Una dozzina d'anni fa, quand'ero ancora un operaio generico giovincello e di discrete speranze, iniziò il tormentone della sicurezza nei luoghi di lavoro. Sacrosanto. Tra le varie iniziative, c'erano anche le esercitazioni anti incendio. Ciclicamente, ad un'ora prestabilita, si faceva suonare la sirena di reparto, ed i lavoratori dovevano dirigersi nel più breve tempo possibile al punto di raccolta prestabilito per scampare alle fiamme. Naturalmente il tutto avveniva tra frizzi, lazzi e smargiassate tipiche del metalmeccanico italiota medio. Ciononostante, ci si salvava tutti dal rogo immaginario, il quale aveva il
fair play di avvisarti con largo anticipo del suo prossimo divampare. Poi un bel giorno ne scoppiò uno vero, nel reparto accanto al mio. Me ne accorsi intravedendo, con la coda dell'occhio, un branco di scimmie impazzite in tuta blu che correva da tutte le parti, urlando ordini a caso a nessuno in particolare. Qualcuno si fece pure male inciampando nei suoi stessi piedi, oppure andando a sbattere contro muri ed altri ostacoli. Cosa che si ripete grossomodo puntualmente, ogni volta che capitano incidenti del genere in Azienda. E se è vero che le Aziende sono, in definitiva, delle microrealtà che riflettono specularmente il paese in scala 1:1200, capirete perchè mi vien da ridere ogni volta che sento parlare di "allerta attentati". Già lo spettacolo di maroni, frattini e compagnia ragliante che magnificano i nostri impenetrabili sistemi di sicurezza sono uno spettacolo da surrealismo d'avanguardia, se pensiamo che pochi anni fa un ultraleggero si schiantò indisturbato nel pirellone a milano ("il nostro 11 settembre!!!", esultarono i gasparri e la russa spargendo sperma ovunque, espulso direttamente dal cuoio capelluto). Senza voler scomodare i barconi di disperati che quotidianamente attraccano sulle nostre coste, nel silenzio dei media, più impegnati a riportarci le ultime prodezze di ibraimovich o la love story corona- mora. Mi piacerebbe vedere cosa succederebbe se, sul nostro suolo, avvenisse un attentato di quelli seri. Preparato da esperti del settore, non dagli sceneggiatori di "distretto di polizia" o "r.i.s.- delitti imperfetti" (cfr. la duomata a berlusconi del dicembre scorso e l'attentato a belpietro della scorsa settimana). Mi piacerebbe vedere se abbiamo imparato davvero qualcosa dai tempi di Capaci e Via D'Amelio. Dai tempi delle bombe fatte "con rispetto, quasi con affetto". (cfr. vittorio mangano e via Rovani). Se ascolti la casalinga di Voghera, che non è necessariamente donna, il governo sta facendo tanto per sconfiggere la criminalità organizzata di casa nostra; guarda quanti mafiosi hanno arrestato in poco meno di due anni! Peccato che in realtà si tratti di camorristi, perlopiù, mentre mafiosi o fiancheggiatori degli stessi siedono impuniti in parlamento (cfr. dell'utri, schifani, cuffaro). Peccato che il fenomeno della camorra abbia ottenuto risalto solo dopo il successo planetario di "Gomorra", l'opera di saviano che "fa male all'Italia" (cfr. berlusconi, afef.). In effetti è molto meglio produrre delle fiction per merdaset dove si mostra il latro eroico, romantico, eroico a modo suo della criminalità organizzata, tipo "il capo dei capi". Ma se vi lanciate in una simile elucubrazione, vedrete le orecchie del vostro interlocutore esalare un filo di fumo, dopodichè vi verrà ricordato che la minaccia viene soprattutto "da fuori". Per noi, inteso come occidente, il pericolo viene
sempre da fuori. Anche se, a voler guardare bene, la "minaccia islamica" l'abbiam creata, alimentata e finanziata anche noi grazie ai nostri grandi (ex) amici amerDicani, detentori del copyright su figure come bin laden e saddam hussein. La differenza è che, nonostante le speculazioni politiche sulla tragedia del WTC, l'amerDica qualcosa l'ha imparato, passando ad una sicurezza preventiva troppo spesso ai limiti del paranoico. Da noi, invece, è arrivata solo la paranoia, che fondendosi alla nostra inarrivabile incapacità genera episodi di idiozia antologici che servono al massimo a punire poi, anzichè prevenire. Tanto, quel che conta non è trovare una soluzione efficace perchè certe cose non accadano, ma cavalcare l'onda del populismo più becero dando l'impressione che si stia facendo qualcosa. E guai a dire che quel "qualcosa" è inefficace, dilettantesco, puerile. Si rischia di passare per amici dei terroristi, se si insinua che il problema è molto più vasto di quanto possa concepire la mente di guido crosetto, il sottosegretario alla difesa. La cui pagina su wikipedia è stata oscurata. (Cliccare per credere:
http://it.wikipedia.org/wiki/Guido_Crosetto ). Forse sbagliavo; dopotutto, qualcuno sa come garantire la propria sicurezza in maniera efficace e preventiva. Sempre col manganello, mediatico o reale che sia. Ma quel che conta, in fondo, è il risultato.
-La notizia del giorno: michelle hunziker si da' al teatro. Perchè non darsi anche fuoco?
-La frase del giorno: "Chi rinuncia alla libertà per raggiungere la sicurezza, non merita né la libertà né la sicurezza." (B. Franklin)
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