Che non nutra alcuna stima nei miei simili in quanto razza è cosa abbastanza nota; fortunatamente ci sono delle nobili eccezioni, la maggior parte delle quali ho l’onore di chiamare “amici”, mentre altre sono persone che stimo. Sempre pochine, volendo fare i rapporti percentuali, ma tant’è. Questo per dire che, in linea di principio, non sono completamente contrario ad uno dei temi caldi (o presunti tali) di questo periodo: la pena di morte. Bobby favorevole alla pena di morte? Sì. Al termine di giusto e regolare processo, e per i crimini più efferati, senza dubbio. Non soltanto perché non credo alla redenzione, al ravvedimento, a qualunque altra scusa si possa accampare per giustificare il “sono cambiato/posso cambiare”. Ne faccio anche questione più terra terra. Quando si ha a che fare con un animale rabbioso o feroce, lo si elimina senza tanti complimenti. Anzi, normalmente è cosa di cui bullarsi con gli amici al bar. Acclarato che altro non siamo se non bestie autoproclamatesi “specie dominante” per diritto divino oppure evolutivo, a seconda della scuola di pensiero, tesi peraltro tutta da dimostrare, non vedo per quale motivo dovremmo usare un diverso metro di misura nei confronti di nostri simili feroci quanto o più di una leggendaria pantera avvistata nei pressi di Firenze. Sia mai che si abbia l’estate senza il fantomatico animale selvaggio che minaccia la quiete dei bravi cittadini. Oltre alle bestie che si uccidono per un parcheggio, oppure ai di loro cuccioli che picchiano un immigrato tra le risate e gli incitamenti dei genitori. Comunque. Siamo la “specie dominante” perché ci piace vincere facile, ci riteniamo evoluti e civilizzati, quindi si presume che alcune cose semplicemente non debbano essere fatte, perché altrimenti regrediremmo al livello degli animali. Che normalmente le fanno per nutrirsi o difendersi, e non per “futili motivi”, una delle aggravanti più ridicole della stampa e dei codici penali di mezzo mondo. Inoltre, gli animali non lapidano le loro donne per adulterio. Cose del genere le fanno solo gli esseri incivili, le bestie e gli islamici. Nella mente (chiamiamola così) di alcuni i tre termini sono sinonimi. E siccome ci piace vincere facile ogni volta che si può, ecco che, appena i media diffondono la notizia di una giovane donna condannata a morte per adulterio in quello stato canaglia che è l’Iran di ahmadinejad, si scende tutti in piazza per protestare, perché è ingiusto, incivile, “sakineh siamo noi”, e la passerella su cui indossare l’ultimo modello di Impegno Civile fa sempre chic. Ci fa sentire bene, altruisti. Ovviamente per contrasto. E perché è più facile scendere in piazza per protestare contro il sistema legislativo medioevale di uno stato nemico per definizione che farlo per le piccole, grandi crudeltà che accadono magari nell’appartamento di fronte al nostro. Perché dovremmo? C’è il rischio di beccarsi uno sganassone, di avere guai. E poi, ognuno in casa propria fa quello che vuole; chi siamo noi per andare ad interferire nelle questioni interne di una famiglia o di una nazione? Sono troppo cinico? No. Sto sostanzialmente ripetendo la risposta che il nostro governo strilla istericamente ogni volta che qualcuno all’estero punta il dito contro l’attuale governo o la classe politica tout court. Naturalmente, il volume della lagna è direttamente proporzionale al servilismo che ci lega al critico di turno, sempre comunque invitato a farsi gli affari propri su questioni quali il respingimento degli immigrati, il DDL intercettazioni, la satiriasi megalomane di cui soffre il nostro presidente del consiglio… Per non parlare della pena di morte, che se avviene in nazioni come la cina o l’amerDica non fa notizia, anzi sono cose loro. E poi usano sistemi umani, come le scosse elettriche, il gas, le iniezioni letali. Roba moderna. Se avviene in Iran a mezzo sassi, invece, “sakineh siamo noi”. Poco importa che del processo e delle cause effettive della condanna (adulterio? Omicidio? La versione cambia ogni giorno, per fortuna è quella ufficiale) si sappia poco o nulla; bisogna comunque scendere in piazza e mostrare sdegno. O quanto meno fingere, perché l’Islam è per definizione barbaro, incivile, estremista, mentre noi siamo belli & puri. Certo, faremmo più bella figura a dirlo se non fossimo culo e camicia con uno stato che non ha mai ratificato la Convenzione dei Diritti dell’Uomo e non fosse responsabile dell’estinzione di intere civiltà. O se qualche giorno fa i nostri leader politici (e per estensione, dunque, la nazione tutta che rappresentano) non si fossero azzerbinati ai piedi di un dittatore da operetta che vorrebbe l’Islam religione d’Europa. Poche e scarne proteste subito zittite e condannate perché l”’ospite è sacro”, ci ricorda il ministro della difesa dell’infidendibile, la russa. E poi, diggiamolo: chi non vorrebbe poter lapidare una donna alla prima occasione con la sicurezza di aver la legge dalla sua? Ne abbiamo bruciate migliaia, ai bei tempi rimpianti da ratzy e pierferdi. Cosa sarà mai qualche sassata? Tirata con una fionda di precisione, però. Siamo pur sempre quelli civili e moderni. Non dobbiamo dimenticarlo.
