Come tutti quelli della mia generazione,sono cresciuto a pane & Mazinga. Il Grande, però, non il suo predecessore, quello Z portato in Italia da mamma rai e poi trasmesso in maniera confusa, selvaggia, caotica e nemmeno integrale (mancano qualcosa come 20 puntate... tutte della parte conclusiva della saga). Le gesta di Tetsuya, Jun, Boss e del Generale Nero, il più grandioso malvagio di tutti i tempi, scorrevano davanti ai miei occhi rapiti, all' epoca incapaci di cogliere molti degli aspetti psicologici dei personaggi, molto più complessi di quanto non si creda ad un primo sguardo. Purtroppo, aver visto prima la versione "pompata" del capostipite di tutti i robot così come oggi li intendiamo non mi ha mai fatto apprezzare granchè il suo progenitore; Mazinga Z era più debole, Koji troppo bravo ragazzo ed il dottor Hell poco più che un nevrotico i cui piani venivano frustrati più dall' incapacità dei suoi sottoposti che dalla potenza degli avversari. Potete quindi ben immaginare la diffidenza con la quale mi sono accostato a questo remake del gigante di Superlega Z, appena mitigata dalla presenza di Yasuhiro Imagawa nelle vesti di sceneggiatore e regista. Chi non ha visto il suo precedente Giant Robot ha perso qualcosa di eccelso. E la visione dei 26 episodi di Shin Mazinger Z non tradisce le aspettative. Recuperando le atmosfere del manga ed alcuni dei suoi personaggi originali, come il delizioso e scalcinato detective Ankokuji o l' Armata Mazinga già apparsa nel dimenticabile film di Mazinkaiser, introducendo nuovi character come gli scatenati abitanti della Residenza Kurogane, che tanto devono ai Nove Grandi di Ryo Zampaku di giantrobottiana memoria, Imagawa porta la storia ai giorni nostri, raccontando la vicenda in maniera non convenzionale e realistica (per quanto sia possibile) recuperando l' aspetto mitologico che era alla base delle ricerche dell' equipe del dottor Hell nell' isola di Bardos, capitale dell' impero miceneo che regnava incontrastato sulla Grecia grazie ai suoi leggendari giganti da battaglia. I quali si riveleranno poi essere nient' altro che sofisticatissimi robot da combattimento che Hell deciderà di usare per conquistare il mondo. Ma sulla sua strada troverà il Mazinga Z costruito dal suo folle, geniale collega Juzo Kabuto, nonno di Koji e Shiro, robot costruito sulle fattezze del mitologico Zeus. Che non è omonimo del padre degli Dei greci così abituati ad interferire nelle vicende umane: è proprio lui. Ed ecco spiegata anche la "Z" che etichettava il robot ai cui comandi Koji si siederà per impedire al Dottor Hell ed alle sue 5 Armate di dominare il mondo. La trama non nuova e rispettosa del canovaccio classico del genere viene però sviluppata in maniera del tutto imprevedibile; i combattimenti tra Mazinger ed i mostri meccanici di Hell, un tempo perno attorno al quale ruotava la vicenda, vengono messi in secondo piano rispetto all' intreccio narrativo che, svelato puntata dopo puntata, farà piena luce sui misteri di Bardos, sulla scomparsa (?) del popolo di Micene e sulle mire di conquista del dottor Hell, che insieme ai suoi sottoposti diventa finalmente personaggio complesso e sfaccettato, in luogo del cattivo monomaniaco tutto d' un pezzo che siamo abituati a vedere nell' animazione giapponese. Anche i buoni, tuttavia, non sono tali in tutto e per tutto; basta vedere come Koji, in un impeto d' ira, rade al suolo la città col suo inarrestabile gigante, primo passo di un percorso che lo porterà ad evolvere da ragazzo spensierato a uomo. Naturalmente non mancano i momenti tirati per i capelli e gli episodi riempitivi, nè le gag per la gioia degli spettatori in cerca di svago (da dieci e lode la partita di calcio con la testa del Conte Blocken