mercoledì 23 settembre 2009

Omaggio al GiEffe

Dovrebbe cominciare il 26 ottobre, quindi sono in largo anticipo. Ma per omaggiare il nadir della nostra televisione, lascio la parola a Tommaro Labranca.

Doveva succedere, perchè tutto ha una fine. Spesso ingloriosa. Per questo bisogna sapersi fermare per tempo e lasciare il gusto dolce del rimpianto e non quello amaro della nausea. Renzo Arbore è un maestro in questo ritirarsi un momento prima, mentre il pubblico è ancora affamato. Purtroppo la sua lezione non è seguita nel mondo odierno della televisione, i cui responsabili credono nell’ inesauribilità dell’ interesse. E, soprattutto, dei soldi portati dagli inserzionisti. E’ quindi successo l’ irreparabile: l’ emittente britannica Channel 4 ha detto basta a Big Brother, ossia Grande Fratello, ossia il programma simbolo della televisione di questo primo decennio del XXI secolo. Gli ascolti erano iniziati a scendere già nel 2007, raggiungendo il minimo nell’ edizione del 2008, di cui si era già rimandato l’ inizio per non sovrapporsi al più seguito Britain’s Got Talent (l’ X Factor locale. ) La decima edizione, appena conclusasi, è andata così male che il direttore di Channel 4 ha dovuto dare la notizia: non ci sarà più alcuna edizione del reality. Il Grande Fratello britannico era seguito da milioni di persone in maniera morbosa, molto più di quanto avvenga da noi. Perchè molti italiani con pruriti intellettuali e moralisti credono che all’ estero sino tutti più intelligenti. [argh, ho pruriti intellettuali e moralisti!!! NdB ] E che mentre noi subiamo la De Filippi, in Gran Bretagna girino tutti con in mano i libri di Shakespeare e Joyce. E invece no. Proprio i Paesi che hanno avuto le più grandi letterature sono quelli in cui il popolo è attratto dalle espressioni più becere. I russi, per esempio, ridono per cose talmente stupide che noi non capiamo il loro senso dell’ umorismo. Con buona pace degli studentelli nerd di Pavia convinti che a Mosca tutti conoscano a memoria l’ ormai insostenibile Dostoevskji. La massa britannica ignora Virginia Woolf e si appassiona alle imbarazzanti canzoncine dell’ ESC (quello che da noi si chiamava l’ Eurofestival, quando c’ era...) e alle corna intrecciate dei concorrenti del Big Brother. Anche perchè l’ edizione inglese grondava sesso esplicito molto più della nostra. E dire che ancora cinque anni fa qualche inglese, quando veniva a sapere che ero italiano, ricordava con disprezzo che nella nostra TV c’ erano solo tette e si spogliavano le casalinghe. Perchè è finita l’ epoca del Big Brother proprio mentre noi ci accingiamo al più lungo Grande Fratello mai trasmesso? Perchè lo spettacolo, già dalla seconda edizione, si era fatto ripetitivo. Perchè non c’ era più spontaneità. Perchè i concorrenti erano diventati sempre più falsi, costruiti, ammiccanti. Perchè il regolamento era diventato confuso, con troppi ingressi di personaggi sovrapponibili invece di solo dieci bestie* da tenere in osservazione mentre si sbranano. E perchè alla fine la realtà è sempre più interessante dei reality. Anche quando le due cose sono legate tra loro. E’ il caso di Ryan Jenkins, protagonista di una storia pulp di cui si è parlato poco in Italia. Jenkins ha ucciso Jasmine Fiore, una modella che aveva lavorato per "Playboy" e che ultimamente appariva negli spot delle linee telefoniche erotiche. Al di sotto ci sono solo le poltrone del benessere della Rossetti che mancano anche di quel glam che può dare il sesso. Jenkins uccide Fiore, le taglia le dita e le strappa i denti affinchè non riconoscano il cadavere e mette ciò che resta della ragazza in una valigia. Poi inizia una fuga che termina in un triste motel canadese, in cui si impicca. Il corpo della Fiore viene identificato grazie al numero di serie del suo seno di silicone. Ce n’è da far impallidire qualsiasi reality o fiction. La cosa che colpisce, però, è che Jenkins era stato protagonista di alcuni reality show di livello infimo; in uno, Megan Wants a Millionaire, una ragazza doveva scegliere il suo compagno tra una decina di uomini ricchi. Molto educativo. Ma perfettamente inseribile in una società in cui le persone sono considerate davvero come oggetti, come creature semiartificiali. Ai quali cancellare i marchi di identificazione, come alle armi illegali si abrade il numero di matricola. E che vengono identificate da altri serial number come quello delle protesi di silicone, una svolta cui forse nemmeno il più fantasioso scrittore di thriller avrebbe mai pensato. Di fronte a cose simili quanto potrà interessare al pubblico vedere una decina di scimmie non ancora evolute, ma tatuate e palestrate, che si spulciano a vicenda sui divani per cinque lunghissimi mesi?
("Transit", di Tommaso Labranca, tratto da FILMTV numero 36 del settembre 2009)

-La notizia del giorno: l' OCSE prevede che ci saranno 57 milioni di disoccupati in Europa nel 2010. berlusconi: "bene, avranno più tempo per fare shopping e far ripartire l' economia."

-La frase del giorno: "Si vive in un’ epoca in cui solo gli ottusi sono presi sul serio, ed io vivo nel terrore di non essere frainteso. " (Oscar Wilde)


*Labranca ha scritto "animali"; ma se seguite questo blog sapete come la penso in proposito. Da qui la sostituzione del termine.

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