-La notizia del giorno: ancora nulla di deciso, secondo frattini, sull'esecuzione di sakineh. In altre parole, è già morta.
-La frase del giorno: “Parliamo per ore e quasi sempre non riusciamo a capirci e finiamo per farci del male l’un l’altro, gli animali si annusano il culo una volta ed han già capito tutto. Siam proprio l’apice dell’evoluzione”. (Bobby S. Pedersen)
martedì 7 settembre 2010
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Argomento spinoso hai scelto, bobby. Mi domando cosa si risponderà a questo post. Mh, beh, potrei dirti che per la pena di morte sarei favorevole anche io. Il problema sta nel fatto che, nonostante questa, neppure in america il numero delle violenze sembra essere più basso che quello dell'italia. Perchè purtroppo, è vero che abbiamo una mente, ma alle volte e in certi soggetti quella mente va in Tilt e succede il disastro. Non fraintendermi, non sto assolutamente dicendo che la pena di morte non dovrebbe esserci. Sto solo cercando di fare un ipotesi su quanto servirebbe a dimezzare gli omicidi e via dicendo...
RispondiEliminaIl mio punto di vista è un po' diverso, ed il problema duplice. Non considero infatti la pena di morte come un "deterrente"; la vedo semplicemente come un sistema di sterilizzazione. Sempre perchè, ripeto, son convinto della fondamentale inutilità paracula di certi discorsi come rieducazione, redenzione, eccetera. Detto questo, c'è poi l'aspetto complessivo; se la pena di morte è moralmente orribile e sbagliata, lo è sempre. Uccidere tramite scossa elettrica/ iniezione letale/ gas/ non è "più umano" nè "immediato" rispetto ad una fitta sassaiola. Quindi o quella testa di merda di frattini (o chi per lui) si mettono a recitare la peana anche quando viene giustiziato qualcuno negli stati uniti, oppure chiuda(no) quel cesso di bocca e si ricordino quello che dicono sempre all'ONU, all'UE ed agli altri quando criticano l'italia sui respingimenti: "sono questioni interne e non tolleriamo ingerenze". Quindi non vedo perchè e sulla base di cosa potremmo metterci noi a sdottoreggiare, specialmente su temi quali la giustizia, specialmente così a corrente alternata (un po' sì, un po' no...)
RispondiEliminaChe poi, sul caso specifico, ho già avanzato una proposta: visto che a frattini sta tanto a cuore il destino di sakineh, si faccia lapidare lui al suo posto. Il mondo non ne sentirà la mancanza, ed il quoziente intellettivo globale farà un balzo in avanti del 50% nel momento esatto in cui esalerà l'ultimo respiro.
RispondiEliminaBobby questa volta non sono d'accordo con te: io sono contraria alla pena di morte. E poi non è vero che la rieducazione è inutile, che poi così com'è attualmente possa essere impostata bene o male è un altro discorso. Piuttosto che la pena di morte, i detenuti li farei lavorare. Lavorare tanto, dalla mattina alla sera, al servizio della società che hanno danneggiato.
RispondiEliminaPer quanto riguarda il caso di Sakineh, secondo me fanno bene ad intervenire, ma, come dici tu, dovrebbero farlo anche quando a giustiziare è l'amerdica.
Spero non vogliate estendere la pena di morte ai latitanti di cui in questo periodo faccio sicuramente parte.......
RispondiEliminaIl lavoro al rientro mi attendeva quasi a voler ribadire che le vacanze sono effimero passaggio, l'ammmmore mi assorbe alquanto, insomma non sono sparito.
Che dire la pena di morte non è sicuramnete un deterrente ma un semplice regolamento di conti di fronte ad eventi talmente inauditi da lasciare senza fiato, in altre parole la brutta fine di una brutta faccenda!
