C’era una volta, intorno agli anni ’70, un imprenditore in rapida ascesa. Dietro la maschera di rispettabile filantropo e capitano d'industria, si nascondeva un uomo ossessionato dalla continua ricerca di un potere sempre più grande, pronto a tutto pur di ottenerlo. Per anni, la sua inarrestabile sete di conquista venne frustrata da chi aveva scelto di difendere l’ordine e la giustizia. Un giorno, durante una drammatica crisi politica e sociale, il nostro scese in campo in prima persona; chi fino a quel momento l’aveva osteggiato decise di appoggiarlo, malgrado fosse emerso, nel frattempo, il suo poco limpido passato. Ma la necessità, si sa, procura strani compagni di letto. Come potrebbe ben testimoniare il protagonista di questa storia. Il quale, con un abile colpo di mano, divenne infine l’uomo più potente del paese. Non ci mise molto ad imporre la propria visione delle cose: i difensori della legge, che tanto a lungo l’avevano contrastato, vennero etichettati come criminali sovversivi. Ai fedeli lacchè, dal passato persino più equivoco del suo, assegnò incarichi prestigiosi ed onorevoli. Agli scrupoli morali sostituì la politica del “fare”, rovesciando la realtà e manipolandola per i propri fini, grazie anche all’accondiscendenza dei media totalmente asserviti. I dissidenti venivano cacciati, sbugiardati, intimoriti. Le masse acclamavano, vedendo in lui l’uomo della provvidenza. Il resto del mondo politico lasciava fare; poteva anche essere un figlio di puttana, ma era il loro figlio di puttana. Che avrebbe dovuto accontentarsi di quanto aveva ottenuto; ma accontentarsi non fa parte della sua natura. Dopo aver stretto accordi segreti con dittatori di altri paesi e stipulato patti con assassini sanguinari, ormai travolto dal proprio delirio di onnipotenza fece, come prevedibile e previsto, il passo più lungo della gamba: ritenendola l’ultimo e più pericoloso ostacolo al suo regno oscuro, invase Asgard, la città degli dèi scandinavi, fluttuante sopra i cieli dell’Oklahoma per volere di colui che l’aveva ricostruita, il mitico Thor.
"Ora basta.."
Confusi? Lo immagino. Per un po’ mi sono convinto anche io di star parlando di qualcun altro, anziché di Norman Osborn, storica nemesi dell’Uomo Ragno. L’ho pensato spesso anche leggendo, mese dopo mese, gli abli dedicati ai Vendicatori, a Capitan America, ad Iron Man e compagnia variopinta. Invece il protagonista di questa breve biografia è proprio un personaggio di fantasia. Osservare però come la sua vita scorra in parallelo a quella di “colui- a- cui- stavate- pensando” (ohUzala, sembro veltroni) è piuttosto inquietante. Così come il contesto costruitogli attorno da Brian Michael Bendis, l’artefice del rilancio in grande stile del decotto universo Marvel. Certo, la russa non stacca a morsi le braccia agli oppositori in diretta tv come Venom (non ancora, almeno), dell’utri non è esattamente il machiavellico consigliere personale e dio degli inganni Lohki (che, pare, non si sia mai abbassato a prestare i propri talenti alla mafia) e l’amico gheddafi non potrebbe nemmeno pulire le ghette metalliche del sommo Victor Von Doom, aspirante monarca mondiale non per megalomania, ma perché “nessun altro può”… Né, per fortuna, berlusconi (l’ho detto, l’idea di essere assimilibalie a walter mi dava la nausea) dispone di un superumano di distruzione di massa come l’onnipotente e schizofrenico Sentry. A meno che barbareschi non ci stia nascondendo qualcosa.
