Immaginatevi una stanza piena dei più disparati oggetti. Una grande stanza. Forse un magazzino.
La roba accatastata fino al soffitto senza un preciso ordine. Immaginate di entrare, e non riuscire a distinguere cosa vi circonda. Annusate. Odore di vecchio, di cose dimenticate, appena intuite. Odore di benzina. Ora, fate un ultimo sforzo, ed immaginate che una scintilla casuale appicchi il fuoco in questa stanza. Tutto avvampa, una luce rivelatrice illumina il mondo e gli oggetti si fondono, acquisendo forme nuove ed impensate, e voi siete lì a guardare, increduli, rapiti, vorreste fuggire ma non potete, guardate e dite a voi stessi ecco cos’ erano quegli oggetti, ma ora cosa diventeranno una volta che il fuoco li avrà fusi e rimodellati? Quali nuove forme assumeranno?
Ecco; Simona, la mia amica fraterna prima ancora che ottima illustratrice, è stata la scintilla improvvisa che ha dato fuoco alla mia creatività. Accadde nel 2004, era una domenica e come di consueto in quel periodo ci si era trovati a casa mia per passare il pomeriggio. Io avevo in mente già da un po’ una storia di ampio respiro in qualche modo collegata a quanto avevo già scritto fino a quel momento; mi mancavano solo i personaggi. Caso volle che quel giorno Simona portò con sè alcune delle sue illustrazioni insieme a qualche spunto per dei personaggi e per una storia che si incastrava perfettamente nella mia, colmandone le lacune. Nell’ arco di nove mesi (eh già, è stato proprio un parto!) conclusi “Le sabbie del non ritorno”. Conclusi, soprattutto, che la stanza della mia creatività era ancora in fiamme. Troppe questioni erano rimaste irrisolte prima e dopo la vicenda che aveva visto la caduta dei Saya; tanto ancora c’ era da dire. Fortunatamente, non mi sono mai mancate le parole per farlo; e quando mancavano semmai le idee, Simona è sempre corsa con qualche gallone di benzina a riattizzare il fuoco. Vuoi con una illustrazione, vuoi con l’ idea per un nuovo personaggio… vuoi con un sogno. “Il palazzo giallo” è nato proprio da un sogno della mia amica/ coautrice/ collaboratrice/ illustratrice/ piromane di fiducia. Vuole la leggenda che una notte ella sognò di essere imbragata su una sedia molto simile a quella che compare nel racconto, in balia di una creatura troppo simile a quella del racconto, rinchiusa in un palazzo che è proprio quello del racconto. Alè; altra benzina sul fuoco. Cavare una trama da tutto questo non era molto complesso, era praticamente già lì; dovevo solo metterci gli elementi di contorno. La “combriccola di spostati”, tanto per citare il mio amico Tetsuo, venne fuori praticamente da sé già bella che fatta; personaggi al limite della macchietta, ma non per questo meno credibili oggi come allora. L’ ambientazione retrò invece fu una diretta conseguenza di una duplice considerazione: anzitutto la voglia ed il divertimento di scrivere qualcosa ambientato nel passato. Secondo, fornire qualche altro tassello sulla vita di due personaggi cui mi stavo dedicando in quel momento, il machiavellico e rivoluzionario dottor Richard Upton Peebody e, soprattutto, l’ indiscussa protagonista del racconto, quella Emma Bathory che aveva da poco lasciato allibito chiunque l’ avesse incontrata tra le pagine de “Il sentiero a spirale”. Mi divertivo, e mi diverto, a scrivere Emma per lo stesso motivo per cui mi diverto a scrivere Giustina: sono i classici personaggi che possono fare di tutto, e solitamente lo fanno. La differenza sono le motivazioni che le spingono; e da questo punto di vista Emma è molto, molto, molto peggio della bionda servitrice di Von Ordog dal coltello facile, nata come barbona senza arte né parte in 23.10 e diventata poi quello che è oggi. Insieme a Shaffia, Irina, Asmodeo, Jededia e compagnia cantante. Senza dimenticare Kira, Cathly, Geneviève e tutti gli altri personaggi portati in dote da Simona il giorno in cui, sbadatamente, fortunatamente diede fuoco alla mia creatività. Un fuoco che brucia ancora oggi, altissimo, e che la ringrazierò sempre di avere appiccato. Di questo, e della sua amicizia e pazienza.
Comunque un giorno dovrà spiegarmi dove trova tutta quella benzina.
-La notiza del giorno: «Salari differenziati ai nuovi contratti o saltano gli sgravi alle retribuzioni» , dice Sacconi. Che bello avere a che fare con qualcuno che ti lascia tante opzioni sul tavolo….
