Gli omosessuali in televisione ci sono da sempre, anche se per anni una dirigenza impaurita da qualunque termine con all’interno il nucleo sess, foss’anche assessore, li ha disciolti nei punti più insospettabili dei palinsesti. Come Paolo Carlini inserito negli svenevoli sceneggiati in bianco e nero o il sempre strepitoso Paolo Poli spesso ospite della TV dei Ragazzi. Il resto era chiacchiera a mezza voce, su Nunzio Filogamo o Alighiero Noschese. Il catalogo intero lo trovate in un libro preciso e interessante, Queer TV di Andrea Jelardi. Potrebbe sembrare che oggi le cose siano cambiate, vista la massiccia presenza di esponenti dichiarati del mondo GLBT (Gay, Lesbian, Bisexual, Transexual) nel prime time. In realtà l’ipocrisia è rimasta la stessa dei tempi di Bernabei. Così la stessa emittente non si fa scrupoli nel mostrare alessia marcuzzi che si commuove di fronte a un bacio lesbo tra due ragazze del
grande fratello dopo aver dedicato ben cinque minuti di un notiziario ai deliri di qualche cardinale che, vestito di pizzi e trine, pontifica dell’intoccabile sacralità della famiglia eterosessuale. Passando per la censura di alcune scene di
Brockeback Mountain. Perché la tv non è mica il cinema! Infatti, mentre il cinema, a cominciare dall’insostenibile özpetek, preferisce presentare figure di omosessuali piagnucolosi e tormentati, la tv dischiude un ventaglio caratteriale meno simpatico, che va dall’arroganza all’isteria. Tra gli arroganti, per di più saputello e delatore di intimità altrui, va inserito alessandro cecchi paone, il quale ritiene, a torto, che la sua bisessualità sia un argomento che appassiona talmente il pubblico da fornire repliche non richieste anche fuori onda. Personalmente ricordo una sua telefonata, ricca di dettagli imbarazzanti, fatta a gran voce su un pullmino aereoportuale. Tra gli isterici la palma del peggiore va sicuramente a jonathan, solita figurina da reality, che si è autoincoronato arbiter elegantarum per avendo lo stile di uno spaventapasseri. E pur cadendo nei peggiori atti di maleducazione, come il continuare a indossare i cappelli in un luogo chiuso. Gli hanno anche assegnato un programmino di presunto fashion, ma ogni volta che jonathan pronunciava il termine moda si sentiva un rombo: era Coco Chanel che si ribaltava nella tomba. Ha purtroppo prodotto un clone più ciabattone, l’urlicchiante e perfido maicol (sic!) berti di cui ci auspichiamo la più rapida delle scomparse. Non manca la rappresentanza gesuitica, bene illustrata dall’onnipresente alfonso signorini. Sempre attento a non prendere posizioni precise e pronto a far cadere l’osservazione bigotta e banale per procacciarsi delle vecchie signore. Ci sono per fortuna anche GLBT che trasmettono simpatia. Platinette, figura che deve qualcosa alla scomparsa Divine e che fa capire con intelligenza che sotto quella parrucca degna di un film di John Waters c’è il cervello di Mauro Coruzzi. Intelligenza condivisa anche da Vladimir Luxuria, una delle persone più brillanti con cui mi sia capitato di lavorare. E da Fabio Canino, personaggio dotato di eleganza e misura, che potrebbe dare moltissimo alla televisione se qualche produttore si decidesse a chiamarlo, invece di lasciare spazio a una tribù che nei salotti della panicucci o di barbara d’urso sbraita e sbava come fanno le quindicenni sceme quando al cinema dell’oratorio vedono apparire robert pattison sullo schermo.
(“QUEER TV”, di Tommaso Labranca, tratto da FILM TV #13. Copyright degli aventi diritto. Minuscoli, dove presenti, miei.)
-La notizia del giorno: napolitano vara il legittimo impedimento. Dimostrando di essere legittimamente impedito.
-La frase del giorno: “Meglio fascisti che frociiiiii!!!!” (alessandra mussolini, nota anche come “la ducia” o “due labbra rubate al porno”, a Vladimir Luxuria, nei gabinetti di montecitorio)
Mah bene che argomento interessante!
RispondiEliminaPotrei scrivere per ore, ma come in tutte le cose cerco sempre di non annoiare.
La televisione è purtroppo oramai lo specchi della società in cui viviamo, rappresente o meglio detta quali siano o debbano essere gli stili di vita, ed il mondo omosessuale non sfugge a questa regola.
