martedì 22 settembre 2009

Back to basic (one more time)

Poi ditemi che non esiste la Simmetria Universale. Ad agosto, l’ inquietante presenza che aleggia qui dentro e risponde al nome di Sweepsy (ma risponde solo se non è troppo in scazzo per farlo) mi regala “Q”, di Luther Blisset. A sua detta, un libro da leggere assolutamente. Qualche settimana dopo, rivedo Mabelle, e tra una chiacchiera e l’ altra inevitabilmente il discorso cade sulla mia attività di scribacchino, dei cui esordi lei fu testimone e protagonista. Qualche settimana dopo ancora, Mabelle (sempre lei !) pubblica sul suo blog la genesi della sua controparte elfica, quell’ Axia Ookami di cui avevo avuto il piacere di occuparmi nel mio primo esperimento letterario di lungo respiro. Vi rimando al suo blog per qualche dettaglio in più; mi limito a dire che a quella “storia senza pretese” che strizzava l’ occhio alla fan fiction partecipai anche io. Cavandone due romanzi scritti a mano mai andati più in là di una bozza, e le idee per un altro che avrebbe dovuto chiudere le trame in sospeso. Il terzo volume non è mai uscito dalla mia testa (e nel frattempo si è scisso; dalla trilo siam passati alla tetralogia). Troppe cose erano accadute nel frattempo, non tutte piacevoli, che mi avevano spinto ad abbandonare quelle storie anzichè dare loro un taglio meno “infantile”. Che prima o poi avrei dovuto comunque tornarci sopra era inevitabile; “Racconti a margine” non sarebbe mai esistito senza “Le sabbie del non ritorno”, ma quest’ ultimo a sua volta non avrebbe mai visto la luce senza quell’ embrionale progetto giovanile. Il vero, primo capitolo della saga è quello, almeno dal punto di vista degli eventi, accennati sia in “Raccontami una storia” che in “Stanza 307”. Le mie storie sono come il maiale; non si butta via niente. E visto che un giorno potrebbero essere pubblicate (massì, pecchiamo di ottimismo e sognamo che “Racconti a margine” venda così bene da permettere la pubblicazione di altre mie opere) ho ricominciato a scrivere da capo quello che possiamo chiamare “L’ episodio 1”; strano ma vero, a tutt’ oggi non ho ancora trovato un titolo decente da dargli. Ho tenuto la trama di base, dandole un taglio più maturo ed in linea con il resto della saga. Almeno provandoci, dai. Per un po’ sono andato via liscio; in due mesi ed ottanta pagine avevo ripreso le redini della situazione, dando a personaggi ed ambientazioni un profilo più credibile e meno incline alle derive manga style usate inzialmente. Poi, come al solito, arrivo al momento clou... e mi inchiodo. Da una parte, perchè subentra la mia più acerrima nemica (no, non Sweepsy; lei è la mia più acerrima amica): la noia che sempre mi prende a metà di quel che sto scrivendo. So già cosa sta per succedere, come i nostri la spunteranno, e quindi che lo racconto a fare? E’ un concetto strano, lo so, ma se qualcuno all’ ascolto pratica il mio stesso hobby, sa di cosa parlo. Quella sensazione di star scrivendo qualcosa di banale e poco interessante. Ecco, per me si tratta della stessa noia che ti fa sbadigliare a metà di un film che hai già capito come finirà. Ad essa si unisce la frustrazione; che sto facendo? Ho solo dato una mano di vernice ad una storia che doveva essere rifatta da capo! Sì, ma rifatta come? Come? Non trovando la risposta, verso giugno ho gettato la spugna (anzi, un completo di spugna, tenendomi solo l’ asicugamano, da bravo autostoppista galattico quale sono) e mi sono dedicato ad altro. Poi, come dicevo... Mab The Evil mi riporta alla mente tempi più semplici e, forse, più piacevoli. Con il sorriso paterno di chi ritrova un giocattolo creduto perso per sempre, rileggo la nuova versione dell’ episodio 1, che per certi, molti aspetti è l’ emblema di quei giorni. E non è male come pensavo. Sì, dovrò aggiustare parecchia roba, ma tutto sommato, una volta finito “Children of the damned” (su cui sono ugualmente inchiodato da qualche giorno, vedi sopra alla voce “noia” ) potrei anche dedicarmici di nuovo. Se non che inizio a leggere “Q”, e nonostante faccia fatica a ricordare i personaggi e la narrazione abbia un po’ troppi flashback, è in effetti un libro che deve essere letto. Un libro la cui ambientazione cinquecentesca da’ l’ ultima spinta alla vecchia carretta che finalmente riparte rombando trionfalmente, il motore a pieni giri. Non so ho la minima idea ci cosa ho trovato esattamente tra le pagine del libro di Luther Blisset; so solo che, senza neanche rendermene conto, sono di nuovo davanti al computer a riprendere le vicende di Axia, Aphra, Lesia, Von Ordog e Marlene dal punto in cui le avevo interrotte. Qualcuno ha lasciato davanti alla porta della mia creatività alcune indicazioni che dovrebbero lanciarmi su sentieri che prima non avevo mai pensato di battere. Sentieri sui quali, si presume, non dovrei trovare traccia di “noia da so già cosa succede” almeno fino alla fine della storia. Che, tutto sommato, posso portare avanti in parallelo a “Children of the damned” ( che nel frattempo ha superato a sua volta l’ impasse ed è ripartito. La creatività è un effetto domino. ). In fin dei conti, tempo ne ho, “grazie” alla cassa integrazione. Ed un grazie ancora più grande e senza virgolette lo devo a Mabelle, che probabilmente senza volerlo ha riattivato un carrozzone troppo spesso fermatosi per i motivi sbagliati e che stavolta arriverà probabilmente a destinazione. Anche per merito di Sweepsy, che dovrei ringraziare anche per molti altri motivi, e non solo per avermi regalato “Q”. Ma se lo facessi, potrebbe pure pensare che ci tengo a lei, che sia una carissima amica... E lo è. Ma mica posso dirglielo così davanti a tutti. Ho un’ immagine da difendere, io.Nonchè la sensazione di aver parlato troppo...

-La notizia del giorno: Lungo colloquio berlusconi-fini. Ammesso che si possa dialogare con berlusconi.

-La frase del giorno: “L’ ispirazione viene sempre quando l ‘uomo la vuole, ma non sempre se ne va quando lo vuole lui”. (C. Baudelaire )

4 commenti:

  1. Dai dai, che sto in prima fila per ri-leggere la storia :)

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  2. Abbi pazienza... ci sono vicino... Se il lavoro non interferisce troppo con la mia vita privata, a breve vergherò la parola fine...

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  3. Se vuoi la vergo io la parola fine :D muahahah

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  4. Sempre che non sia io a vergare te prima... :D BWAHAHAHAHAHAHAHA !!!!

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