-La frase del giorno: “Tutti vedono la violenza del fiume in piena, ma nessuno vede la violenza degli argini che lo costringono”. (B. Brecht)
La roba accatastata fino al soffitto senza un preciso ordine. Immaginate di entrare, e non riuscire a distinguere cosa vi circonda. Annusate. Odore di vecchio, di cose dimenticate, appena intuite. Odore di benzina. Ora, fate un ultimo sforzo, ed immaginate che una scintilla casuale appicchi il fuoco in questa stanza. Tutto avvampa, una luce rivelatrice illumina il mondo e gli oggetti si fondono, acquisendo forme nuove ed impensate, e voi siete lì a guardare, increduli, rapiti, vorreste fuggire ma non potete, guardate e dite a voi stessi ecco cos’ erano quegli oggetti, ma ora cosa diventeranno una volta che il fuoco li avrà fusi e rimodellati? Quali nuove forme assumeranno?
Ecco; Simona, la mia amica fraterna prima ancora che ottima illustratrice, è stata la scintilla improvvisa che ha dato fuoco alla mia creatività. Accadde nel 2004, era una domenica e come di consueto in quel periodo ci si era trovati a casa mia per passare il pomeriggio. Io avevo in mente già da un po’ una storia di ampio respiro in qualche modo collegata a quanto avevo già scritto fino a quel momento; mi mancavano solo i personaggi. Caso volle che quel giorno Simona portò con sè alcune delle sue illustrazioni insieme a qualche spunto per dei personaggi e per una storia che si incastrava perfettamente nella mia, colmandone le lacune. Nell’ arco di nove mesi (eh già, è stato proprio un parto!) conclusi “Le sabbie del non ritorno”. Conclusi, soprattutto, che la stanza della mia creatività era ancora in fiamme. Troppe questioni erano rimaste irrisolte prima e dopo la vicenda che aveva visto la caduta dei Saya; tanto ancora c’ era da dire. Fortunatamente, non mi sono mai mancate le parole per farlo; e quando mancavano semmai le idee, Simona è sempre corsa con qualche gallone di benzina a riattizzare il fuoco. Vuoi con una illustrazione, vuoi con l’ idea per un nuovo personaggio… vuoi con un sogno. “Il palazzo giallo” è nato proprio da un sogno della mia amica/ coautrice/ collaboratrice/ illustratrice/ piromane di fiducia. Vuole la leggenda che una notte ella sognò di essere imbragata su una sedia molto simile a quella che compare nel racconto, in balia di una creatura troppo simile a quella del racconto, rinchiusa in un palazzo che è proprio quello del racconto. Alè; altra benzina sul fuoco. Cavare una trama da tutto questo non era molto complesso, era praticamente già lì; dovevo solo metterci gli elementi di contorno. La “combriccola di spostati”, tanto per citare il mio amico Tetsuo, venne fuori praticamente da sé già bella che fatta; personaggi al limite della macchietta, ma non per questo meno credibili oggi come allora. L’ ambientazione retrò invece fu una diretta conseguenza di una duplice considerazione: anzitutto la voglia ed il divertimento di scrivere qualcosa ambientato nel passato. Secondo, fornire qualche altro tassello sulla vita di due personaggi cui mi stavo dedicando in quel momento, il machiavellico e rivoluzionario dottor Richard Upton Peebody e, soprattutto, l’ indiscussa protagonista del racconto, quella Emma Bathory che aveva da poco lasciato allibito chiunque l’ avesse incontrata tra le pagine de “Il sentiero a spirale”. Mi divertivo, e mi diverto, a scrivere Emma per lo stesso motivo per cui mi diverto a scrivere Giustina: sono i classici personaggi che possono fare di tutto, e solitamente lo fanno. La differenza sono le motivazioni che le spingono; e da questo punto di vista Emma è molto, molto, molto peggio della bionda servitrice di Von Ordog dal coltello facile, nata come barbona senza arte né parte in 23.10 e diventata poi quello che è oggi. Insieme a Shaffia, Irina, Asmodeo, Jededia e compagnia cantante. Senza dimenticare Kira, Cathly, Geneviève e tutti gli altri personaggi portati in dote da Simona il giorno in cui, sbadatamente, fortunatamente diede fuoco alla mia creatività. Un fuoco che brucia ancora oggi, altissimo, e che la ringrazierò sempre di avere appiccato. Di questo, e della sua amicizia e pazienza.
Comunque un giorno dovrà spiegarmi dove trova tutta quella benzina.
-La notiza del giorno: «Salari differenziati ai nuovi contratti o saltano gli sgravi alle retribuzioni» , dice Sacconi. Che bello avere a che fare con qualcuno che ti lascia tante opzioni sul tavolo….
-La frase del giorno: “Tutti vedono la violenza del fiume in piena, ma nessuno vede la violenza degli argini che lo costringono”. (B. Brecht)
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