Non so se essere a favore o contro non sempre è possibile essere definiti e definitivi.
Sull'onda di certe emozioni saresti e vorresti essere il boia, ragionando non avresti il coraggio di torcere un capello a caino.
Una vita non può ripagarne un'altra o più d'una e un criminale resta sempre, o quasi, tale.
ogni giorno, inconsapevolmente, mettiamo a morte i nostri simili ed in senso non solo figurato, cosa altro è la strage di bimbi sieropositivi in africa, lo sfruttamento nelle miniere più pericolose dei più pericolosi stati liberi di banana......
Insomma spesso la pena di morte è la nostra vicina anziana lasciata sola, il diverso escluso, l'immigrato rifiutato.
Spesso mettiamo a morte noi stessi negando la nostra natura e vivendo recitando una parte, mettiamo a morte chi ci ama allottanandolo con le nostre paure, con l'egoismo di non spenderci.
Miei cari la pena di morte è qualcosa molto più comune di quanto pensiamo, noi stessi siamo vittime e carnefici.
Abbiamo messo a morte il pianeta e stiamo lapidandolo ogni giorno e con esso il futuro di chi non è nemmeno nato.
Credo abvbiano ragione coloro che gridano nessono tocchi caino, forse, prima di noi hanno capito chi sia caino.....io, tu e tu e tu e voi!
Buonanotte
Mylady, attenzione: io non dico che la rieducazione sia inutile in generale. Chiaro che non condannerei alla pena di morte chi ruba per necessità, o chi commette reati anche gravi perchè incapace di intendere e/o di volere. Ma non venirmi a dire che è possibile rieducare gente come i grandi e piccoli boss della criminalità organizzata, quelli che condannano a morte chi sgarra con la noncuranza con cui si allacciano le scarpe....
RispondiEliminaPS: riguardo all'SMS, non so proprio che dirti,a questo punto; certo, mollare sarebbe in effetti anche controproducente perchè di sicuro andrai incontro a situazioni anche peggiori in futuro, però è altrettanto chiaro che da sola non puoi far fronte alla situazione. Non so... io cercherei di coinvolgere anche qualcun altro. Anche se non saprei chi.
@ Giancarlo: quanto mi mancavano le tue analisi! ^^
MMMM...
RispondiEliminaper quanto mi riguarda, pena di morte: no.
Come scrisse Beccaria, la pena di morte non funziona da deterrente, non serve a rieducare, e insegna a non uccidere uccidendo. Uno spettacolo di pochi secondi cui una volta le folle partecipavano morbosamente, nel 2010 soltanto l'inutile perdita di una vita.
fateli lavorare, il lavoro nobilita, è utile, impegna le giornate, dà un senso alla propria vita.
Sono d'accordo con Giancarlo: la pena di morte è più comune di quanto si pensi.
E propongo: non parliamo dei massimi sistemi, a volte un solo caffé o pranzo con chi si sente solo o emarginato sono decisamente meno scontati e più efficaci.
Beh,si può sempre farli lavorare fino alla morte, volendo.
RispondiEliminaE ribadisco: sterilizzazione di determinati soggetti, non deterrenza.
Contrario. L'ergastolo e il lavoro forzato sono abbastanza (e forse anche di più) crudeli, ma una "punizione" bisogna darla.
RispondiEliminaSecondo me non si può confondere un sentimento di vendetta con la Giustizia.
A mio avviso uno Stato moderno non può piegarsi ai pur comprensibili istinti di occhio per occhio.
Anche se il sistema fosse perfetto (ed è impossibile) e si individuassero i colpevoli senza errori e senza dubbi con criteri infallibili e incontrovertibili.
Mi vengono in mente certe storie di Miguel Angel Martin ...
Però come provocazione dialettica devo dire che è molto interessante.
Giuseppe
Bobby non credo possa andare peggio. Non ho mai visto una comunità così male organizzata. Non è regolare che io lavori da sola in una situazione così pericolosa. Credo che cercherò di lavorare con i bambini o con gli anziani o comunque in una comunità in cui ci siano altri educatori.
RispondiEliminaStamattina il ragazzo in questione mi ha pure minacciata perché vado a svegliare i ragazzi la mattina. Ho deciso: domattina passo a ritirare i soldi di luglio e mi licenzio.
E credimi: non sarà controproducente. Ora capisco perché quando avevo fatto il grest, il don mi aveva detto che mi vedeva meglio con i bambini... aveva ragione.
RispondiElimina