e Zeus che scopre il celeberrimo Pugno a Razzo), le incongruenze ci sono specialmente per quanto riguarda il personaggio di Kenzo Kabuto e dei Kedora, ma si tratta nel complesso di peccati veniali rispetto ai momenti epici e drammatici. In tal senso, il capolavoro di Imagawa è il modo in cui ha reso il Barone Ashura, restituendogli lo spessore ed il tragico lirismo di essere grottesco (metà uomo, metà donna) fuori dal suo tempo, privo di una ragione per vivere ma incapace di darsi la morte. E' soprattutto sulle sue spalle che poggia l' intero dipanarsi di una saga che, giunta alla sua conclusione, riserva un colpo di scena spiazzante che, come già accadeva in Giant Robot, ribalta completamente tutto quanto ci era stato dato ad intendere fino a quel momento. Perfettamente conchiusa in sè stessa, la serie lascia intendere che ci sarà un secondo capitolo dove entrerà ( o meglio, rientrerà) in scena Tetsuya a bordo del Grande Mazinga. Ma anche se ciò non dovesse essere, non sarebbe un gran male. Shin Mazinger Z- Shogeki! Z Hen è perfettamente godibile a sè, ed il consiglio è di darle una visione, a prescindere che siate o meno appassionati del genere. Merita davvero.
Ah, e se guardando la seconda puntata vi coglie l' impressione di aver sbagliato, che in realtà state guardando l' ultima... è proprio così. E sì; il Big Bang Punch è la cosa più cafona che si sia mai vista.
-La notizia del giorno: piercasinando annuncia che a fine anno nascerà un nuovo partito di centro le cui basi saranno le nostre radici cristiane. Ho un deja- vu.
-La frase del giorno: "Con questo potrai diventare un Dio capace di sconfiggere il Male, oppure un demonio che porterà morte e distruzione all' umanità. Sta a te scegliere!" (Juzo Kabuto, nel consegnare Mazinga Z al nipote Koji)
lunedì 22 febbraio 2010
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Che ricordi!
RispondiEliminaDebbo riconoscere che la tua conoscenza in materia è davvero notevole, il "cartone" in oggetto ha accompagnato anche me, quando noi ragazzini non avevamo tutta quella offerta televisiva dei bimbi di oggi, sarà per questo che siamo cresciuti tanto bene.
In quel periodo come tutti i miei compagni di scuola si vedeva Mazinga, forse Ufo Robot, io però guardavo anche Lady Oscar e Haidi, come le mie compagne, ed è stato in quel momento che la rivelazione mi è apparsa nella sua chiarezza, invitavo Stefano il mio compagno di scuola preferito a vedere Mazinga a casa mia perchè ne ero follemente innamorato.
Questo si che era il famoso compito educativo della televisione, che al contrario di oggi, forse insegnava qualcosa come dimenticare i bellissimi sceneggiati della Rai, David Copperfild, La cittadella, Il segno del comando per cui pergavo mamma di lasciarmi sveglio per vederli, e, ovviamente venivo spedito a letto perchè le regole sono regole, esattamente come non succede ai figli dei miei amici che alle 22,30 sono svegli come grilli.
Mi è sembrato, correggimi se sbaglio, che nelle tue parole ci sia un neanche tanto velato parallelo tra la lotta degli eroi mazinghiani e la situazione odierna che ci vede impegnati a contrastare il "signore oscuro" ed i suoi sgherri nella quotidiana bagarre politica.
Bella la scelta del video sulla puntata di anno zero, bello si fa per dire ovviamente, vedere tanta faccia tosta e tanta disonestà intellettuale ti fa rimpiangere il Big Bang Punch quale strumento di selezione naturale.
Complimenti anche per la locandina del film sull'uccellaccio alato che fa strage di newyorkesi svolazzando sui tetti della citta.
Pensavo di essere uno dei pochi ad averlo visto e ti dirò che quando mi è capitato di essere a New York ogni tanto buttavo l'occhio in sù per controllare che la bestiaccia non fosse in giro.
