sono di nuovo Bobby S. Pedersen. Lungi da me l'intenzione di divenire un'incubo ricorrente per Lei con le mie missive, torno a tediarla con poche righe innanzitutto per ringraziarLa della risposta datami nell'editoriale del numero 14 (già una citazione minima nell'angolo della posta sarebbe stata più che soddisfacente, aver addirittura l'onore della prima pagina... come disse un grande giornalista italiano ad un piccolo uomo: "Domine, non sum dignus") e per aggiungere, se possibile, un'ulteriore considerazione alla Sua risposta. Premesso che naturalmente Film Tv, come ogni rivista, ha una Redazione composta da esseri umani che come tali hanno i propri gusti ed orientamenti sociopolitici, condivisibili o meno, Lei afferma che "il cinema è prima di tutto politica. Meglio ancora: il cinema è politico", dopodichè, in chiusura: "continueremo- senza paura di prendere posizione- a sostenere quei film che consideriamo assolutamente indispensabili". E ci mancherebbe. Il problema, tuttavia, non si configura nel merito, quanto nel metodo col quale dette pellicole vengono da Voi sostenute. Avendo io un'idea alquanto romantica della politica, o comunque non corrispondente a quella attuale, penso che dovere di chi la esercita in ogni campo e luogo sia, o meglio dovrebbe essere, fornire il miglior servizio possibile ai suoi elettori, avendo al contempo l'onestà di sostenere tanto i pregi quanto di riconoscere i difetti del proprio operato o di coloro al fianco dei quali agisce. Altrimenti, come accennavo nella mia precedente missiva, non più di politica si tratta (nè di oggettività, che della politica e del viver civile dovrebbero essere a mio avviso perno e motore) ma di mero tifo da stadio... o di politica nel senso più deteriore ed attuale del termine. Dunque, fermo restando il diritto/dovere Suo e della Redazione tutta di difendere le opere che ritenete meritorie, sarebbe altresì auspicabile che tale difesa si espletasse non già e solo in un reiterato elenco di pregi che alla lunga risulta stucchevole e nauseante e porta poi, inconsciamente quanto inevitabilmente, a sminuire le voci contrarie come nelle peggiori dispute da bar o da salotto televisivo, ma anche (mi perdoni il veltronismo) in una serena considerazione dei difetti delle opere in questione, posto che, e ritengo su ciò di non poter essere smentito, nulla è perfetto ed ogni cosa perfettibile. In altre parole, sarebbe assai più piacevole e corretta una recensione che dica "il film X è ottimo nonostante" piuttosto che "il film X è ottimo e basta". Ciò non significa ovviamente dover passare al microscopio ogni pellicola/opera per trovarvi necessariamente il proverbiale pelo nell'uovo nè dover attuare una sorta di malintesa "par condicio" tra pregi e difetti, ma una volta esaurita l'enfasi dell'appassionato che porta a giustificare l'ingiustificabile e può/deve essere tollerata nelle discussioni oziose attorno ad un tavolo nei pomeriggi di pioggia, lasciar subentrare il "critico che c'è in voi" affinchè tracci un profilo dell'opera il più disincantato possibile, e dalla commistione tra le due personalità trarre una sintesi equilibrata che dia modo al lettore, il quale cerca in Voi un punto di riferimento oggettivo e non soggettivo, di avere a disposizione un profilo dell'opera in questione a 360 gradi sulla base del quale poter valutare se vederla o meno. Altrimenti, e qui concludo per non abusare oltre del Suo tempo, siamo nuovamente di fronte ad un atteggiamento che può facilmente essere confuso per l'interesse di bottega del quale sono permeate le Vostre concorrenti. Confidando che possa e sappia perdonarmi per la presunzione con la quale mi sono finora espresso (ma Le assicuro che i miei propositi critici sono costruttivi e non distruttivi), colgo l'occasione per salutarLa una volta di più con rinnovata stima ed augurare a Lei ed a tutta la Redazione un buon lavoro, lasciandoLe la citazione di quello che può essere considerato il mantra di alcuni dei nostri più noti e grandi giornalisti, sicuramente più efficace e diretta di ogni mio precedente sproloquio (ma non volendo con ciò accusarvi di essere pessimi professionisti, sia chiaro): "Il bravo giornalista non è imparziale, come ogni uomo ha le sue idee, orientamenti e preferenze, ma questo non può e non deve impedirgli di svolgere il proprio lavoro, che è riportare i fatti, i maniera corretta, completa, trasparente ed imparziale."
Cordialmente,
BOBBY S. PEDERSEN
E vai Bobby "facce sognà"!
RispondiEliminaAl di là del tifo da curva, trovo che sicuramente vada ricordato che il principio che deve ispirare l'opera di un buon giornalista sia l'oggettività. Oggettività che senz'altro deve passare attraverso la lente del soggettivo, della personale esperienza della cultura delle passioni del sigolo, ma deve pur sempre rimanere, appunto, oggettiva.
Ritenere che qualcosia sia in assoluto senza la minima possibilità di critica è gia di per se un concetto errato, che lentamente ma inesorabilmente porta alla mancanza del dialogo,un bravo giornalista non dovrebbe mai rinunciare a questo scambio col lettore.
Non è dunque presunzione o saccenza la Tua nel rammentare quella imparzialità ed onesta intellettuale che dovrebbe essere la base su cui costruire un buon articolo.
Temo, ma mi auguro di no, che alla Tua replica ne seguirà una, veltroniamente ammorbidita nei toni ma perentoria nei contenuti, la cui sostanza sarà "facciamo come ci pare"!
Che dici attendiamo la terza puntata?
Potremmo intitolarla prendendo in prestito il titolo di una commedia dell'inossidabile Loretta Goggi "Bobby lo sa".
See you later:-)
Bobby....sei un fenomeno!!
RispondiEliminagiancarlo speriamo che l'ammorbidente Feltroni venga sciacquato bene!!
Un "a dopo" anche da parte mia!!
Bacioni ronfosi!
Supergatta
Uhm, quel "facce sognà" mi fa un po' rabbrividire... immagino che prossimamente mi dirai "abbiamo una banca?". No no, troppo piddì da queste parti.-_-
RispondiEliminaComunque come dicevo in apertura di lettera non penso ci sarà una "parte tre" per il semplice fatto che non mi interessa granchè avviare una polemica epistolare con Aldo Fittante e con Film TV: prenderò atto della risposta, se ci sarà, e fine.
Caro sono loro che hanno rubato il "facce sognà" alle curve romaniste-laziali, ma del resto non è l'unica cosa che si sono rubati......:-)
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