martedì 10 novembre 2009

Artigianato ’70

Ho trascorso la serata di Halloween concedendomi la visione di un paio di classici, uno in tema e l’ altro no. Quello in tema era “Rabid- sete di sangue”, uno dei primissimi film di David Cronenberg; dopo un terribile incidente, una ragazza viene sottoposta ad un rivoluzionario trapianto di pelle. L’ operazione riesce, ma provoca un piccolo effetto collaterale: la donzella si trasforma in un vampiro perennemente assetato di sangue, che sugge dalle sue vittime tramite un aculeo retrattile situato sotto l’ ascella sinistra, col risultato di trasformarle in altrettanti vampiri sbavanti e decerebrati. Non aspettatevi un finale consolatore ed improbabile, nè recitazioni d’ altro livello, men che mai effetti speciali mirabolanti. Siamo nel terreno delle produzioni a bassissimo costo. L’ altro classico, quello non a tema, era il film di Jeeg Robot d’ Acciaio. Non sono mai stato un grande fan, ma l’ acquisto di questo dvd me lo sono concesso (non fosse altro perchè l’ ho pagato un euro, forse meno, ai gloriosi tempi dello Smart Market). Si tratta di un rimontaggio fatto in Italia di alcuni episodi della serie e sequenze degli stessi, amalgamati alla meno peggio e ridoppiati in modo da tirarne fuori una storia più o meno coerente da proiettare sul grande schermo; erano gli anni in cui il cartone animato era una cosa seria, tanto che Goldrake, tra un’ interrogazione parlamentare e l’ altra*, faceva più share di “striscia la notizia” ai giorni nostri. Il risultato, naturalmente, non è perfetto, sempre di un collage si tratta. Nella loro diversità entrambi questi film sono accomunati da qualcosa che non è solo l’ eta anagrafica e la povertà dei mezzi con cui sono stati realizzati. Qualcosa che oggi s’ è perso dietro una logica di puro guadagno, che è stato ucciso dalle ambizioni autoriali di registucoli ed attorucoli che pretendono di essere spartiacque, e riescono al massimo ad essere degli spartitraffico. E’ tutto un fiorire di saghe rivoluzionarie, tecnologicamente stupefacenti. Ma così fredde. Artificiose. Personaggi e trame inutilmente complesse, che nascondono dietro le scene in 3D involuzioni che non ammetterebbero nemmeno sotto tortura. Come sembrano lontani i tempi dei personaggi tagliati con l’ accetta, i buoni insopportabilmente buoni da una parte ed i cattivi inguaribilmente cattivi dall’ altra, attori che si muovevano su palcoscenici sgangherati recitando copioni minimalisti ma genuini nella loro ingenuità, che avevano il solo scopo di sospendere per qualche minuto la credulità dello spettatore e trascinarlo in mondi dove lo scopo ultimo era narrare un’ avventura, per semplice che fosse, e non portare a casa millemila biliardi di dollari dallo spettatore frastornato ed attratto dalla moda del momento. Mi sono trovato più volte, durante la visione di “Rabid”, a chiedermi come sarebbe stato un eventuale remake realizzato oggigiorno ad Hollywood. Ho concluso si sarebbe perso del tutto il senso della trama per calcare sugli aspetti più torbidi e splatter. Magari in 3D, così lo spettatore aggiunge quel paio di euro in più al prezzo del biglietto per avere l’illusione di avere un’ esperienza più vera, di vivere il film in modo più compiuto. Che idiozia. Ci sono altri modi di vivere un film, che non calandosi nelle scene con dei buffi occhialini sul naso. Come discutere del significato di “Basta che funzioni” davanti ad una cioccolata ed un amaro, in un’isola di quiete nella fredda sera milanese. Modi che ti lasciano qualcosa, non solo la sensazione di esserti calato in contesti mozzafiato, ma veri come le dichiarazioni d’innocenza di sandra lonardo e consorte. Abbiamo perso la capacità di sognare da soli, di immedesimarci nelle storie e nei personaggi. Pigri come siamo, pretendiamo che siano i prodigi della tecnica a farlo per noi, che tutto ci venga servito su un piatto d’argento. Poi ci avviliamo per la nuova generazione di fruitori di film di moccia. Se i loro cervelli non fossero stati atrofizzati dalla banalizzazione dell’ apparenza (che è cosa ben diversa dalla semplicità) oggi probabilmente avremo meno treddì e più storie decenti, per quanto semplici. Ma capaci di farci provare emozioni vere. E per provare dei brividi di vero piacere non bisognerebbe tornare agli anni in cui Romano Malaspina gridava “lanciami i componenti”...

-La notizia del giorno:bossi ha già fatto le spartizioni per le prossime elezioni:alla lega il Piemonte ed il Veneto,la Lombardia resta a forminchioni. Non preoccupatevi. Presto silvio rimanderà luisa corna a neutralizzarlo...

-La frase del giorno: “Le cose non sono importanti per quello che sono, bensì per quello che uno ci mette.” (Indro Montanelli)


* Oggi ci si chiede se Travaglio debba andare in Tv. Una volta ci si poneva la stessa domanda per Acatarus & co. I tempi cambiano, ma alcuni eroi vengono sempre osteggiati dalle piccole menti...

4 commenti:

  1. potrei stare ore ed ore qui (...) a parlare di film con te. e del significato di ciò che vediamo.
    ma soprattutto, come dici tu, bisogna che ne valga la pena. nessuna cioccolata e nessun amaro potrebbe niente di fronte a un film di moccia :-(

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  2. Invece secondo me dopo mooooolti amari si otterrebbe almeno il risultato di scordarsi della pellicola sprecata da moccia. ("potrei stare qui ore ed ore a parlare di film con te"? Perchè di solito cosa facciamo? Ah beh,non lo facciamo qui.... giusto!^^)

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  3. ..era una citazione non compresa di una musica che non puoi capire perchè troppo anni 90 per te! ;-)

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  4. Come se fosse colpa mia se la buona musica si è improvvisamente fermata al decennio precedente(a parte Lene Marlin...^^)

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