Ti consiglio se non l'hai visto un filmetto horror abbastanza carino. Imago Mortis parla di un tetra scuola di cinema e di strani esperimenti che dal passato ritornano, non da buttarsi per terra ma nell'insieme godibile.
Come diceva il mio adorato Wilde l'azione e l'ultima risorsa per quelli che non sanno sognare per cui oggi che mi sono preso un giorno di ferie non farò assolutamente nulla crogiolandomi in me stesso.
Auguro pertanto una giornata di sogni.
Boyofthetime
Eh eh, in realtà non c'era nessuna critica politica stavolta (non mischio mai, se possibile, merda e cioccolato!), dopo il tour de force intellettuale della scorsa settimana ho voluto fare un post leggero leggero proprio per decomprimere un po'. Semmai nelle mie parole c' è un po' di amarezza per l' odierna offerta di anime in tv, che o sono adatti ad un pubblico prescolare (ma del resto, sempre così sono state viste queste amene opere sulle nostre sponde) da imbottire di buonismo ad oltranza oppure particolarmente elitari e scervellotici; i prodotti che si salvano sono relativamente pochi, ma anche quelli non hanno la freschezza ingenua degli anime della nostra infanzia. Che, nella loro semplicità, non erano però mai banali; sapevi già come sarebbe finita la puntata, ma non avevi idea di come se la sarebbero cavata i nostri eroi. Semmai c'è in quelle opere una complessità che spesso non viene capita. Penso ad esempio a Tetsuya, il pilota del Grande Mazinga, cresciuto allo scopo di farne un' arma nella lotta contro Micene e quindi incapace di rapportarsi col prossimo se non da un punto di vista "fisico", oppure Acaturs, fuggito dalla sua stella Fleed distrutta da Vega, desideroso solo di pace ma costretto a combattere di nuovo per difendere la sua patria (e pensa che allora si fece un'interrogazione parlamentare per impedire che Goldrake venisse trasmesso perchè istigava alla guerra, quando il suo messaggio è esattamente l' opposto). Comunque non credere, anche io mi sono goduto le mie serie al femminile; straved(ev)o per Hello Sandybelle, i fantastici viaggi di Fiorellino e come ho già detto non mi vergogno a dire che sono un fans de ferro di Sailor Moon. Tutte opere nelle quali venivano esaltati valori come il coraggio, l' altruismo, l' amicizia, lo spirito di sacrificio, la competizione vista come mezzo per migliorarsi e non per umiliare l' avversario come invece oggi è. Spesso però, anzi quasi sempre, questi sottotesti non venivano compresi non dico da noi che si era piccoli, ma nemmeno dagli adulti. Il discorso però rischia di complicarsi troppo, e non vorrei guastarti la giornata di ozioso riposo più di quanto abbia già fatto!;-)
RispondiElimina(PS: grazie per i complimenti al video. Quanto a Q lo guarderò stasera e poi ti saprò dire...intanto prendo nota per Imago Mortis, e rilancio; se non l'hai mai visto, recupera "Custodes Bestiae" di Lorenzo Bianchetti, ne vale la pena)
Prendo nota anch'io e mi attiverò per trovarlo come del resto prenoterò il tuo libro, la mia giornata di salubre ozio sta dando i suoi frutti e mi sto deliziando su di un libro che racconta di otto processi per stregoneria, una vera delizia, in un altra vita debbo essere stato o una strega o il grande inquisitore o tutte due. Sailor Moon un vero mito!
RispondiEliminaImago Mortis è di Stefano Bessoni ed è un film del 2008 penso che la locandina ti piacerebbe un sacco. A proposito che ne pensi dell'unico film orror di Pupi Avati (oddio visti alcuni altri suoi film forse non il solo) La casa dealle finestre che ridono del 1976, un horror padano che dovrebbe essere rivalutato dalla lega per le atmosfere assolutamente borgheziane!
