Questioni di tempo, questioni di Cultura

Molto da dire, poco tempo per farlo; “L’ Errante” reclama di essere concluso. Giusta pretesa che non intendo procrastinare oltre. Domani mi dedicherò alla revisione. Dopodichè il racconto passerà al severo giudizio del Lettore. Molto da dire, poco tempo per farlo. Sentimenti contrastanti si fronteggiano a muso duro nell’ arena dell’ animo. Soddisfazione, innegabile, per il buon esito dell’ incontro di ieri con l’ Assessore alla Cultura della mia città, dettosi disponibile a patrocinare una presentazione di “Racconti a margine” nell’ ambito di un programma teso a rilanciare l’ interesse e l’ amore per la letteratura. Iniziativa lodevole, che appoggerò in ogni modo possibile. Progetto interessante, meritorio e quanto mai urgente in un paese dove il libro è considerato al più un regalo tramite cui ostentare una cultura che spesso non si possiede. Cultura. Parola che suscita rispetto, evoca sapienti assorti in profondi pensieri, musei e biblioteche. Cultura. Ne assaporo le lettere; un gusto amarognolo mi invade la bocca. Ed ecco che la soddisfazione cede il passo alla rabbia, allo sdegno, al disgusto. La cei si scaglia contro la Magistratura, rea di aver ritenuto gli insegnanti di religione cattolica docenti non in diritto di influire sugli scrutini, docenti la cui valutazione non può pesare significativamente sull’ attribuzione dei crediti scolastici. Oltretevere, immediati, volano gli stracci. Stranamente, assomigliano ad abiti di bambini ridotti a brandelli. “La religione fa parte a pieno titolo della cultura italiana”, strillano i vescovi. “Intervenga il ministero”, singhiozzano. Precisando che non è ingerenza negli affari di uno Stato di cui, da gennaio, non recepiscono più nemmeno le leggi. Aspettiamo di sapere cos’è. Nessun dubbio comunque che l’ ottima Maria Stella, o chi per lei, interverrà. Chissà se ne approfitterà anche per ricordare a questi signori, magari sommessamente, che sì, la religione fa parte a pieno titolo della cultura italiana, ma non esiste solo quella cristiano- cattolica. Che così com’ è oggigiorno la sacra, inviolabile “ora di religione” è utile solo a forgiare la prossima generazione di Binetti. Se Maria Stella, o chi per lei, avrà mai il coraggio di dire a prelati alti solo di nome, ma di miserrima statura morale, che abusare della credulità popolare per i propri fini è oggetto di biasimo, che “culto” non dovrebbe fare rima con “potere”, che l’ unico dio che dovrebbero venerare costoro è menzionato nella bibbia, non sui listini di Borsa. Chissà perchè la chiesa predica l’ accettazione della Morte in quanto tale, ma rifiuta di accettare la propria. Abiura la menzogna e l’ arroganza, e le alimenta da sè stessa e per sè stessa, grazie anche all’ aiuto di politici compiacenti e di una popolazione schiava di dogmi desueti, cui più non crede, ma cui non osa ribellarsi. Un anno fa mi feci sbattezzare. Sono tentato di farlo ancora. Giusto per sicurezza. Per ribadire il mio disprezzo nei confronti di questa feccia clericovaticanpedofascista. Molto da dire, poco tempo per farlo. E ne ho già sprecato troppo, dedicando attenzione a chi merita solo sputi e vergogna. “L’ Errante” mi reclama. Corro da lui. Rimpiangendo che la solerzia americana di sessantacinque anni fa su Dresda non sia stata rivolta anche a piazza san pietro.

-La notizia del giorno: ve l’ ho appena data.


-La frase del giorno: “Tutto è destinato alla tomba, nella quale ogni umana cosa non è che vanità”. ( dai “Funerailles”)

PS: naturalmente, come sempre quando si parla di vaticano, tutti i minuscoli sono voluti.

B. S. P.