Lei, la perfida tv, presenta i gay come una sorta di "specie protetta" delle dolci creaturine isteriche su cui riversare il proprio materno affetto come al criceto che zampetta inutilmente nella sua gabbietta.
Jonatan o Maicol sono l'esempio di come la società ci vorrebbe, deboli, plasmabili, sgambettanti il perfetto incrocio fra uomini e donne, insomma un fenomeno da baraccone.
Non che molti si comportino diversamente, per molti anni ho lavorato nel fabolous fashion system prima di rompermi le scatole e dedicarmi ad altro. Parliamo però di un mondo a parte, irreale pur nel suo spessore economico, popolato da pseudo-guru del life style, insomma un mondo di merda.
Il fatto di essere a mia volta omosessuale non mi ha per nulla avvantaggiato ne messo a mio agio, percheì?
La risposta è semplice non faccio parte dei modelli che mamma società e zia tv vogliono imporre.
La normalità nella diversità viene percepita come un pericolo, un silenzioso nemico che può irrompere nella tua vita senza alcun preavviso.
Ma come sei gay? Ma dai? Ma che peccato? (Questo non lo dicono ma lo pensano nemmeno tanto velatamente).
Mi chiedo peccato perche?
Io sono felicissimo (abbastanza insomma) mai avuto problemi ne seghe mentali, realizzato in età adolescenziale che mi piacevano di più, molto di più, i maschietti ho deciso che mi sarei espresso in quel senso.
Credimi avere la capacità di essere naturali è il modo migliore per affrontare ogni aspetto della vita.
Ma come dicevo spesso la società non ama questa linearità vuole che ognuno di noi sia "imprigionato" nei suoi schemi, nelle sue dinamiche, e allora vanno in scena la commediole, le macchiette perche the show must go on. Persino Mauro Coruzzi persona di grande intelligenza ha dovuto diventare platinette per avere quella visibilità che altrimenti gli sarebbe stata negata, così come Luxuria è passata dall'essere "baraccona" al "baraccone" della politica.
E' il prezzo da pagare per essere riconosciuti, e su tu non lo vuoi pagare?
Beh allora, loro gli "omosessuali integrati" ti dicono che sei "velata" che ti nascondi, che non hai l'orgoglio gay!
Mah scusa secondo te dovrei girare con un triangolo rosa cucito sul petto, o più modernamente su un paio di tacchi del 12!
Sai quale è la cosa più triste, questi modelli che la tv e il cinema,propongono non permettono a molte persone di esprimere la loro essenza, un sacco di uomini e donne reprimono la loro affettività e sessualità non riuscendo a trovare un posto nella società che li vorrebbe diversi nella loro diversità.
Oddio ho parlato troppo?
Qui non c'è mica il commento "a tassametro"!^^ Quindi sentiti libero di dire ciò che vuoi quanto vuoi e come vuoi (tu come tutti gli altri, of course)e non aver paura della lunghezza dei tuoi interventi. A questo non aggiungo nulla per il semplice motivo che lo condivido col "metodo enterprise" (al 120%)
RispondiEliminagiancarlo condivido il pensiero di Bobby al 120% sul tuo pezzo!
RispondiEliminaSupergatta!
Grazie a Bobby ed a Supergatta con il 120% di affetto:-)
RispondiEliminaVado off-TOPIC ma offro uno spunto di riflessione...intanto complimenti per il nuovo blog..Mi piaaaaace...
RispondiEliminaDopo la conversazione col Pidiellino per non farmi mancare nulla ecco quella col leghista...
Buon divertimento...
la battuta era di Viva la satira:
Scuola. La Lega in Lombardia: "Nei concorsi precedenza agli insegnanti lombardi". Ma solo a quelli che vengono da destra.
Risposte verde camuno:
-La sinistra sono 65 anni che fa clientelismo puro!
-Guarda che è stato così da prima dell'unità d'Italia fino alla fine della II Guerra Mondiale: ed ha una logica non banale. Un insegnante locale, rispetto ad uno che arriva da fuori:
1) conosce meglio la cultura locale e quindi la situazione sociale del luogo: conosce usi, costumi, e tradizioni, e conosce l'idioma locale, che per quanto se ne dica è ancora quello più usato quando si vuole essere veramente CHIARI nell'esprimere un concetto.