Oggi ni sentirei di pensarla come Proust e cioè che la noia è uno dei mali minori che abbiamo da sopportare.
Boyofthetime
Conoscevo già Imago Mortis, ne avevo letto la recensione su FILMTV (la mia unica e sola "bibbia" cinematografica!) ma l' avevo sempre evitato a causa della mia preconcetta ritrosia per il cinema italiano. Comunque mi sono già attivato per recuperarlo, e gente che non ha niente di meglio da fare nella sua vita che spacciare un film per un altro, dovrei presto recuperarlo. La casa dalle finestre che ridono invece è un film che mi è molto piaciuto per la sua atmosfera torbida ed i continui colpi di scena, un buon ritmo e dei finali all'altezza, anche se... non è l'unico horror girato dal nostro! Alla categoria devi infatti aggiungere "L'arcano incantatore" (1996, visto e consigliatissimo), "Il nascondiglio" (2007) e "Zeder", un film del 1983 che ho appena scoperto e guarderò a breve. Comunque il film che ti ho consigliato, "Custode Bestiae" di Lorenzo Bianchini (e non Bianchetti come ho scritto prima, confondo sempre il cognome) è un degno erede della tradizione di Avati ed Argento prima maniera.Credo che non ti deluderà. Due parole infine su "Q- Il serpente alato"; molto coinvolgente, con ottime riprese aeree di Manhattan e giochini visuali di grande suggestione. L' ombra del serpente che si staglia sui grattacieli è impressionante quanto il giochino del pollo scuoiato come un uomo (parallelismo?). La figura che ne esce meglio comunque è quella di Quinn, un fallito in cerca di un riscatto irresponsabile che possa cambiargli la vita; interessante sia la critica al sistema americano, per cui ai politici tutto si perdona ma non all'uomo della strada, e lo scontro tra la cosiddetta civiltà del razionale e ciò che non può essere spiegato razionalmente. Purtroppo il film, figlio del suo tempo, si risolve in maniera eccessivamente semplicistica e con un non finale abbastanza scontato, mentre Quetzalcoatl perde gran parte del suo fascino quando viene mostrato. Comunque ottimo, con un David Carradine che già cova la melliflua bastardaggine del Bill tarantiniano. Oh, ma quanto scrivo! E tu che volevi riposare...
RispondiEliminaPS: se sei interessato al mio libro, comunque, puoi contattarmi su comprovendolibri (il link è là in alto); visto che siamo non troppo distanti, possiamo organizzare un incontro, così te lo porto personalmente.
E sempre un piacere leggerti anche perchè sei una Treccani vivente del cinema e non solo ovviamente. Provvederò al recupero degli altri film di Pupi che divorerò insieme ad una mia amica altrettanto appassionata di horror e generis. Si decisamente Carradine figlio, perchè anche il padre non se la cavava male, ha una faccia perfetta per ruoli ambiguamente attraenti. Le riprese aeree di Manhattan sono molto belle e ti fanno venire voglia di pigliare un aereo e volare a New York (altro che i vari natali desichiani).
RispondiEliminaUna copia autografata dall'autore poi è irresistibile oltre ad un ottimo investimento per il futuro, vado a dare un'occhiata al link suggerito.
Boyofthetime
Esaggerato,va' che lo sconto mica te lo faccio! =P Scherzo, scherzo. Comunque mi sopravvaluti. In realtà sono solo un presuntuoso che pensa di avere molte verità in tasca, ma spesso quando affonda il pugno in saccoccia non ne estrae altro che un pugno di mosche...
RispondiEliminaEsagerato, non ti sottovalutare e ricordati che molti affondano il pugno in saccoccia e ne estrggono un pugno di m.....a!
RispondiEliminaLa mia perfetta educazione ovviamente mi impedisce di essere più chiaro!
Buona visione con la dolce Brenda di Beverly Hills 19010 in versione sexy fetish, trash mica da ridere ma qualcuno dovrebbe prendersi la briga di dirle di cambiare mestiere, la recitazione non fa per lei!
Boyofthetime