martedì 18 agosto 2009

Ragli

Sono andato in posta a sbrigare alcune faccende. Come al solito, mi son mosso di buon ora, arrivando all’ ufficio postale prima che aprisse. Davanti a me c’ era già una piccola calca in attesa davanti alle porte automatiche; mi accodo ed aspetto. Apertura ore 8. 30. Quando il campanile della chiesa batte la fatidica mezza, osservo attonito i miti anziani e le remissive signore tramutarsi in aspiranti Jedi che, novelli Obi Wan Kenobi, agitano le mani davanti alle fotocellule per azionare l’ apertura delle porte, contro le quali battono spazientiti, tirando e premendo con inistenza il tasto per la chiamata d’ emergenza. Sono le 8. 31, e già è tutto un fiorire di luoghi comuni sulla prigrizia degli impiegati, su come se la prendano comoda, come non tengano in alcun conto gli impegni che ho io, io, io... Poi alle 8. 31 e trenta secondi le porte si aprono, e mentre scivolo tranquillo in quella più lontana dalla calca scoppia una nuova emergenza; la porta automatica più vicina all’ ingresso principale è fuori uso. Allora tutti si riversano su quella da cui sono entrato (distanza trenta centimetri dall’ altra, forse due metri dall’ ingresso principale; ma sembra che l’ abbia scoperta io, ‘sta porta), salvo poi scoprire che non c’ è nessun guasto; semplicemente il meccanismo aveva impiegato un paio di secondi in più ad aprirsi. E via con la solfa di come non funzioni mai niente, di come i pubblici servizi se ne freghino di noi, tanto loro han tutte le fortune, mentre io io io... Faccio quel che devo fare ai vari sportelli in tempi rapidissimi, e per la bravura degli impiegati, e perchè ho avuto l’ accortezza di arrivare con tutti i moduli già compilati, per non perdere tempo e non farne perdere a me stesso, agli impiegati ed agli altri. Intanto attorno a me il brusio continua; ecco sono arrivata prima io e mi hanno scavalcato solo perchè non ho preso prima il biglietto, ecco che ne so io che bisognava compilare il modulo, che ne so io che ci vuole il tal documento, ho altro a cui pensare io io io... Nel giro di mezz’ ora, anche meno, ho sbrigato le mie faccende, e me ne vado, chiedendomi se ho beccato solo una mattina sbagliata, e se queste persone che hanno così abilmente imitato gli zombie romeriani accalcandosi contro le porte nella spasmodica ansia di entrare siano così puntuali ed efficienti come pretendono che si sia nei loro confronti. Permettetemi qualche dubbio. Fermo restando che neanch’ io sono immune allo spazientirmi ed agli scatti d’ ira, chi mi conosce lo sa. Anch’ io perdo la bussola soprattutto in auto, quando chi sta davanti a me si crede il padrone della strada, o il ciclista emulo di Girardengo occupa da solo l’ intera carreggiata, e guai a suonargli o lamentarsi. Ma come si permette? Mi devo allenare io io io... Senza contare chi scavalla le file perchè ho fretta io io io, chi se ne infischia di divieti ed avvisi perchè non ho tempo per queste cose io io io, chi crede di avere solo diritti e nessun dovere, perchè sono io io io. Sicuramente anche io io io ogni tanto mi comporto così. Ma il più delle volte ricordo a me stesso che oltre al primo pronome personale esistono anche tutti gli altri; e fare una piccola cortesia ad un amico oppure ad un perfetto sconosciuto, non non esige necessariamente una contropartita. Ma forse oggi per la prima volta ho capito perchè sempre più spesso, quando si fa un favore per il piacere di farlo, per il semplice gusto di aiutare una persona, questa si profonde in ringraziamenti quasi imbarazzanti e ti guarda come se fossi sbucato da un altro mondo, col sospetto negli occhi, però, chiedendosi cosa vorrai in cambio, e rimanendo sbalordita quando è chiaro che in cambio non vuoi niente. Allora i ringraziamenti raddoppiano (sempre che non sia uno di quelli che “tutto mi è dovuto, non sai chi sono io io io”; allora avrete al massimo uno sguardo compiaciuto, perchè hai capito chi comanda. Oh, sì, l’hai capito e la prossima volta te lo ricorderai... ). Credevo fosse eccesso di cortesia per gesti tutto sommato banali e naturali. Oggi mi sono reso conto che questi gesti diventano sempre più straordinari e sempre meno privi di secondi fini, in un mondo dove sembriamo esserci avviati verso una nuova fase evolutiva. Da organismo monocellulare a pesce a rettile a mammifero a scimmi ad uomo a... come si chiama quell’ animale che fa “hi- o, hi- o, hi- o”? . Ecco, quello. Anche se molto probabilmente si comincerà a negarne perfino l’ esistenza. Del resto, non vogliono che si sappia che discendiamo dalle scimmie per impedirci di notare che stiamo tornando ad esserlo. Figuriamoci se possono permetterci di farci notare che stiamo regredendo all’ asino. Eppure sta succedendo. Credetemi. Ve lo dico io io io....

-La notizia del giorno: Modena cerca di aggiudicarsi il jackpot del superenalotto giocando un sistema da 81 mila euro. Prossimamente: i modenesi vendono i box per comprarsi le macchine.

-La frase del giorno: “Più conosco gli uomini, più mi piacciono i cani.” (M. De Stäel)

2 commenti:

  1. io io io non so come tu tu tu sia potuto sopravvivere..
    un saluto a bobby prima che il pc mi lasci nuovamente.
    p.s.: avrei un paio di cosette da dirti su L'Errante..

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  2. Perchè io io io ho visto cose che voi umani non potete neanche immaginare.... (cit.) =P

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