2) interagisce meglio con gli studenti, perché sa come "prenderli", ed ha un miglior rapporto coi genitori degli alunni. perché anche loro sa come "prenderli". Inoltre, è più facile che venga "accettato", specie se è una persona già conosciuta sul territorio. ... Mostra tutto
3) è in grado di trasmettere agli studenti, oltre alla cultura nazionale, anche quella locale: è importante conoscere le proprie radici. Ancor più in una società multietnica. Solo chi conosce davvero le proprie radici culturali può trasmetterle a chi proviene da "fuori" (che sia Italia o estero) ... Ed è solo così che può avvenire una vera integrazione. Se l'estraneo non è messo in condizione di conoscere la popolazione con cui va a convivere, non è in grado di comprenderne il comportamento, e quindi neppure di entrare in armonia con l'ambiente che lo circonda.
Tieni conto che la cosa non vale solo per la Padania, ma per tutta la Penisola Italica: un siculo che va ad insegnare a Tarvisio, trova le stesse difficoltà di un friulano che va ad insegnare a Trapani! ... Più è diversa la realtà locale in cui si trova a lavorare, più difficile gli sarà integrarsi ad essa.
... Hai visto "Io speriamo che me la cavo"? ... Ecco! E' esattamente la stessa cosa! ... Solo non è affatto così facile come la descrive il film con Villaggio! ... Conosco un ragazzo di Catania che ha fatto l'infermiere a Trieste per 2 anni: è stata durissima, per lui, perché per 6 mesi, pazienti, medici ed infermieri gli hanno sempre e solo parlato in triestino... E per lui era del tutto incomprensibile! ... Fosse andato a vivere a Lubjana sarebbe stato più semplice!
-Mi hai chiesto un parere non politico ed io te l'ho fornito. Se poi il problema è chi lo propone e non la sostanza del provvedimento ed i suoi effetti, questo è un altro paio di maniche.
-La prima era politica, ma era anche veritiera. La sinistra fa questo genere di cose da che è nata la Repubblica! ... Non è un mistero n... Mostra tuttoé un segreto, e se lo è, è un segreto di pulcinella, come si suol dire!
-... La seconda risposta che ti ho dato invece non ha nulla a che vedere con la politica, ma riguarda solo la praticità della scelta. Inoltre, non ci trovo nulla di sbagliato che si dia sempre prima il lavoro a chi è del luogo rispetto a chi viene da fuori. E vale per tutti: da nord a sud, senza distinzione.
Le mie risposte puoi immaginarle...
^^
Beh, non so se è proprio in tema con il discorso, ma dato che parliamo di tv trash, se ho capito bene il post, ieri prima di chi vuol essere milionario, hanno mostrato nella trasmissione televisiva che precedeva il quiz di gerry, una donna che faceva la mammografia. Ora, non dico che una nasciata possa essere un evento terrificante, anzi, tutt'altro è la parte più bella di una vita intera, però mostrarla in quel modo in tv mi pare di cattivo gusto.
RispondiEliminaGrazie a Gabriel (e ben ritrovato) per questa cronaca di viva sofferenza... ma son sempre stupito del fatto che tu perda tempo a rispondere a questa ggente.^^ Comunque cominciate ad affilare le armi perchè la prossima settimana ci sarà la consueta tavola rotonda mensile, e salvo imprevisti il tema sarà proprio il lavoro.
RispondiEliminaPS: Daniè, il tuo intervento io lo leggo, comunque il tema del post era la discriminazione degli omosessuali in TV...
Mah, purtroppo devo condividere ciò che ha detto giancarlo. E lo faccio con il doppio della tristezza, considerato che se di gay e lesbiche si sono creati fastidiosissimi stereotipi, dei bisex sopravvivono ancora e soltanto una montagna di pregiudizi.
RispondiEliminail problema si presenta proprio quando la "diversità" diventa stereotipo, e come tale non è più libera di esprimersi nemmeno in quanto diversità. Ciò è comprensibile, il bisogno di catalogare ogni cosa è tipico dell'essere umano; catalogando le cose gli pare di arrivare a conoscerle, e forse le teme di meno. Perchè, non dimentichiamolo, la diversità fa paura.
E la tua normalità, giancarlo, come quella di tanti altri, è forse così diversa dallo stereotipo che vi vorrebbe tutte macchiette da creare angoscia a qualcuno..
Detto ciò,i buffi personaggi alla Jonathan li ammiro soltanto in televisione e, mal che vada, in discoteca. Nella vita quotidiana i miei amici gay sono, fortunatamente, in tutto e del tutto delle persone vere..