Eppure, tali e tanti sono i parallelismi tra la New York di Terra 616 e l’Italia attuale che non si può reprimere un brivido leggendo alcuni passaggi di “Dark Reign” ed “Assedio”… specie quelli che cessano di essere paralleli e diventano intersecanti con la nostra vita di tutti i giorni. Vengono i brividi perché, con tutta probabilità, Bendis non pensava affatto al Norman di casa nostra nell’elaborare l’evolversi della vicenda, chiaramente un atto d’accusa nei confronti della delirante amministrazione bush e nella sua ossessione per “la sicurezza nazionale” (ritornello che Osborn intona ad ogni piè sospinto). E se il punto di svolta della vicenda è perfettamente rappresentato dalla vignetta là sopra, a mio insindacabile giudizio la migliore e più potente da molti anni a questa parte, viene da chiedersi cosa debba ancora accadere perché qualcuno si decida finalmente a lanciare il proprio scudo, metaforico o meno, contro l’Iron Patriot di casa nostra. Forse la risposta è data ancora una volta da Bendis. Già, perché solo un atto presidenziale mette fine allo strapotere di Norman. E solo un simbolo (il Capitan America originale) è in grado di annientare l’uomo nell'armatura divenuto, a sua volta, simbolo di questo mondo alla rovescia. Non a caso, lo scontro decisivo è proprio tra Norman/ Iron Patriot e Steve Rogers/ Capitan America. Col primo che urla al secondo “finirai sulla sedia elettrica… per…per alto tradimento!”, giocandosi il tutto per tutto pur di non venire sconfitto. Pronto anche a distruggere l’intero paese, pur di non perderlo.
"Bob, distruggi tutto! Non lasciarli vincere!!!"
E l’opinione pubblica? Che fa? Quello che facciamo noi: niente o quasi. Assiste, sbigottita, alla diretta tv dell’Assedio di Asgard. Condannandolo istintivamente quando l’allibita inviata annuncia “Thor è a terra”; ma anche inneggiando ad Osborn, l’unico che abbia il coraggio di affrontare i “falsi dei” in casa loro. Pronta, in ogni caso, a saltare senza troppi problemi sul carro del prossimo vincitore. Sì, ho decisamente un deja- vu.
-Il link della settimana: http://www.repubblica.it/tecnologia/2011/02/20/news/telecom_peer-12683117/?ref=HREC2-9
-La frase della settimana: “Cadrà. E’ nella sua natura.” (Victor Von Doom, il Dottor Destino, a proposito di Norman Osborn, nuovo Responsabile della Sicurezza degli Stati Uniti)
Devo dire che mi ha molto stupito questo tuo paragone, bobby. Stupito ma anche lasciato con un certo non so chè di affascinate. Paragonare la nostra vita attuale (e anche il nostro governo) a ciò che succede in un fumetto non è cosa da tutti i giorni. Però che posso dire a tal proposito??? Una volta ho sentito dire una persona che se volessimo davvero cambiare le cose basterebbe che smettessimo di lavorare anche solo per una settimana e forse le cose andrebbero meglio, dopo. In qualsiasi campo, bobby... non è inteso solo come (mondo del lavoro). Forse ho detto una cazzata o forse no, ma questo è ciò che ho sentito e ti ho riportato.
RispondiEliminaPermettimi di dubitarne. Anzitutto perchè non abbiamo la forma mentis, in italia, per gestire una ribellione di lungo corso. La nostra capacità di agire è subordinata, sempre e comunque, alle condizioni del nostro avversario. Duole ricordarlo, ma il fascismo non cadde per sdegno popolare, ma per un tradimento politico. Solo allora si organizzò la resistenza, a mussolini già sconfitto. Altri tempi; oggi, di fronte alle nefandezze del presdelcons, al più ci si chiede se ruby e le altre fossero o meno maggiorenni, ci si attacca al "così fan tutti/ e", si distrae l'opinione pubblica dal punto fondamentale con colpi di teatro (dalle telefonate del premier in trasmissione all'abbandono di queste ultime da parte degli inviati presidenziali; il giorno dopo sui giornali si parla della de filippi che telefona a domenica in per sostenere sgarbi, non dell'argomento della discussione in studio). E se per Norman gli avversari da abbattere sono i supereroi "ufficiali", che si battono per l'ordine e la giustizia (quindi contro tutto ciò che Norman rappresenta), per silvio i nemici da distruggere sono i giudici, i giornalisti liberi, chi non si lascia comprare. E disgraziatamente, noi non abbiamo un equivalente di Capitan America attorno al quale raccoglierci per porre fine al Regno Oscuro...
RispondiEliminaToh pensavo parlassi di Berlusk-man il nuovo super eroe mutante della Marvel......
RispondiEliminaun distinto signore di giorno che di notte si trasforma in temibile predatore che si nutre del sangue delle "vergini", ovviamente intendo il segno zodiacale, gira fra i vicoli delle città pronto a difendere giovinette in difficoltà offrendo loro una spalla su cui piangere e un due locoli all'olgettina dove ripararsi......
insomma un eroe dal cuore tenero!
Ma evidentemente questa è tutta un'altra storia!