: "non si può pensare di difendere tutti." Vero. Perchè non cominciare da lui, allora?

-La frase del giorno: “Solo (agg.): in cattiva compagnia.” (A. Bierce, “Il Dizionario del Diavolo”)

2 commenti:

  1. uhm. condivido maggiormente questa tua riflessione sulla solitudine, e ancora marginalmente quella sui centri commerciali.

    insomma, io intendevo parlare del concetto di solitudine in maniera sostanziale e non solo formale: la solitudine è una condizione che ci accomuna tutti, indipendentemente dal numero di persone che camminano al nostro fianco. E non mi riferisco soltanto all'alienazione che deriva dal trovarsi in mezzo alla folla, bensì anche dal quel senso di amarezza che talvolta ci accompagna quando stiamo con poche e care persone. E capita perchè ognuno di noi è un microcosmo a sé e la distanza e l'incomprensione che ci separa dagli altri non sarà mai totalmente annullabile, anzi spesso è un macigno. In questo senso, accettare la solitudine è una risorsa che ci rende forti e coscienti.

    seconda tappa: i centri commerciali. Anche qui, la mia valutazione non si riferiva tanto alla loro grandezza, non è il dato oggettivo che fa la differenza, non sono le dimensioni. Il fattore umano è presente ovunque e spesso si fa più disperato e palpabile proprio perchè risalta tra spazi asettici e labirintici. Qui il timore di perdersi può portare la gente a ricercare quel calore che nelle botteghe di tutti i giorni è ormai dato per scontato. Come un ragazzino che fugga dal caldo opprimente del suo nido familiare per scoprire la metropoli e si ritrovi in questo luogo che sa d'infinito a cercare un approccio umano più vero ed essenziale, non privato di senso dall'abitudine e da altre cose.

    ok, ho finito. scusami la prolissità, ma mi hai chiamato in causa e ci tenevo alla precisazione.

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  2. Scusa di che?E' così bello vedere che c'è vita senziente su questo blog...e poi le tue precisazioni sono ottime,anche se forse quella sul centro commerciale è un po' troppo "astratta"(nota le virgolette).Anche qui mi sa che ci rifletterò sopra ulteriormente. SUlla solitudine invece direi che il tuo commento è una chiosa perfetta alle mie considerazioni,e non c'è davvero altro da aggiungere...se non che grazie a te oggi qualcuno s'è letto due post al prezzo di uno!^^

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